I giorni 4-5-e 6 febbraio 2011 ore 21,00 per i giorni feriali e ore 19,30 per il giorno festivo, presso il TEATRO SANACORE in San Giorgio a Cremano Largo Arso, verrà rappresentata la commedia in due atti: OGGI come IERI liberamente tratta dal testo teatrale "Due Partite" di C. Comencini con la regia di Costantino Punzo. Costo del biglietto € 10,00
contatti per eventuali prenotazioni: 335-13.77.895 botteghino teatro 081-256.51.78
“Forse sono un’idealista, ma penso che a poco a poco tutto questo cambierà…queste cose che ci fanno soffrire così tanto, non esisteranno più”!
“E dunque, dobbiamo essere elastiche: saper fare un po’ di tutto, fingere di non saper fare niente, dedicarci completamente a qualcuno, farne a meno, lavorare, farne a meno, essere belle, brutte, vecchie, giovani, sole…”
“A me non me ne frega più niente di scopare così senza scopo, senza costruire niente!Scopare, scopare! Voglio un bambino! Non scopo da mesi, ma non me ne importa niente, Voglio un bambino”!
“Giocano tranquille, sembrano noi da piccole, “ prima che il letto, il coltello, l’ago di spilla e il balsamo ci inchiodassero in questa parentesi””
“Perché non mi lascia? Perché per un uomo il sesso è meno importante del Natale”!
“Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l'umanità femminile”.
Queste sono alcune tra citazioni e battute che compongono l’intero testo (Due partite) scritto nel 2006 da Cristina Comencini regista e scrittrice come il più famoso e noto padre Luigi Comencini. Il testo, come lo spettacolo, è nettamente diviso in due, così come le due partite del titolo. Nel primo tempo, ambientato negli anni ’60/70, conosciamo le madri; quattro casalinghe quasi “disperate” si direbbe oggi, e sicuramente, come tutte le donne, immerse nei problemi di famiglie e mariti più o meno felici. Nella seconda parte conosciamo le quattro figlie, le bambine, che tanti anni prima giocavano nella stanza accanto, oramai divenute donne “liberate” , indipendenti, capaci di scelte autonome, realizzate nel lavoro e, quindi felici! – Ma si può davvero dire così? O si può dire che “Oggi come Ieri” nulla è cambiato? Anche il ruolo degli uomini, che non vediamo mai ma che sono sempre al centro dei discorsi delle protagoniste cambia, finalmente, sostanzialmente. Nella prima parte, sono i “forti capifamiglia” che nel bene e nel male gestiscono l’andamento della coppia. Nella seconda parte, popola famosa “l’emancipazione femminile”; il ruolo si inverte e sono le donne a tenere in mano le redini del rapporto.Questo è un testo che ho amato sin dalla prima lettura e che caparbiamente ho voluto mettere in scena per presentarlo a quel pubblico, soprattutto giovanile, che non ha mai avuto l’occasione di leggerlo o di vederlo rappresentato a teatro. Lo considero un po’ come un attuale e forte documento di denuncia sul ruolo e sullo stato sociale della donna all’interno del proprio “menage” familiare e della coppia stessa. Chi non ha mai vissuto o non vive all’interno della propria unione familiare o di coppia, un momento di crisi verso il proprio compagno o la propria compagna? Sono sicuro che molti di noi questa sera, durante la rappresentazione, si riconosceranno nei personaggi femminili o maschili (anche se solo menzionati) che si andranno a rappresentare. Non a caso all’interno del testo, che lo si può considerare un “teatro della parola”, ci sono numerose ed incisive citazioni sia della stessa Comencini che della poetessa Silvia Plath che di Rilke (autori che tanto hanno scritto sulla condizione della donna). Lo ritengo quindi un testo che fa molto pensare e riflettere singolarmente, sia gli uomini che le donne, che le coppie stesse.
L’entusiasmo che le otto attrici hanno profuso nella messa in scena, unitamente a tutti gli altri collaboratori/trici, durante questi mesi di prove è stata la spinta giusta per andare avanti nei momenti di scoramento che mi assalivano nel corso dell’allestimento dello spettacolo soprattutto pensando agli eventuali favori o meno, che lo stesso avrebbe potuto incontrare da parte del pubblico. E’ uno, se non l’unico lavoro teatrale, che mi ha coinvolto emotivamente, sia nel corso della lettura del testo che nella messa in scena. Mi è doveroso precisare che, anche se firmo da solo la regia di questo spettacolo, tanto mi è stato suggerito dalle attrici stesse e dalle collaboratrici, nel corso dell’allestimento. Mi auguro pertanto di essere riuscito, con la rappresentazione di questa sera, a trasmettere le stesse emozioni che noi tutti abbiamo provato in questi giorni di fatica e che stiamo provando in questo magico momento in cui sta per aprirsi il sipario. Grazie. Costantino Punzo