Venerdì 4 e Sabato 5 Febbraio alle ore 21.00a Domenica 6 Febbraio alle ore 18.00 TEATRO IL PRIMOVia Del Capricorno 4(Colli Aminei), Napoli ARNOLFO PETRIin “COME GOCCE SU PIETRE ROVENTI”di Rainer Werner Fassbinder
con MAURIZIO CAPUANOLORETTA PALOAUTILIA RANIERI Musiche originali MARCO MUSSOMELIImpianto scenico ARMANDO ALOVISICostumi ROBERTA MATTERADisegno luci ETTORE NIGROAssistente alla regia ANGELA SALES RegiaARNOLFO PETRI Ultima settimana in scena di “Come Gocce su pietre roventi”, la nuova coraggiosa prova artistica dell’attore e regista Arnolfo Petri che propone il testo forte e complesso della celebre opera di Fassbinder al Teatro Il Primo Leopold, affascinante cinquantenne, conosce Franz, un giovane idealista e sognatore, confuso nei suoi sogni e nei suoi progetti. La delicatezza e l’ingenuità del giovane ragazzo hanno subito effetto sull’indole vanesia di Leopold. In un sottile quanto sadico gioco di seduzione, Leopold adopera tutti i suoi artifici per conquistare il ragazzo. E alla fine il gioco funziona. Franz lascia Anna, la sua ragazza, per trasferirsi da Leopold con cui intreccia una intensa quanto isterica relazione. Ma non tutto è come sembra. Leopold si rivela presto egoista, collerico, egocentrico. Dopo qualche mese inizia a detestare tutto di Franz e il suo gioco crudele arriva all’acme con l'arrivo di Anna e di Vera, la sua ex amante, da lui stesso invitata col pretesto di un possibile riavvicinamento.E se Leopold ha in mente un sinistro "giochino a quattro", Franz capisce finalmente l’inutilità del suo amore per lui. Dinanzi a questa "impossibilità di amare" non resta che farla finita. In un finale surreale, Franz muore nel disinteresse di tutti mentre le due donne, in un letto trapuntato di arazzi, aspettano Leopold per un gioco erotico e crudele. Scritto a soli diciannove anni da Fassbinder e da lui mai messo in scena o adattato per il cinema, Come gocce su pietre roventi, rimanda per similitudine speculare a Le lacrime amare di Petra von Kant, testo molto più noto di Fassbinder. In entrambi i casi al centro del dramma ci sono le passioni, attraverso l’instaurarsi di una inevitabile divisione di ruoli tra vittima e carnefice. Pietra angolare dell’incrocio dei rapporti è Leopold. E’ lui che miscelando lusinghe e personalità seduce chi gli sta intorno trascinando le sue vittime in un baratro di sottomissione. Le sue prede non sfuggono alla implacabile tela delle sue blandizie. Come gocce d’acqua, per l’appunto, i suoi amanti bruciano sulla pietra rovente della sua attrazione (“Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me” dice Leopold a Franz).Con “Come gocce su pietre roventi”, Arnolfo Petri, da sempre appassionato rilettore del teatro dell’anima, compie una terribile iperbole sull'impossibilità di amare e di essere felici.E così Franz, Anna e Vera, qui sinistramente muta, diventano tristi pedine usate da Leopold che travolge e annulla tutto dinanzi alla logica mercificante che tutto compra.Le luci sono ghiaccio metallico, le musiche scandiscono in modo quasi cacofonico il succedersi degli atti - miscelate in modo stridente con repertorio popolare anni ’70- , la scena è un appartamento chiuso da cui, dell’esterno, si percepiscono solo i rumori. Un appartamento, che trascina lo spettatore in un senso di claustrofobico malessere, diventando metafora della vita e del senso del dolore. Un ambiente senza via di scampo nel quale gli amici di Leopold – e di certo gli uomini tutti- nel loro amare o non amare si trovano, sciocche marionette manovrate da chi ne fa e disfà la dignità continuamente. Il suicidio finale di Franz è una ulteriore prova della fugacità dei rapporti interpersonali e disperata consapevolezza che anche sentirsi “vittima” non riempie il mal di vivere. Ed è questo che dissolve il melodramma e trasforma il dolore in statica rappresentazione. Per Petri il dolore è sottopelle e mai rappresentato, solo immaginato ed intuito, com’è il vero dolore. Infoline: 081 5921898 ilprimo@libero.itPrezzo Biglietto 12€
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