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odore di cinema..
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. DI SICURO, PER ADESSO, C’È SOLO IL POSTER STUPENDO CON NEWMAN-WOODWARD E IL FILM DI APERTURA, UN DI CAPRIO-“GRANDE GATSBY” DIRETTO DA LUHRMANN - PER IL 14 MAGGIO IN BALLO 40-50 TITOLI FORTI: SOFIA COPPOLA CON LE TEENAGER “CELEBRO-LESE” DI “THE BLING RING”, I FRATELLI COHEN, SODERBERGH SUL FROCISSIMO LIBERACE, IL NUOVO CONFUSO CAPOLAVORO ANNUNCIATO DI MALICK, LA “VENERE IN PELLICCIA” DI POLANSKI - ITALIANI: SORRENTINO, FORSE LUCHETTI O EMMA DANTE. DESOLANTE
Marco Giusti
Di sicuro, per adesso, c'è solo il manifesto con Paul Newman e Joanne Woodward che si baciano in un bel bianco e nero d'epoca. Oltre a Steven Spielberg presidente di giuria e il già dichiarato film d'apertura, "The Great Gatsby" di Baz Luhrmann con Leonardo Di Caprio, Tobey McGuire, Carey Mulligan e la musica di Jay-Z.
GATSBY DICAPRIO X
Però già vengono dati come sicuri o quasi una serie di titoli che non dovrebbero mancare in questa edizione del Festival di Cannes 2013, che si svolgerà tra il 14 e il 26 maggio prossimi. Il problema è che, quest'anno, il direttore, Thierry Frémaux, si è venuto a trovare tra le mani qualcosa come 40-50 titoli davvero forti, che alla fine dovrà dividere con Venezia e Toronto.
DIANA NAOMI WATTS DI HIRSCHBIEGEL
La causa, sembra, sia nella velocità con cui il nuovo cinema girato e montato in gran parte in digitale viene realizzato. Questo ha formato una specie di intoppo, troppi film da selezionare e troppi film buoni, anche se molti, proprio per i tempi del digitale e degli effetti speciali, è probabile che non siano davvero pronti per maggio.
Ma questo non lo si saprà fino all'ultimo. Come un misterioso ultimo film di Jean-Luc Godard in 3D dal titolo profetico "Adieu au langage". Altro che Beppe Grillo e i suoi vaffa-day. Va detto, però, che in tutti gli elenchi dei film pronti e possibili figura un solo titolo italiano, "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino con Toni Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli.
CHIARA MASTROIANNI VINCENT LINDON LES SALAUDS CLAIRE DENIS
Potrebbero anche esserci il film di Daniele Luchetti, "Storia mitologica della mia famiglia", o l'opera prima di Emma Dante, "Via Castellana Bandiera" con Alba Rohrwacher, ma non figurano in nessun articolo della stampa straniera. Tra i più citati, invece, una bella serie di registi famosi e molto legati a Cannes con film difficilmente non destinati al concorso maggiore. Come Sofia Coppola e il suo "The Bling Ring" con Emma Watson, storia di teenager infoiatissime delle star che, complici Twitter e social network, vanno per Los Angeles a colpo sicuro a ripulire gli armadi di Paris Hilton e Lindsay Lohan. Il trailer è davvero notevole.
VERDONE COI BAFFI NEL FILM DI SORRENTINO
O i fratelli Cohen, con l'interessantissimo "Inside Llewyn Davis", sorta di ritratto romanzato del folk singer Dave Van Ronk nel Village degli anni '60, tra discografici sòla e geni alla Bob Dylan, con protagonisti Oscar Isaac, Carey Mulligan e il grosso John Goodman. O Steven Soderbergh, con il film televisivo per la HBO "Behind the Candelabra", biopic del pianista ultragaio Liberace con Michael Douglas come Liberace e Matt Damon in quelli del suo amante Scott Thorson (ma ci sono anche Dan Aykroyd e Debbie Reynolds!).
TWELVE YEARS A SLAVE DI MCQUEEN
SORRENTINO SUL SET DI LA GRANDE BELLEZZA
O Steve McQueen, che dopo "Hunger" e "Shame" ritrova Michael Fassbender per il suo film sulla schiavitù, "Twelve Years a Slave", che vede tra i protagonisti anche Brad Pitt, Chiwetel Ejiofor e Quvenzhané Wallis, la bambina prodigio di "Re dela terra selvaggia". Ci sarebbe anche Woody Allen con il film del suo ritorno in patria (era ora, va, se la riprendano un po' loro...), "Blue Jasmine", tutto ambientato a San Francisco, con Cate Blanchett, Alec Baldwin, Sally Hawkins, sulla crisi di una casalinga di mezza età.
INSIDE LLEWYN DAVIS DEI COHEN JPEG
Terrence Malick minaccia di presentare a Cannes un altro dei suoi confusi capolavori per la gioia di Cruzio Maltese, "Knight of Cups" con Christian Bale protagonista e la partecipazione di Ryan Gosling, Natalie Portman e Antonio Banderas, ma c'è il mistero più fitto sulla lavorazione e sulla storia. Pronto invece Roman Polanski con la sua commedia sadomaso "Venus in Furs", tratta dalla recente piece di David Ives, interpretata dalla moglie, Emmanuelle Seigneur, e da Mathieu Amalric.
E' una specie di commedia a due anche il nuovo film di Arnaud Desplechin, "Jimmy Picard", ancora con Mathieu Amalric come psicanalista e Benicio Del Toro come indiano piede nero che torna malconcio dalla Seconda Guerra Mondiale. I francesi puntano parecchio sul nuovo film di Jean-Pierre Jeunet, il regista di "Amélie", "The Young and Prodigious Pivet", tratto da un romanzo fantasy di Reif Larson, una stravaganza in 3D con Kyle Catlett, Helena Bonham Carter e Judy Davis.
