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Intervista a Francesca Garofalo 1° Premio per la Narrativa al XVII° Premio letterario internazionale Napoli Cultural Classic
10/06/2022
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07/06/2022
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17° Premio letterario internazionale NCC - Bando 2021/2022
23/11/2021
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23/11/2021
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23/11/2021
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08/08/2022
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25/07/2022
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20/07/2022
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19/07/2022
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INTERVISTE ESCLUSIVE NAPOLI CULTURAL CLASSIC- IRMA CARDANO E LA DANZA
DI CHI PARLIAMO
IRMA CARDANO
Quali ricadute umane e professionali ha avuto su di te la frequentazione di maestri illustri della danza mondiale?
Io non potrei essere l'artista e la persona che sono senza aver avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino grandi artisti e maestri. Devo molto al mio primo maestro, Pierluigi Marzoni, un grande artista, come sua figlia Helene, attualmente all'opera di Nizza. Renato Greco, il primo a credere in me come coreografa e punto di riferimento per molti professionisti nella sua mitica scuola a piazza della Repubblica, il maestro Luigi e Matt Mattox nella mia prima formazione.
Poi è venuto il periodo americano; per 14 anni mi sono recata negli Stati Uniti perché sentivo il bisogno di allargare i miei orizzonti artistici. In questo periodo ho conosciuto artisti ma anche persone meravigliose, tra cui i maestri Max Stone, Alaine Danielson, e i miei cari amici Chet Walker e Bill Hastings con cui continua un'intensa e attiva collaborazione.
Poiché sono una persona che cerca sempre di andare oltre, nel 2013 ho conseguito la laurea presso l'Accademia Nazionale di Danza a Roma per l'insegnamento delle discipline coreutiche – danza contemporanea.
Tanti sacrifici, ma un percorso che rifare,i perché ho avuto modo di conoscere maestri molto competenti e professionali (tra cui Dino Verga, Cristina Caponera, Elena Viti, Francesca Falcone).
Oggi si incontrano tanti ragazzi poco più che ventenni che si fanno chiamare “maestri”, questo mi fa un po’ sorridere, poiché così giovani, non si può avere la dovuta esperienza di vita e artistica che puoi acquisire solo con gli anni, mettendo pietra su pietra.
Infatti, il nome maestro ha una sua sacralità: è una persona competente ed esperta in grado di trasmettere le sue conoscenze attraverso un'adeguata formazione artistica e didattica che si raggiunge solo con gli anni.
Quanto conta nella tua vita la danza?
La risposta è immediata: “ è l'aria che respiro!”
Come tutti, ho avuto, nel mio percorso di vita, momenti terribili in cui ho dovuto dare fondo a tutte le mie risorse per superarli, ma penso che la danza abbia avuto un ruolo determinante dandomi un aiuto enorme. Quand'ero ragazza tutti i miei amici, che non vivevano questo mondo, pensavano che io fossi una ragazza strana, perché molto spesso rinunciavo a feste e mondanità in quanto ero impegnata in prove e spettacoli. Ma io non solo non mi sentivo e non mi sento strana, ma penso invece, di essere una donna fortunata per essere riuscita a realizzare ciò che da bambina era solo un sogno! Sono felice quando sono in sala con i miei allievi o con i danzatori della mia compagnia, creando con loro le mie coreografie; è il mio modo unico e speciale di comunicare le emozioni che riesco a esprimere meglio che con le parole. Tutto ciò è meraviglioso e appagante!
Tanti spettacoli importanti a cui hai partecipato prima come danzatrice e poi come coreografa, calcando le scene dei più grandi teatri: quale il più interessante per le opportunità che ti ha dato e hai dato?
Ogni spettacolo ha lasciato il segno nella mia vita artistica, ma penso che abbia fatto la più grande esperienza con la compagnia Ivir Danza che ho creato alla fine degli anni 80 e con cui riuscivo a realizzare oltre 40 spettacoli all'anno, viaggiando per l'Italia, dal sud al nord.
Come momento bellissimo ricordo la tournèè in USA, Virgina, 2013 quando, alla fine dell'ultimo spettacolo ci fu una “standing ovation”.
Io ero dietro le quinte e mi emozionai a tal punto da non riuscire a camminare.
