La tua formazione artistica è di stile accademico con studi di perfezionamento che non hai mai trascurato nel tempo. Quali ricordi porti del periodo che ti ha visto impegnato nello studio?
Gli studi dell’ accademia di recitazione nel primo anno sono stati magici . Tutto era nuovo , si riscoprivano posti, memorie ed emozioni che credevi perduti o addirittura inesistenti. Si recitava da mattina a sera, s’ improvvisava, parlava e leggeva di tutto:filosofia, storia del teatro, testi antichi e moderni. Tutto quello che poteva essere utile, per la scoperta della recitazione giusta ,veniva elaborato e metabolizzato.Ognuno sviluppava un suo approccio al testo e alla recitazione. Io già da prima ero molto istintivo e spontaneo nella scelta di come migliorare o approfondire la mia performance; da sempre mi piaceva , quando si parlava di testi drammatici o comunque seri, un approccio più sensibile e attento, invece a scuola ho imparato a essere un po’ più diretto e coraggioso e meno introverso, cosa che mi ha aiutato molto, specie col passare del tempo.Non si capisce subito come mettere in pratica un’epifania manifestatasi durante una lezione di improvvisazione, e anche certe tecniche sono utili solo più in là, nei momenti diciamo "duri" delle prove, quando sei già proiettato nel mondo del lavoro.Ho incominciato già dopo sei mesi di accademia ad andare in scena su palchi importanti di teatri di un certo spessore e così ho avuto la fortuna di mettere subito in pratica e scoprire anche problemi sconosciuti fino a quel momento. In accademia si studiava Tschechow, Stanislavskij, Strassberg, Fo, Miller, Hemingway, Surtleff, così come la Commedia dell’ Arte e approcci classici , perciò, quando uscivi nel fine settimana, all’ inizio, con i tuoi compagni di sempre , sentivi un certo vuoto, perché la vita reale, diciamo normale , con le notizie del giorno, non ti interessava più di tanto.Adesso adoro uscire con i "miei ragazzi" perche si parla di tutto tranne che di spettacolo , recitazione e testi complessi. Adesso decisamente mi aiuta a staccare la spina. Allora mi sembrava di perdere del tempo prezioso, sottraendolo allo studio.
Teatro, televisione e cinema, passaggi consecutivi che ti hanno permesso di “saggiare” ambienti diversi. Al di là dei risultati conseguiti, a quale di essi va la tua preferenza e perché?
Il teatro è fantastico, è una vera e propria avventura alla ricerca di se stesso, per poter interpretare qualcun altro. Il teatro significa essere pronti e stare concentrati per tante ore e tutto ruota intorno alla serata dello spettacolo. Fai tutto con la consapevolezza che devi risparmiare forza e concentrazione per lo spettacolo, un po’ come un atleta che deve stare attento al corpo, anche se l’ attore non ha necessariamente bisogno di fare dieta per essere bravo. Il teatro è un posto sacro e la gente del teatro è una casta a sé , vive in un mondo fatto di scrittura e testi, spesso antichi.Il teatro è psicologia. Il piccolo gruppo che si mette davanti al pubblico per rappresentare e intrattenere, tramite le parole di un terzo, una vasta platea composta da persone eterogenee, coinvolge in un’ avventura comune che tutti percepiscono in modo diverso. Tutti vedono e sentono il respiro dell’ attore che per un paio di ore si trasforma davanti ai loro occhi in un essere di un’ altra dimensione; l’attore diventa una trasformazione carnale di parole scritte su carta per poi ri-trasformarsi in una creatura normale, che prende il treno per andare a casa.La psicologia sta nel fatto che tutti sanno perfettamente che quello su cui si trovano gli attori è un palcoscenico, ma si auto convincono che invece la scenografia sia il mondo reale e che gli attori siano realmente i personaggi rappresentati per una durata di ore,; lo spettacolo di un mondo immaginario per poi ritornare alla cosiddetta realtà quando la tenda rossa si chiude;un’autosuggestione che cresce o si annulla con la bravura o meno degli interpreti.Il set è diverso, è più commerciale, più veloce, meno psicologico. Anche se nella storia del cinema sono state realizzate pellicole epiche molto suggestive e psicologiche, comunque il cinema è concepito per divertire senza fare tante domande: paga- guarda- esci.Lavorare