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10/06/2022
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07/06/2022
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17° Premio letterario internazionale NCC - Bando 2021/2022
23/11/2021
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19/07/2022
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Sandro Di Stefano..la grande musica...."sono convinto che un sogno sia un obiettivo"
Come nasce la Sua passione per la musica applicata ?
Da bambino, almeno fino ai 10 anni circa, non avevo la “spinta” a suonare uno strumento che forse potrebbe sembrare normale per uno che poi è diventato musicista a tutto tondo. Sono stato Diesel (ride).
Diciamo pure che ero attratto dalla musica ma non dal suonarla. Mi emozionava ma tutto finiva lì.
Poi verso i 13, iniziò a piacermi di suonarla anche, entrai in conservatorio e terminai anche gli studi Accademici.
Oggi posso dire che da bambino la musica per me era una componente indotta che ho sempre ritenuto parte di qualcos’altro e mai assoluta ed esaustiva.
Lo dico perché ricordo che rimasi molto colpito da una musica che poi scoprii essere quella di Metti una sera a cena di Ennio Morricone. Non avevo gli strumenti per capire la musica ed il cinema ma ricordo che musicalmente restai affascinato da questa “canzone” che ripeteva le stesse tre note in maniera quasi ossessiva. Si depositò in me senza che io me ne accorgessi ed infatti più avanti iniziai ad interessarmi a questa forma mista di espressione notando che il mio respiro musicale era aderente a quella applicazione : sono infatti portato a dire tutto e subito musicalmente, senza grandi introduzioni, senza grandi sviluppi; come nel cinema è la chiave del mestiere : immediatezza e tempi ristretti per dire tutto in poco tempo.
Molti anni dopo, già terminati gli studi accademici, quasi per caso, la scuola di Mogol in Umbria mise a bando alcune borse studiare composizione per la musica applicata. Partecipai al bando, vinsi ed entrai nella scuola studiando con Stelvio Cipriani. Da li in poi lentamente - corto dopo corto, spot dopo spot - mi ritrovai a fare questo mestiere, in contemporanea al mio lavoro del tempo che era l’insegnante di chitarra.
Qualcosa che adesso non so raccontare ha voluto che oggi sia diventata la mia unica professione, direi vita.
Lei ha sperimentato un sistema innovativo ed unico al mondo per apprendere composizione, arrangiamento e direzione d’orchestra nella musica da film. Ci spiega brevemente di che cosa si tratta?
Il nostro tempo ci sta regalando grandi opportunità di comunicazione. Internet ci ha permesso di dialogare a grandi distanze, anni fa impensabili. Questo, evolvendosi sempre di più, ha portato ad una naturale invenzione di altro più evoluto.
Con il portale web “lezionidimusicaonline.com” stiamo sperimentando con successo la didattica della musica applicata, on line.
Un sistema innovativo ed unico al mondo per apprendere composizione, arrangiamento e direzione d’orchestra nella musica da film. Attraverso un sistema di condivisione molto avanzato e comodamente da casa, permette ai fruitori di dialogare con il Docente in maniera assolutamente reale, veloce e rigorosamente in diretta attraverso audio, video e materiali. Al passo con i tempi e con le esigenze, si struttura così un rapporto didattico veramente impressionante, veloce, con visualizzazioni ed interazioni dai rispettivi computer fra docente e studente, tanto che il Docente stesso può entrare nel computer dei suoi allievi e correggerne gli elaborati, valutando ascolti e correzioni in tempo reale, con un audio di qualità altissima. Finora sul web era solo possibile acquistare servizi video pre-registrati senza interazione, mentre da oggi è in Real Time completamente interattivo.
Ritengo questo un piccolo, grande, passo, nel suo campo simile a quello di Neil Armstrong sulla luna (ride).
Ci racconti brevemente l’esperienza professionale che le ha regalato le emozioni più intense ?
Si, non ha a che fare con il mio mestiere di compositore. Ho avuto l’opportunità di essere visiting professor al Berkley College of Music di Boston. Sono cresciuto con il mito di questa scuola famosa in tutto il mondo dove sono usciti (ed hanno insegnato) fra i migliori musicisti di questo Sistema Solare. Arrivai dunque al Berkley per tenere una lectio magistralis sulla letteratura del ‘900, in particolare A. Dvorak ed il rapporto con la musica Americana per la sua “Sinfonia (n.9) del nuovo Mondo”.
Il “pacchetto” consisteva in questa Lectio ed in un concerto da tenersi alla BerkHall, la sontuosa sala da concerto della mitica scuola americana.
