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17° Premio letterario internazionale NCC - Bando 2021/2022
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INTERVISTE ESCLUSIVE NCC : Tommaso Petrolo e la Danza
DI CHI PARLIAMO
Tommaso Petrolo
Quando e come hai scoperto di nutrire la passione per la danza?
All’età di 8 anni, mia madre mi iscrisse a nuoto, ma mi piacevano molto i balli caraibici. Le chiesi di al iscrivermi al corso, ma non fu possibile perche non c’erano partner della mia età, cosi mi iscrisse al corso di Modern Jazz al Balletto di Roma. Dopo qualche tempo, la Signora Franca Bartolomei , direttrice del Centro, mi notò e insistette affinché frequentassi anche i corsi di classico.
Hai studiato al Balletto di Roma e alla Scuola del Teatro dell’Opera sotto la guida di maestri del calibro di Franca Bartolomei e Bella Ratchinkaja; cosa ha rappresentato per te quel periodo e quanto i tuoi insegnanti hanno inciso sulla tua formazione?
Dico sempre che per me la formazione è stata tutto, devo ciò che sono e quello che ho fatto ai miei insegnanti. Ho ricordi bellissimi degli anni trascorsi al Balletto di Roma e sono un grande sostenitore dello studio “matto e disperatissimo”. Credo che, come la cultura possa dare la libertà di parlare, difenderci e perorare le nostre cause, nella danza, lo studio, la tecnica, la voglia di imparare e rinnovarsi ci tenga vivi, attivi e soprattutto ci renda credibili in un panorama danzistico italiano dove oggi la credibilità va un po’ perdendosi fra programmi televisivi di dubbia qualità e danzatori improvvisati con fisici mozzafiato o bei faccini. Uno dei punti di riferimento e ispiratori più grandi nel percorso finora è stata Silvia Martiradonna, promotrice di ricerca sperimentazione e novità, attualmente direttrice della sezione Modern del Centro di Danza Balletto di Roma.
Come tutti ben sanno, quando si è danzatori si è anche allievi per tutta la vita e ,per quanto io possa ritenere il mio percorso di studi COMPLETO , non lo considero ancora CONCLUSO.
Conseguimento, nel 2011 ,di una borsa di studio alla Peridance Capezio Center di New York ad appena ventun’anni! Come sei riuscito a tanto?
La borsa di studio è stata una conquista importante e un’ esperienza di vita che mi ha cambiato prima come uomo, poi come artista e infine come danzatore.
L’ho vinta con un audizione a Roma tenuta da Igal Perry, direttore della Peridance, che si trovava in Italia in quel periodo. Credo che lui abbia creduto in me e abbia visto del potenziale, probabilmente ha ritenuto che io rispecchiassi i canoni artistici che cercavano e che il tutto andasse perfezionato con un esperienza di quel genere.
Una volta in America, di fronte a quali prospettive ti sei trovato?
L’esperienza a New York è stata grandiosa e stimolante sotto ogni aspetto, il livello era alto e le occasioni lavorative tante e di qualità. La vita era frenetica e molto stressante, dopo qualche tempo infatti, Igal Perry che era anche direttore artistico della compagnia Peridace Capezio Dance Company mi ha chiesto di entrare nella compagnia e imparare il repertorio per eventuali futuri spettacoli, il tutto parallelamente all’impegno nella scuola come studente “full time”.
Mi sono trovato in un contesto scolastico e lavorativo di altissimo livello e quindi estremamente stimolante con ballerini completi e pieni di energia, uno spirito di gruppo notevole e un fortissimo senso del dovere e della professionalità.
NY parallelamente offre la possibilità di mettersi in gioco con piccoli progetti, di vivere la danza in maniera poliedrica lavorando con ogni genere di artista.
Nella scuola ero sottoposto a una forte visibilità facendo workshop e ballando con i maestri più bravi e conosciuti di New York, capivo quanto ci fosse ancora da scoprire e indagare sulla danza e vedevo da artisti come Jesse Zaritt , Bronwen Carson o Brice Mousset fino a quali estremi potesse spingersi il nostro corpo e quanto potesse essere varia la nostra espressività in quanto danzatori.
Come coreografo hai presentato i tuoi lavori nelle rassegne del Salvatore Capezio Theatre e negli studi del New York City Center; quali riscontri hai ottenuto?
Sono stato apprezzato per l’originalita, il particolare linguaggio e l’interessante gestualità delle mani (sono sempre stato affascinato dal movimento delle mani ispirato dalla danza kathak) Sono stato incitato da più persone, fra cui Marijke Eliasberg e Jana Hiks (direttrici artistiche di: The Next Stage Project, NYC) ad esporre maggiormente i miei lavori in quanto meritevoli di più visibilità, sono stato guidato nel mio percorso come giovane coreografo da Marlena Wolfe coordinatrice del certificate Program e mentore di noi studenti, che con un forte spirito critico mirato al miglioramento ha saputo darmi consigli sulla mia capacita di gestione delle formazioni, portandomi in breve tempo ad un’ evoluzione.