Non lo dimenticherò più!
A cosa ti stai dedicando ora e quali i tuoi prossimi impegni?
Sto viaggiando molto per il mondo con la mia danza, anche con il supporto dell' “European Choreographic Organizzation”, ente di promozione danza. Sono da poco ritornata da Rotterdam, Olanda, dove ho incontrato numerosi danzatori e artisti. Solo nell'ultimo anno, 2015, sono stata in Grecia, presso la “Seresta Company” di Cristina Beskou; Russia, San Petersbourg “Herzen University”, USA Miami “Arts Cultural Center” e Armenia, Yeveran e Vanadzor dove ho realizzato, in 4 giorni, una coreografia con dei ragazzi meravigliosi, che è andata in scena al “Vanadzor State Art College”.
Nei prossimi mesi ci sono tanti progetti, tra cui una residenza di un mese a Detroit USA, dove dovrò mettere in scena la mia coreografia “Connection”.
C’è spazio per la danza in Italia?
La condizione della danza in Italia è davvero in un momento critico. C'è un pressapochismo, un' ignoranza che lasciano basiti. Purtroppo, in molti casi, la danza è diventata molto poco ARTE e molto BUSINESS. Ne sono un esempio, le centinaia e centinaia di concorsi che fioriscono come funghi dove spesso si inventano i premi più assurdi, con assegnazione di infinite borse di studio pur di accontentare e di far vincere tutti i partecipanti, a discapito, molte volte, di una vera qualità artistica. Per non parlare della fioritura di scuole di danza. Non scendo nello specifico, ma auspico vivamente che attraverso le varie campagne di sensibilizzazione, tra cui quelle portate avanti dalle Sig.ea Amalia Salzano e Rosanna Pasi, che il governo possa presto occuparsi di questo delicato argomento relativo all'insegnamento della danza e dare così dignità agli insegnanti di danza e garanzia agli utenti.
C’è un danzatore in particolare che vorresti dirigere …
.
E’ ovvio che moltissimi coreografi vorrebbero vedere una propria coreografia danzata da un grande professionista, come può essere Roberto Bolle, ma io sono felice di creare un mio lavoro su qualsiasi buon danzatore che abbia una spiccata sensibilità artistica e, ovviamente, una buona tecnica, in grado di interpretare l'emozione che voglio in quel momento trasmettere attraverso il suo movimento.
Ha mai prodotto uno spettacolo di danza …
Si, ho prodotto parecchi spettacoli, ma voglio ricordare in particolare “Singhiozzi D'acqua” coreografia ispirata a Yerma di G. Lorca; con voce recitante di Isa Danieli, regia Riccardo De Luca e con le belle scene di Tonino Di Ronza. La compagnia girò moltissimo per l'Italia con questo spettacolo. Ricordo con grande emozione quello di Venezia, al teatro “Fondamenta Nuova”, con un grande pubblico che apprezzò molto lo spettacolo.
Cosa rappresenta Spoleto per la danza.
A proposito dei concorsi, a cui ho accennato prima, Spoleto, è uno di quei concorsi, come Rieti, Danzasi, e pochi altri, che hanno un percorso di anni alle loro spalle e dove si respira competenza e professionalità.
Sei stata la prima nel 2001 a ricevere il Premio festival Napoli Cultural Classic per la sezione danza, premio assegnato poi a danzatori come Giuseppe Picone, Dino Verga, Giuseppe Parente, Annamaria Prina, Andrea Volpintesta, Timofej Andrijashenco, Francesco Ventriglia , Sabrina Brazzo, insieme a esperti della danza come Sara Zuccari ... Cosa ricordi di quel premio?
Ricordo un'atmosfera bellissima, con un cielo stellato, e tutto la staff organizzativo che si prodigava per la riuscita della manifestazione in modo molto serio e professionale. Ho vinto tanti premi nella mia carriera ma sono stata particolarmente felice nel ricevere il premio “Festival Napoli Cultural Classic”, come prima edizione in assoluto.
Un sogno nel cassetto?
Che Dio mi dia la forza, fino alla fine dei miei giorni, di danzare e far danzare!!
Ovviamente avendo vicino le persone che amo e che mi vogliono bene.
Irma Cardano
Redazione Napoli Cultural Classic
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