Giudici, di Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli"Io voglio pensare che abbiamo fatto qualcosa di piú. Gli abbiamo dimostrato che non possono fare quello che vogliono sopra la nostra testa e dietro la nostra schiena, come se fossimo dei burattini che si possono anche gettare via."
Andrea Camilleri
Giudici sembra un po' uno di quei film a più episodi, e di conseguenza più registi, in cui un tema centrale viene rappresentato con differenti poetiche. Nel caso del volume edito da Einaudi, nella collana Stile libero big, la figura del giudice/magistrato viene messa in scena da tre grandi scrittori italiani: Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli. In tutti e tre i racconti convivono l'uomo e il ruolo istituzionale, e nelle pieghe di questa convivenza emergono le difficoltà di una professione come quella del giudice. Camilleri, De Cataldo e Lucarelli scelgono esempi positivi, ma senza toni epici. Perché la grandezza morale del difensore dello Stato, del rappresentante della Legge, che fa di tutto per muoversi sempre dentro il sistema, dovrebbe essere un fatto normale, senza alibi.
Giancarlo De Cataldo
C'è una lettura del volume, quella storica, che conferisce alle diverse narrazioni un senso di corpo unico. Perché le tre diverse ambientazioni temporali (Post Unità d'Italia, Anni di Piombo, Oggi) dei racconti, evidenziano come la storia del nostro Paese, fin dalle sue origini, abbia viziato la corretta amministrazione della Giustizia, sgambettando il percorso dei suoi più integerrimi rappresentanti. Andrea Camilleri, Il giudice SurraSiamo nei giorni successivi all'Unità d'Italia. Il giudice Efisio Surra, torinese, viene inviato in Sicilia, nel paese di Montelusa, per riorganizzare il tribunale e sostituire il precedente giudice di idee filoborboniche. La scrittura di Camilleri è come sempre gustosa e capace di ricreare alla perfezione il microcosmo tipico dei paesi siciliani. Il giudice Surra è una specie di Candido che catapultato nel corrotto sistema giudiziario di Montelusa, agisce e si muove con estrema concretezza, senza esitazione, ignorando volutamente l'esistenza della mafia, i suoi riti e i suoi codici di comportamento. E per questo trionfa. È un racconto geniale, surreale, che lascia l'amaro in bocca.
Carlo Lucarelli, La BambinaBologna, 1980. Ferro, brigadiere, cinquantasei anni di cui trentasette passati in polizia lavora nel servizio scorte. Gli viene assegnata la protezione di un giudice ragazzina, detta appunto La Bambina, per la sua giovane età e la sua corporatura minuta. Sembra un incarico tranquillo, per un poliziotto a un passo dalla pensione ma qualcosa va storto. E si spalanca un burrone sulle aberrazioni dello Stato Italiano che illumina il lettore sulle difficoltà di rappresentare la Legge, difenderla, e sulla credibilità dello Stato stesso.Giancarlo De Cataldo, Il triplo sogno del procuratoreCon Giancarlo De Cataldo ci spostiamo ai giorni nostri. Ottavio Mandati, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Novere conduce la sua battaglia contro le malefatte del sindaco Pierfiliberto Berazzi-Perdicò. È un racconto provocatorio a suo modo, perché ci interroghiamo sulla sopravvivenza della Democrazia nel nostro Paese.
Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli – Giudici147 pag., 11,00 euro - Einaudi (Einaudi. Stile libero big)ISBN 9788806205973
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