IL CINEPANETTONE VA DI TRAVERSO A DE LAURENTIIS: 3 MILIONI € IN MENO DELLO SCORSO ANNO – MA IL NATALE È UN MEZZO DISASTRO PER TUTTO IL CINEMA ITALIANO: 8 MLN IN MENO PER PIERACCIONI (DI MARILYN CE N’È UNA SOLA) – E PER FORTUNA CHE “AVATAR” NON È ANCORA USCITO – È TEMPO DI RIVIDERE LA FORMULA?...
Michele Anselmi per "Il Riformista"
Vorrà dire qualcosa? L'anno scorso, passata la Befana, un trionfale comunicato dell'ufficio stampa di Aurelio De Laurentiis informava: "Al 6 gennaio ‘Natale a Rio' ha incassato 600 mila euro in più rispetto a ‘Natale in crociera'. Attualmente il film ha ottenuto in tutto 23 milioni e 200 mila euro. Comprese le sale non monitorate da Cinetel, arriva a 25 milioni e 700 mila euro".
Nessun comunicato del genere è arrivato ieri. Si può capire il perché. Sceso al quarto posto nel box-office settimanale, "Natale a Beverly Hills" s'è fermato a 20 milioni e 274 mila, con una malinconica media a copia di 1.052 euro. Significa che, come minimo, mancano all'appello 3 milioni tondi tondi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Difficilmente le cose miglioreranno. "Io, loro e Lara" di Carlo Verdone è partito come un razzo, totalizzando 3 milioni di euro in due giorni, martedì e mercoledì, mentre "Sherlock Holmes", rivelazione di questo cine-Natale, sta allegramente marciando verso i 15 milioni, insidiando l'ottimo risultato di "A Christmas Carol".
Anche "Hachiko", il cosiddetto cane-panettone con Richard Gere, ha battuto De Sica nel periodo tra il 30 dicembre e il 6 gennaio, piazzandosi a quota 3 milioni, e vedrete che il passa parola aiuterà. Deludenti invece, rispetto alle attese, i risultati di "Io & Marilyn" di Leonardo Pieraccioni e del cartoon "La principessa e il ranocchio": il primo ha superato di poco i 12 milioni (in genere il comico toscano arrivava a 20-22 ), il secondo è a 8 milioni e 300 mila euro (poco per un Disney movie, sia pure disegnato all'antica e con una protagonista di colore).
Al di là della qualità dei singoli film, che pure conta, eccome, si può trarre un'indicazione generale? Forse una prima considerazione è questa: il cinepanettone più o meno "coprofago" mostra l'età. Venticinque puntate sono tante. Titolare della formula magica, Aurelio De Laurentiis ha saputo correggere il tiro, modificare la struttura, rinnovare il cast, precisare gli ingredienti (più parolacce meno parolacce, allusioni al sesso ma niente nudi, Boldi & De Sica a farsi i dispetti finché la coppia non è scoppiata, via la satira sociale dentro tanto product placement).
E tuttavia 3 milioni in meno, nella prospettiva stringente del produttore napoletano, sono una bella scoppola. Come attesta la classifica (dati Cinetel) degli ultimi cine-panettoni, con "Natale a Beverly Hills" si torna ai livelli di "Natale a Miami", 2005, rimasto sotto i 21 milioni di euro.
Nel frattempo però, in confronto all'anno scorso, è salita la cifra totale degli incassi, grazie anche alla fortuna del 3D: 623 milioni di euro significa quasi il 5 per cento in più. E chissà quanto avrebbe totalizzato De Sica, protagonista di un'intervista-autogol sul "Corriere della Sera", se "Avatar" fosse arrivato nelle sale il 18 dicembre, come nel resto del mondo. Ora però, insieme a Roberto Faenza che profetizza per via delle "armate" di Cameron "una vita ridotta a videogame", sono altri a tremare: Verdone ha dovuto anticipare l'uscita del suo film al 5 gennaio, provocando qualche mal di pancia alla concorrenza, e certo non sarà facile per gli italiani ai blocchi di partenza ("La prima cosa bella" di Virzì, "Baciami ancora" di Muccino, "Cosa voglio di più" di Soldini, "Il figlio più piccolo" di Avati) recuperare la quota di mercato persa progressivamente nel 2009, fino a scendere a un preoccupante 20,27 per cento.
Né si può dire che sul fronte home video, bersagliato da una pirateria sempre più aggressiva, le cose vadano meglio. Collegarsi per credere alla classifica dei dvd più venduti di Ibs.it: solo al 33esimo posto, sui primi 100, troviamo "Vincere" di Marco Bellocchio, seguito da "Si può fare" di Giulio Manfredonia.
Nella fascia alta troneggiano invece titoli come "L'era glaciale 3" o "Harry Potter e il principe mezzosangue", insieme al sempreverde "Biancaneve e i sette nani" e al più sorprendente "Ponyo sulla scogliera".
Naturalmente, se "Natale a Beverly Hills" mostra qualche ruga nonostante gli infiniti lifting (e le polemiche sul buffo interesse culturale nazionale richiesto per accedere agli sgravi fiscali), anche Pieraccioni ha poco da sorridere. Due anni fa "Una moglie bellissima" superò i 20 milioni di euro, 8 in più di questo.
Che sta succedendo? Non ha funzionato la storiella, piuttosto ectoplasmatica in verità, del fantasma di Marilyn evocato in una seduta spiritica o si sta appannando la comicità, lieve e gentile ma rischiosamente ripetitiva, dell'attore-regista fiorentino? Un campanello d'allarme già suonato l'anno scorso per Aldo, Giovanni e Giacomo, altro trio natalizio alla ricerca di qualche buona idea per non morire cinematograficamente.
Purtroppo - in questo De Laurentiis ha ragione - non è facile congegnare il perfetto film di Natale. Magari, però, si potrebbe ripartire proprio da lì, abolendo qualche consuetudine invecchiata e scommettendo sulla curiosità degli spettatori. In fine dei conti, nessuno, neanche alla Warner Bros, s'aspettava che "Sherlock Holmes" avrebbe fatto un simile sfracello nell'Italia impigrita dei cinepanetto