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Diva... di se stessa ...
VIRNA LISI RACCONTA A ORIANA FALLACI: ‘’CHE C’ENTRO CON MARILYN MONROE?’’ – AVEVA RAGIONE: E SE NE ACCORSE BEN PRESTO ANCHE HOLLYWOOD
Intervista di Oriana Fallaci a Virna Lisi pubblicata dal “Corriere della Sera”
Lungo il Sunset Boulevard, a Hollywood, c’è un enorme cartello: sei metri per dieci. Sul cartello sta scritto: «Questo nome si pronuncia così: Virna Lisi». In inglese Virna Lisi si legge Vairna Laisi, per leggere Virna Lisi bisogna scrivere Verna Lesy: tutti invece leggono Virna Lisi e questa, mi pare, è la prima vittoria della ragazza che in Italia non abbiamo mai preso molto sul serio.
La seconda vittoria è il contratto che ha firmato con la Paramount: due film all’anno da girare per sette anni negli Stati Uniti o in Europa, un primo film dove sostituisce la Monroe. How to Murder Your Wife (Come uccidere vostra moglie) era stato scritto infatti per Marilyn Monroe e, scomparsa lei, era stato offerto a Brigitte Bardot che non aveva avuto il coraggio di dire sì. (…)
Dunque gli americani vogliono farle sostituire Marilyn Monroe (...). Non le pare, questa, una impresa un po’ audace? Una responsabilità un po’ pesante?
«Ma io non ci penso nemmeno a sostituire la Monroe. Sono mesi che glielo dico, mio Dio, siete pazzi, come si fa a sostituire la Monroe, con me poi, con quel pochino di seno che mi ritrovo, non che sia una questione di seno, s’intende, è che sono diversa fisicamente, psicologicamente, emotivamente. Che c’entro con Marilyn Monroe? Dica: che c’entro?».
Guardi, nulla. Proprio nulla.
«Dicessero: devi sostituire Grace Kelly. Bè, capirei. Con lei ho molte cose in comune, le assomiglio come tipo fisico, come carattere, vita privata ineccepibile, disciplina (...) Avrei voluto strillare, perché non dite che io sono io, perché volete farmi diventare un’altra?».
E glielo disse, alla fine?
«No, che non gliel’ho detto. Volevo quella parte, non son mica scema. Quando uno diceva Grace Kelly assumevo un’aria distaccata, elegante, proprio da Grace Kelly, quando l’altro diceva Marilyn Monroe assumevo un’aria svampita, un po’ scema. Comunque ha vinto il produttore ed eccomi qua, a imitare la Monroe (…) ».
L’hanno presentata come un’italiana molto seria, molto sofisticata, molto ricca: insomma la tipica ragazza che non ha bisogno di lavorare perché è piena di soldi. Qualcosa di mezzo tra Gloria Vanderbilt e Barbara Hutton.
«Secondo loro fa chic».
Già. E lei si guarda dallo smentire.
«Perché dovrei? Anche quello fa parte del gioco».
Già. Il gioco per avere successo: perché è molto ambiziosa. Molto, molto ambiziosa. Incredibilmente ambiziosa. O mi sbaglio?
«Non si sbaglia affatto, lo sono. L’ambizione non è mica una colpa, non è mica un peccato. Lo sono: ma con saggezza. (…) Ho i lineamenti di bambola ma non sono affatto una bambola. (…)».
Non è contenta d’esser così bella?
«Essere bella non significa avere una faccia di bambola come la mia. Bella, secondo me, è Jeanne Moreau, lo è stata Katharine Hepburn. Io ho sempre avuto un volto di pupattola e ne ho sempre sofferto. (…) Attendo con impazienza le rughe, la vecchiaia: la gente mi prenderà più sul serio, potrò interpretare ruoli più intelligenti. (…) ».
2. VIRNA LISI: DISASTRO AMERICANO
Marco Giusti per "Il manifesto"
"Ho detto qualcosa che non va?" - "Nooo! Con quella bocca puo dire ciò che vuole!". Per chi è cresciuto con la televisione degli anni '50 e '60, Virna Lisi, scomparsa ieri a 77 anni, ancora bellissima, è stata una specie di primo mito del piccolo schermo. Non solo per la lunghissima serie di Caroselli del dentrificio Chlorodont in gran parte scritti da Marcello Marchesi (e non Gualtiero come ho letto da qualche parte), che ne seguirono quasi settimana per settimana il successo prima nazionale poi internazionale, ma anche per il suo ruolo di star nei nostri primi sceneggiati, come "Orgoglio e pregiudizio", "Ottocento", dove era La Contessa di Castiglione e, soprattutto, "Una tragedia america", dove aveva il ruolo della sfortunata Sondra, bella e povera, che viene massacrata dal perfido Warner Bentivegna.
A scuola dicevamo tutti "Sondra, Sondra!", come ripetevamo il sorriso del Chlorodont e la frasetta del codino finale che fece la sua prima fortuna assieme a quel malizioso neo sulla guancia. In realtà Virna Lisi si era fatta le ossa, non più che ragazzina, allora tondina e castana, con molti film napoletani di serie B già nei primi anni '50, come E Napoli canta, Desiderio ’e sole, Lettere napoletane, Addio Napoli, diretti da registi un po' anonimi come Armando Grottini, Giorgio Pastina, Roberto Bianchi Montero, Luigi Capuano detto "’O Commandante" a fianco di star dell’ugola come Giacomo Rondinella.