Cosa si prova a relazionarsi con maestri prestigiosi come Mauro Astolfi, Daniel Ezralow, Igal Perry, Luciano Cannito, Sidra Bell, Silvia Martiradonna che attualmente frequenti?
Da ognuno di loro ho sempre cercato di trarre il meglio, di imparare dalla professionalità e dalla dedizione che ognuno di loro ha dedicato alla danza.
Tutti loro, in maniera diversa, hanno stimolato la mia creatività e ho imparato quanto sia importante essere versatili e pronti ad ogni tipo di esperienza artistica. Con Mauro Astolfi ho ballato in un musical, con Ezrlaow in programmi televisivi, con Cannito nei teatri italiani più prestigiosi in due anni di tour; ogni volta è stata una grande emozione poiché noi danzatori abbiamo la fortuna di lavorare e vivere della nostra passione, con ciò che ci “muove” di più.
L’esperienza con Igal Perry è quella che mi ha cambiato di più facendomi confrontare con un Neoclassico piuttosto moderno.
Ballare con Sidra Bell è stato difficile e stimolante, per chi non la conosca, Sidra Bell ha sviluppato un liguaggio coreografico meraviglioso, codificato con movimenti precisi e minimali che portano un’estetica personale e mirata, ambigua e unica nel suo genere.
Cosa dire di Silvia Martiradonna: insegnante di una vita, amica e artista fenomenale, lavorare con lei, data la confidenza con il suo stile, è stato sempre un piacere.
In che consiste il progetto coreografico “TP & ARTISTS” di cui sei Autore?
“TP & ARTISTS” è un progetto di sperimentazione coreografica in via di sviluppo in cui sto esercitando le mie capacità coreografiche. Ho sempre sognato di creare coreografie e atmosfere. È un progetto con il quale cerco un movimento dinamico e personale lavorando con danzatori di talento. Per me è tutto nuovo ed è una cosa in cui mi lancio con tanto entusiasmo, energia e positività ma allo stesso tempo tanti dubbi e paure sapendo che il panorama in cui cerco di inserirmi presenta una danza provata e in crisi nella quale , nonostante la mia formazione internazionale, ho trovato scetticismo e paura di investire sui giovani.
“TP & ARTISTS” nasce da mio bisogno di esprimermi come artista e dalla voglia di creare. Non esiste una compagnia, un cast fisso per i miei lavori, piuttosto collaboro con danzatori amici e conoscenti che ritengo possano interpretare in maniera fedele ed espressiva il mio linguaggio.
Quali esperienze professionali hai al tuo attivo e quale, tra esse, ti ha procurato maggiore soddisfazione?
La mia prima esperienza lavorativa, e anche la più lunga, è stata nel corpo di ballo della compagnia DCE Danzitalia ; sotto la direzione di Luciano Cannito abbiamo portato in tour “Cassandra” e una rivisitazione della “Carmen” in chiave moderna per quasi 2 anni. Trovo che sia stato un ottimo inizio per me; ho avuto la possibilità di imparare tantissimo sin dal primo giorno e, col tempo, ho acquisito molta confidenza con i due spettacoli, il che ha reso il mio lavoro in compagnia più divertente e soddisfacente. Fra le esperienze lavorative piu emozionanti c’è quella con “PCDC” e ancora con “Alexis Convento & Artists” con cui ho ballato al “Dixon Place” di NY “In This Place With”.
Impegni futuri?
“TP & ARTISTS” parteciperà al Kontejner Festival di Roma a Marzo al Teatro Greco, e ad altri concorsi Italiani. Cercherà supporto rivolgendosi ad associazioni e a circoli privati impegnati nella promozione della cultura e dello spettacolo. In breve intendo iniziare una campagna di foundraising online per ricevere donazioni su internet da chiunque voglia sostenerci. Parallelamente a questo intendo continuare la mia carriera di danzatore, facendo audizioni per lavori in Italia e in Europa.
Nutri altre passioni ? e riesci a soddisfarle nonostante gli impegni?
La mia passione più grande è la musica, la compro per lo più su iTunes e la custodisco gelosamente. Mi piace fare anche dei montaggi video, per ora è una cosa che faccio in modo del tutto amatoriale ma spero di coltivarla studiando ed esercitandomi più avanti con mezzi e attrezzatura adeguati. Fortunatamente essendo sia la musica che il video editing strettamente legati alla danza non ho problemi a conciliare le tre cose che invece si compensano fra loro e mi stimolano come artista.
Se ti chiedessi di definire il mondo della danza in poche parole, cosa mi diresti?
Mi rendo conto che in Italia siamo legati a molti stereotipi e canoni, nonostante questo sogno una danza Italiana libera da filtri e sovrastrutture. Conosco tantissimi artisti di talento che non vengono riconosciuti e premiati come meritano e questo mi rende triste. Credo che sia importante muoversi e agire sempre, combattere per una danza che sia al passo coi tempi.
a cura di Anna Bruno
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