KATE BLANCHETT SUL SET DI BLUE JASMINE DI WOODY ALLEN JPEG
Vengono dati come sicuri in concorso "Les salauds" di Claire Denis, storia di una vedova con figlioletto, Chiara Mastroianni, che si deve vendicare dell'uomo d'affari che l'ha ridotta sul lastrico, e "Abus de faiblesse" di Catherine Breillat, dove Isabelle Huppert si confronta con un ragazzaccio, il rapper Kool Shen, che l'ha rapinata.
Spingono parecchio "Blood Ties", primo film girato in America di Guillaume Canet con James Caan, Marion Cotillard e Billy Crudup, storia di due fratelli, uno gangster e l'altro avvocato nella Brooklyn anni '70, per non parlare di "Le bleu est une couleur chaude" di Abdellatif Kechiche, il regista di "Cous Cous", con la bellissima Léa Seydoux o di "Le passé", primo film francese dell'iraniano Ashgar Farhadi, il regista di "Una separazione" con Bérenice Bejo protagonista.
MARION COTILLARD BLOOD TIES SET WITH GUILLAUME CANET
E vorrebbero, almeno fuori concorso, l'opera di un vecchio maestro, Bertrand Tavernier, "Quai d'Orsay" con Thierry Lhermitte. Frameaux vorrà sicuramente anche "Low Life" di James Gray, un altro ritratto dell'America minore del regista di "Two Lovers", con Joaquin Phoenix e Marion Cotillard in versione profuga polacca dfalla vita dolorosa pronta alla lacrima.
Più che possibile che o "Diana" di Oliver Hirschbiegel, non scordato regista di "La vita degli altri", con Naomi Watts o "Grace" di Olivier Dahan con Nicole Kidman siano presentati a Cannes, anche se Harvey Weinstein ha prenotato per "Grace" un'uscita natalizia che farebbe scivolare "Grace" su Toronto o Venezia. Meglio a Cannes. Molto atteso anche il nuovo film di Nicholas Winding Refn con la sua star Ryan Gosling, "Only God Forgive", con l'eroe ultracool di "Drive" che si scatena con chi gli ha ucciso il fratello in quel Bangkok. Violentissimo.
Speriamo non abbia dimentico lo stecchino. Sul sito "Indiewire" è segnalato come imperdibile per Cannes il nuovo film di Lee Daniels, il regista nero di "Paper Boy" e "Precious", cioè "The Butler", gran ritorno al cinema della diva della tv Oprah Winfrey nei panni di una domestica che accudisce ben otto presidenti americani e relative first ladies, tutti interpretati da star, Robin Williams è Eisenhauer, John Cusack è Nixon, James Mardsen è Kennedy, Liev Schrieber è Johnson, Alan Rickman è Reagan. Possibile che non sia però pronto, come il fantascientifico in 3D da 80 milioni di dollari "Gravity", diretto del messicano Alfonso Cuaron con Sandra Bullock e George Clooney protagonisti che fanno i sopravvissuti su un'astronave.
E' tratto da un maestro della fantascienza, Stanislav Lem, anche "The Congress" dell'israeliano Ari Forman, il regista dell'innovativo cartone animato "Valzer con Bashir". Anche qui la complicazione degli effetti potrebbe spingere il film verso le date veneziane.
Tra gli altri film che potrebbero essere pronti e scelti si va dai vampiri snob di Jim Jarmusch, "Only Lovers Left Alive", con Tilda Swinton, Mia Wasikowska e John Hurt, alla nuova opera di Michel Gondry, "Mood Indigo", tratto da "L'ecume des jours" di Boris Vian che già ebbe una versione cinematografica, a una spy story tratta da John Le Carré: ma c'è anche "A Most Wanted Man", diretto da Anton Corbijn ("Control") con Philip Seymour Hoffman e Roachel McAdams protagonisti.
Niente male neanche "Nebraska", road movie in bianco e nero di Alexander Payne ("About Schmidt", "The Descendants") con una padre e un figlio, Bruce Dern e Will Forte, in viaggio dal Montana al Nebraska.Tra gli orientali, sono pronti i nuovi film di Jonnie To, "Blind Detective", Eric Khoo, "The Charming Rose", storia di una spogliarellista nella Singapore degli anni'50, Kiyoshi Kurosawa, "A Perfect Day for a Plesiosaur".
Il coreano Bong Joon Ho, il regista di "The Host", ha pronto il suo primo film occidentale, il postatomico "Snow Piercer", tratto da una celebre graphic novel, con Chris Evans, Jamie Bell e la molto gettonata Tilda Swinton. Non si sa a che punto siano le lavorazioni, invece, di "Malavita" di Luc Besson o di "The Zero Theorem", il film che Terry Gilliam ha tratto dalla sceneggiatura di un professore universitario, fantasy misteriosa sull'origine del mondo (sempre esagerato), con un megacast che va da Christoph Waltz a, ancora una volta, Tilda Swinton.
Il dramma di Thierry Frémaux, insomma, ammesso che sia un dramma, è proprio nell'aver troppi film, soprattutto troppi film di abbonati di Cannes, da dover scegliere. Non potendo scontentare i poteri forti del cinema francese e neppure Hollywood, che non ha film di major, ammesso che non si recuperino fuori concorso "Monster University" di Dan Scanlon o "Man of Steel" di Zack W Snyder. Meglio così. Certo, per il nostro cinema, a parte il kolossal post-cafonal "La grande bellezza" c'è proprio pochino. Un vuoto abbastanza desolante.
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