Il "Sogno" di Shakespeare smascherainganni e follia del mondo realeAl Carcano di Milano si ride e si sorride di amori e di vendette nel magico teatro
C'è l'incanto e c'è la magia delle antiche favole; c'è la storia innocente e passionale di quattro giovani innamorati; c'è l'ironia grottesca di maghi e re, di regine ammaliatrici e di inediti commedianti nel "Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare messo in scena da Andrea Battistini al teatro Carcano di Milano. Ma nell'allestimento della compagnia, tutta composta di giovani interpreti, c'è anche, e forse soprattutto, un riferimento forte e chiaro alla dimensione dell'oggi.Il mondo contemporaneo si innesta nell'eterna storia d'amore e gelosia creata da Shakespeare attraverso il "teatro nel teatro" della favola di Piramo e Tisbe. E' dentro la parte più "volgare" del testo del Bardo che si inserisce dunque alla perfezione il salto nella dimensione del nostro tempo, quella in cui l'amore adolescenziale dei quattro protagonisti persi nel bosco si abbassa di tono, stemperando favola e mito della narrazione principale in una vicenda di scanzonato realismo.
Sono stati proprio i momenti di comicità di un Piramo in una versione che sposa il cabarettista formato televisivo e il guitto siciliano a scatenare gli applausi del pubblico, forse condizionato dalle risate in stile Zelig a cui ci ha abituato il piccolo schermo. Resta però un riso amaro quello scatenato da una compagnia di "diversamente abili" che interpretano a modo loro la storia di teatro nel teatro incastonata nel "Sogno".
Le vicende narrate, quella dei quattro giovani innamorati che si inseguono nella pazza fuga tra le ombre del bosco, quella dell'imminente matrimonio fra il re d'Atene Teseo e la sua bella Ippolita, e infine la rappresentazione teatrale dell'amor profano tra Piramo e Tisbe, sono tutte sorvegliate dall'occhio attento e sarcastico del re degli elfi, Oberon. Nei suoi progetti di vendetta contro la regina delle fate Titania, Oberon rimescola le carte nella vicenda degli innamorati snaturando i loro sentimenti l'uno per l'altra e opera mostruose metamorfosi sui patetici commedianti. Mago dispettoso e grottesco burattinaio, è lui a tirare i fili della vicenda manovrando i protagonisti e divertendosi con le loro avventure, facendo del povero Fredi un inquietante mostro con la testa d'asino e prendendosi gioco dei sentimenti della sua ex innamorata Titania.
La stessa posizione fisica di Oberon, sempre al di sopra della scena, a osservare l'universo che si muove ai suoi piedi, tratteggia il ruolo del re degli elfi: è lui il regista occulto di tutta la storia,l'artefice della favola che si agita sul palcoscenico, tra i filamenti colorati che invadono il teatro per quasi tutta la durata del racconto. Quei filamenti sono gli alberi del bosco e le catene che legano gli innamorati, ma sono anche il simbolo del collegamento tra il mondo reale dei "pazzi" improvvisati attori e quello fantastico dei personaggi shakespeariani. Un cocktail di ombre e realtà che si palesa nel messaggio finale, quando Oberon scende dal suo trono fatato e, con i piedi ben piantati per terra, saluta gli spettatori evocando bellezza e inganni della favola appena andata in scena, nel teatro che si fa sogno. Ma che ha la forza e la fantasia per manovrare, e dirigere, la realtà vera, addolcendola e sublimandola nella sostanza di cui sono fatti i sogni.
Sogno di una notte di mezza estate di William ShakespeareAl Teatro Carcano di Milano fino al 23 ottobreCon Alessandro Buggiani, Chiara Di Stefano, Guglielmo Guidi, Totò Onnis, Giovanni Rizzuti, Daniele Squassina, Viviana Altieri, Francesca Agostini, Pietro Mossa, Davide Pedrini, Andrea Sorrentino, Elias ZoccoliDisegno luci Carlo PedianiUno spettacolo di Andrea BattistiniProduzione Mariano Anagni in collaborazione con Teatro di CastaliaPeri informazioni e prenotazioni telefonare ai numeri 02/55181377 e 02/55181362.Isabella Dalla Gasperin