Solo grazie al successo televisivo tra Carosello e gli sceneggiati arriverà al contratto con la Titanus che la vedrà approdare al peplum nel fondamentale Romolo e Remo di Sergio Corbucci, dove sembra che il forzuto Steve Reeves non riuscisse a tenerla in braccia e la fece cadere malamente, e nel curioso comico al-lstars Il giorno più corto a fianco di Franco e Ciccio.
Nello stesso periodo si decise di lanciarla nel cinema vero, ma non fu un successo il suo ruolo da protagonista nel pur geniale Eva di Joseph Losey, come lei stessa ricorda, non amata né dal regista né dal protagonista Stalnely Baker che la baciava con la bocca piena d’aglio. Meglio il cappa e spada francesce Il tulipano nero di Christian-Jacque dove recita a un altro bello da coproduzione come Alain Delon. Ma non fu facile, allora, farsi valere al cinema da registi importanti solo grazie alla fama della tv.
Neanche il suo esordio americano, Come uccidere vostra moglie di Richard Quine, dove è appunto la moglie da uccidere di Jack Lemmon, fu un gran successo. Noi ragazzini rimanemmo malissimo a vederla tratta come la moglie un po’ scemarella di una delle nostre star più amate. Doppiamente ridicolizzata, inoltre, dal fatto di vederle fare l’italiana bellona da macchietta, ma doppiata come greca! Un disastro.
Però Hollywood le aprì le porte non solo per una nuova serie di caroselli del Chlorodont, ma soprattutto del nostro cinema di serie A, divisa tra Dino Risi, Luigi Zampa, Nanni Loy, Carlo Lizzani, Pietro Germi pronti a contendersela come una Marilyn Monroe italiana. Se il suo film migliore del momento fu Signori e signore di Germi, capolavoro sulla vita di provincia nel veneto, non dimentichiamo l’episodio di Dino Risi, che la adorava, in Le bambole, dove Nino Manfredi, in una afosa giornata estiva cerca inutilmente di far l’amore con lei, che è più interessata a parlare al telefono.
Ovvio che si diriga quindi dalla vicina della casa di fronte, non una santa, la tradisca e poi torni tranquillamente nel suo appartamente mentre la moglie è ancora presa dalla conversazione. Non furono successi né La donna del lago di Luigi Bazzoni e Franco Rossellini, né Casanova 70, malgrado la regia di Mario Monicelli e la presenza di Marcello Mastroianni, ma ormai Virna Lisi era entrata nel giro giusto.
Nella nostra commedia si specializzerà nel ruolo della bionda un po’ algida e pariolina, come la vediamo in film da recuperare come il curiosissimo Oggi, domani e dopodomani, dove dirige il suo episodio addirittura Eduardo de Filippo e ne Le dolci signore di Zampa.
Davvero modesti però i suoi film americani come il tremendo U-112 assalto al Queen Mary con Frank Sinatra, Due assi nella manica, dove si divide tra George C. Scott e Tony Curtis, La statua con David Niven, trashissimo, dove tutto gira attorno a un pisello di marmo, e non sono meglio i suoi film quasi americani, cioè girati in Italia in inglese per il mercato americano come La ragazza e il generale di Pasquale Festa Campanile dove recita con un Rod Steiger insopportabile.
Meglio il raro Arabella di Mario Bolognini dove recita, sempre in inglese, tra James Fox, Terry Thomas e Margaret Rutheford o Tenderly di Franco Brusati con George Segal. Purtroppo non visse bene il fatto che per il ruolo da protagonista di Barbarella le venisse preferita Jane Fonda, anche se non era affatto giusta per la parte, troppo signora, poco pop. E’ difficilisismo da trovare il notevole Giochi pericolosi di Lorenzo Indovina, dove assieme a Marcello Mastroianni e Timothy Dalton danno vita al caso della Contessa Casati.
Attrice più sbarazzina e interessante di quanto la cronaca ci descrivesse, con la sua famiglia romana alto-borghese, Virna Lisi si concesse delle belle prove da attrice già non più giovanissima. Non solo La cicala di Alberta Lattuada, che nel 1980 la riposizionò tra le nostri attrici maggiori, o i cultissimi Sapore di mare e Amarsi un po’ di Carlo Vanzina che la immortalarono come divinità pariola, ma anche film più difficili come Al di là del bene e del male di Liliana Cavani, Ernesto di Salvatore Samperi, fino a La regina Margot di Patrice Chéreau che le fruttò un incredibile premio come Miglior Attrice a Cannes nel 1994. Il resto furono decine di fiction per la Rai e per Mediaset, anche a fianco di Sabrina Ferilli come il recente Baciamo le mani. Nel 2015 è segnalato un Latin Lover a regia Cristina Comencini. Lo ha girato? Sì, è il suo ultimo film.
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