sul set è completamente diverso dal lavoro di lettura del teatro. Volendo si potrebbe dire che il teatro è il vecchio testamento, sacro, mistico, introverso, spirituale ; il cinema invece è il nuovo testamento che si distacca in maniera autorevole dal suo passato, dai suoi antenati, cerca meno la mistificazione e più l’ unione. Il cinema è più estroverso e chiaro, semplice nella concezione e dà ragione al grande pubblico. Mentre il vecchio testamento, cioè il teatro, va ricercato, scoperto e preservato , il nuovo testamento ,cioè il cinema, è più spavaldo e diretto , più aperto e categorico.Stare sul set è meraviglioso: l’ atmosfera ti fa sentire parte di qualcosa di più grande di te, ti solleva, cosa che, certe volte , per caratteri fragili , si è rivelato disastroso.Si deve trovare il giusto equilibrio in questo mondo fatto di luce e illusione, dove tutto sembra perfetto. La comunicazione è essenziale ; si mangia , si beve, si lavora insieme fina alla fine della giornata, che può essere lunga , mooolto lunga. Piccoli dettagli possono causare il collasso generale delle riprese o possono determinarne il successo Tutti sul set sono importanti, è una sorta di comunismo moderno dove c’è un comandante assoluto che ha bisogno di ogni tassello per completare l’opera, la missione ,e chiudere la giornata in tempo senza litigare con gli attori. Per l’attore è chiudere la giornata anche con ritardo, ma con la migliore performance; e per la troupe, la missione, invece , è sostenere tutti e due i campi e andarsene con anticipo...La carriera sul set può iniziare da porta-caffe´e finire con produttore esecutivo o da protagonista assoluto a comparsa di sfondo. Sul set tutto è possibile e questo dato di fatto lo rende affascinante e attrae milioni di persone su tutto il pianeta. Mi rendo conto di essere un privilegiato potendo partecipare a questa straordinaria avventura.
Tra i ruoli interpretati in quale ti sei maggiormente riconosciuto?
Mi riconosco in tutti i ruoli perché da tutti ho imparato e con tutti ho guadagnato soldi! Haha, certo , Robert è stato il ruolo che ho interpretato più a lungo, ma sono anche felice di non doverlo fare più, altrimenti l´interpretazione diventa abitudine e non ricerca.
Tra gli artisti che hai avuto modo di incontrare ce n’è qualcuno che ha lasciato un segno nel tuo modo di essere e ti ha fatto crescere professionalmente?
Da tutti i miei maestri e colleghi ho imparato qualcosa nel bene e nel male. Diciamo che dal collega arrogante impari a non diventare come lui e da quello bravo invece impari a recitare. C’è comunque un attore napoletano, Lino Ciriello, che mi ha avvicinato alla cultura della commedia dell’ arte e che mi ha fatto capire l’importanza della calma interiore quando stai sul palco. È stato ed è tuttora una guida, diciamo spirituale , importante , per degli insegnamenti essenziali che porto sempre con me. La crescita avviene tramite mille fattori: libri , maestri , colleghi e soprattutto tramite lo svolgimento del tuo mestiere. Solo sul palco o sul set impari a capire che cosa sia giusto o meno , che cosa ti possa servire o cosa invece vada rivisto in modo profondo. Solo praticando il tuo mestiere puoi capire se sei bravo o disposto a dare di più. Forse la cosa più importante è proprio se sei veramente disposto a metterti in discussione, cambiare e rialzarti quando le cose non filano liscio....lavorare per continuare a lavorare ad aeternum .
Lorenzo in "Agrodolce"
Italia e Germania: non ti chiedo dove preferisci vivere e lavorare, ma come trovi il vivere e lavorare nei due Paesi?
I set o i palcoscenici sono sempre uguali, poi dipende da chi organizza e quanti soldi ci sono a disposizione. Lavorare in Italia mi dà uno stimolo incredibile, anche perche devo conquistarmi la fiducia di persone e produttori che non conosco, non come in Germania dove sono abbastanza noto nel mondo delle produzioni. In Italia, secondo me, c’è un giusto mix tra confusione e serietà che per un artista è essenziale. In generale trovo l’ atmosfera del set in Italia più artistica e spontanea che in Germania, ma se il copione lascia a desiderare, non puoi fare nulla né a teatro né sul set, né in Germania né quanto meno in Italia.
