Anna Busetto (I classificata) novembre 9, 2009 \\
Filastrocca sonnambula di fine anno
di Anna Busetto - Vicenza
A mia madre e a Carlo
…e l’eterno restare
sospesi
tra due lembi di vita
vorrei che tu fossi qui
a vedere.
In queste sere
di feste e d’inerzia
vergate di ricordi
e di luci nel vento
di sguardi dagli angoli bui
solo un cuore di carta mi resta
appeso a uno spago di rafia.
Guarda l’anno che passa
ha gli occhi tristi
della principessa del treno
e le mani dei vecchi
inginocchiati sulla via.
Senz’alcuna euforia
della parola fine…
c’è da sperare soltanto
che la prima alba
ignori felice
cosa sogna una rosa d’inverno
seccata tra le pagine di Boccaccio.
Motivazione
Il canto melanconico e la nostalgia sono argomenti, spunti creativi, che sovente muovono il cuore e la mente e infine la mano, a dettare versi che risultano pregni di sentimento lirico. Come in questa ottima poesia, che ha meritato il primo premio, in cui l’autrice, con tratti intensi e mesti, descrive una fine d’anno densa di ricordi. E sono proprio i versi iniziali: “… e l’eterno restare / sospesi / tra due lembi di vita / vorrei che tu fossi qui / a vedere” a indicare, con l’uso sapiente di enjambement e di anacoluti, questo tentativo da parte dell’autrice di legare il presente al passato, stando tra due lembi di vita.
La tristezza che a volte pervade l’atmosfera proprio nelle ricorrenze più importanti, in cui di più si avverte la mancanza dei propri cari, viene allora stemperata liricamente in questa poesia, dove non manca, alla fine, un accenno di speranza, con la bella metafora della rosa d’inverno seccata tra le pagine di Boccaccio. Giuseppe Vetromile