Dal 12 al 15 gennaio presso il Teatro Sancarluccio, andrà in scena il ciclo “donne plurali”, uno spettacolo contro la violenza sulle donne con Terry Paternoster che presenta "nel nome del Padre", scritto e interpretato da Terry Paternoster, suono e luci Leo Zagariello, regia Domenico Laddaga finalista premio calcante - siae per la drammaturgia 2011.“Una donna quando nasce è già una donna, anche se agli occhi di una mamma è sempre una bambina”
Un monologo acuto e struggente che vede l’attrice-autrice incarnare tre generazioni di donne, vittime di una violenza efferata e crudele che si consuma fra le mura domestiche; una violenza taciuta, intorno a cui si costruiscono menzogne e tormenti. Le tre voci si alternano in un corpo che si trasforma e si muove in un gioco di figurazioni, ricordi e realtà, fra le note sincopate di una ricercata mistura di dialetti meridionali. Un monologo intenso che immerge lo spettatore in un'esperienza sensoriale ed emotiva, in un'epoca e in una terra del Sud, legata alle tradizioni, al giudizio e alla voglia di cambiare.Napoli(Napoli)Teatro Sancarluccioferiali 21,15 / domenica 18,30ingresso a pagamentoInfo. 081 405000
Quattro mura, gabbia in cemento di silenzi e sofferenza dentro cui, tra le minacce e la violenza della persona amata, si spengono le vite di donne maltrattate, private di sogni e presente, di speranze e futuro.
La voce della denuncia di un fenomeno sempre più diffuso giunge a teatro, messo in scena dalla società di produzione "Intergea" , l'opera drammatica "Nel nome del padre", per la regia di Domenico Laddaga. Sul palco, Terry Paternoster: l'attrice irsinese, talento affermato della nuova generazione teatrale italiana, assurta alle cronache per la magistrale interpretazione offerta nella rivisitazione della fiaba apuleiana di "Amore e Psiche", dopo aver portato la pièce alla finale della dodicesima edizione del premio Calcante (promosso dalla Società italiana degli autori drammatici), si cimenta ora in una nuova, convincente interpretazione drammatica: "Nel nome del padre" è il racconto di una violenza familiare, risultato di una testimonianza diretta, raccolta in anonimato e rielaborata drammaturgicamente. È l'elaborazione cosciente di una problematica sociale, che ancor oggi non vanta alcuna ipotesi risolutiva. Il presente, il ricordo e la figurazione, sono i tre punti di snodo della storia, proposta in una struttura narrativa a frammenti. Trascinato fuori dal limite cronologico, lo spettatore viene coinvolto in una continua ricerca di legame e di senso, in un unico grande climax emozionale, che lascerà, solo alla fine, spazio alle considerazioni.
Nella prima parte, ritroviamo la protagonista, Lucia, ormai donna, che si rivolge ad un immaginario interlocutore, al quale si racconta, fingendosi un'altra, con una storia che si crederà vera, almeno all'apparenza, fino a quando nella seconda parte, entreranno in scena la nonna Rosina e la mamma Carmela, come proiezioni della sua mente.