Quanto contano per te l’amore, la famiglia, l’amicizia?
L’ amore è tutto. Amore , amicizia e famiglia, tutti fanno parte del tuo nucleo del cuore, tutti sono importanti , tutti danno e ricevano la carica per continuare anche quando tutto sembra irrecuperabile. Se pensi a un grande orologio indicante l´ora esatta ,beh! il meccanismo certe volte può incepparsi, si deve aggiustare, oliare, curare per far procedere le lancette e indicare l’ora, sì, ma il tempo resta sempre tale anche se il meccanismo materiale certe volte fallisce. Vedo il tempo come l´amore dove l ‘orologio è una specie di aggregato terrestre a intendere che siamo tutti collegati,tutti uniti nella nostra ricerca del tempo dell’ amore. Non riesco a capire la concezione del dualismo, cioè la distinzione tra odio e amore come se fossero delle creature diverse che vivono uno sulla montagna e l’altro nella foresta. Semplicemente l´odio è il meccanismo che certe volte dà fastidio, inciampa, fa rumore, ma poi con la giusta cura riprende il suo cammino verso la ricerca del tempo, cioè dell’ amore. Il tempo dà ragione all’ orologio perche l’ orologio- odio -è stato creato dall’ amore proprio perche le persone se ne prendano cura e così si rendano conto del valore del tempo, cioè del l’amore, cioè dell’ armonia tra le componenti che creano questo fantastico meccanismo metafisico che, ancora oggi, nel 2012, è al centro di pensieri, amici, parenti ,tutti elementi facenti parte dell’ orologio che indica l´andamento del l’amore. Chi nutriamo di più? Le lancette di ferro terrestri dell’ orologio appeso alla stazione centrale o di quello che cerca di parlarci? la materia o il pensiero? I parenti e gli amici certe volte ci fanno male o semplicemente dannare,ma il loro comportamento serve a farci capire la lezione , per fare progredire il meccanismo invisibile della forza più grande dell’ universo : l'amore.
Lorenzo nella soap che l'ha reso famoso: Tempesta d'amore
Oltre alla recitazione, coltivi la passione della pittura. Hai già esposto le tue opere e ti viene riconosciuto uno stile personale. Ci parli di Lorenzo- pittore?
La pittura e la scrittura sono le cose più intime che l’ artista conosce, sono l’estratto essenziale della sua espressione più profonda. Una pittura o un soggetto disonesto di per sé sono semplicemente fastidiosi e poco interessanti; bisogna dare tutto e di più. Sei tu da solo con la carta o con la tela , nessuno che tenga un copione in mano e ti indichi dove posizionarti. Come scalare una montagna da solo senza nessun aiuto. Solamente ascoltando il tuo istinto e migliorando la tua tecnica potrai diventare un artista vero e cosi la pittura per me è la più grande sfida, bellissima e stimolante,che non finirà mai.
Già annoveri diversi riconoscimenti che di certo ti hanno gratificato e a questo proposito puoi dirci cosa rappresenta per te l’Associazione Napoli Cultural Classic?
Essere stato premiato dalla Napoli Cultural Classic vuole dire essere stato premiato più da una famiglia che da un comitato artistico e questo mi rende felice. Non si tratta solamente di un’ organizzazione culturale, ma di singoli individui che hanno unito le loro forze al servizio dell’ arte e tutto ciò senza grandi finanziamenti o fondi europei, una cosa straordinaria che già da parecchi anni ha regalato gioie ed emozioni a migliaia di persone che fanno parte del grande mondo artistico. La Napoli Cultural Classic è la dimostrazione che , anche senza soldi, ma con ingegno, positività e con forza di volontà notevoli si possono ottenere grandi risultati ; che l’ arte, fatta veramente e non inventata da qualche ditta multinazionale, esiste ancora e questo per me come artista è uno stimolo grandissimo. Far parte dei premiati di questa illustre associazione mi fa sentire forte, parte di essa. Così si continua, giorno dopo giorno, per l´arte e per un mondo sempre positivo. Grazie.
Anna Bruno