Fu questa per me la mia emozione intensa perché mi ritrovavo nell'Olimpo dei miei sogni, dove avrei voluto studiare da ragazzo ed invece - saltato a piè pari il momento scolare - mi ritrovai li direttamente come professore.
Sono quelle “soddisfazioni” che sicuramente mi hanno più impressionato del mio percorso, anche perché sono tappe di vita che fortificano sempre l’opinione di noi stessi ed aiutano a credere di più in noi stessi.
Quali saranno i Suoi prossimi impegni artistici ?
In questo periodo mi sto occupando di diversi film quasi contemporaneamente. Sono al mio terzo film in USA con Giorgio Serafini, un film potente distribuito in tutto il mondo dalle Major Premio Oscar Voltage Pictures, LionsGate e Hollywood Media Bridge; poi sono a lavoro a Varsavia su un film piuttosto grande la cui sceneggiatura è stata premiata a Cannes 2015, il film si chiama The Man with the Magic Box per la regia di Bodo Kox, prodotto da Alter Ego Pictures e dall’italiana Vargo Film. Con quest’ultima casa di produzione è iniziata la preproduzione di “The voice of Wolf”, film con Christopher Lambert, che verrà girato in autunno.
E’ salito come direttore sul podio di varie orchestre nel mondo, quali, tra le altre, la Bulgarian National Radio Symphony Orchestra di Sofia e l’Orchestra MediaPro di Bucarest, e registrato pezzi per artisti come Ornella Vanoni, Mario Lavezzi, Eugenio Bennato, Arturo Sandoval, Fabrizio De André; ci racconta la più significativa per Lei di queste esperienze ?
Tutte interessanti e valide, diverse fra loro e proprio per questo uniche. Ogni tanto mi capita (ed accetto con piacere) di lavorare anche per la discografia. Ho sempre il piacere di dirigere grandi orchestre e lavorare con orchestre di questo livello è sempre molto semplice perché la loro preparazione è elevatissima e tutto diventa un piacere, senza alcuno stress da prestazione/rendimento. Dovrò incidere nuovamente con loro a breve.
Attualmente il mondo del cinema è in crisi; secondo Lei quali sono Le reali cause ?
La crisi - come in ogni cosa - è una catarsi, un sacrificio necessario per rinascere; è la natura, deve accadere per forza, è assolutamente utile. Gli alberi subiscono il trauma della perdita delle foglie prima di rinverdire.
Puntualmente è così, a rotazione.
Anche nel Cinema è accaduto e sta riaccadendo questo, non è sempreverde. La crisi del cinema riguarda sempre il modo con cui esso racconta la contemporaneità e quali mezzi utilizza.
Porto un esempio : si spendono anni per calibrare un sistema di comunicazione narrativa e una volta messo a punto, la società nel frattempo cambia cambiata e sgancia il rapporto con le certezze calibrate fino a quel momento.
Questo può accadere per vari fattori : interazione culturale, dogmi infranti, dialoghi di costume sopraggiunti, verità che superano la fantasia narrativa di un film, le tecnologie…etc…Le variabili sono infinite. L’unica costante è il bisogno di vivere una realtà aumentata ed il cinema è in grado di fare questo…, facendo sempre i conti con le variabili.
Nel limbo, mentre il serpente cambia la pelle, c’è il cinema del non impegno, quello che non fa riflettere, non fa pensare, che deve far ridere, distrarre, anestetizzare. Ma anche qui è sempre tutto in evoluzione.
Pensiamo ad esempio all’Arte figurativa e tutto quello che ha dovuto attraversare per arrivare alla crisi di mutazione. Basti pensare al Dadaismo : L'esperienza della guerra, la disgregazione delle istituzioni di tradizione ottocentesca e le grandi trasformazioni sociali e politiche produssero un forte distacco dal passato. Ecco, il distacco, come la foglia dell'albero.
E poi si ricomincia, ciclicamente, perpetuo.
E quale ritiene siano le possibili soluzioni di questa crisi?
Non c’è. O meglio : c’è, è la crisi stessa la soluzione. Come l’influenza che ci attanaglia d'inverno: bisogna che faccia il suo corso; bloccarla con forti farmaci è una cura palliativa momentanea che però alla lunga crea un focolaio peggiore. Deve passare da sola.
L’opera principale è il film, non la musica sola: il titolo di una Sua intervista; qual è la Sua interpretazione al riguardo?
Si, la musica è una componente del film, non è il film che ruota intorno alla musica. La musica è come una attrice nel cast, ha un ruolo preciso, le sue pose, ma non è può definirsi unica.
L’emozione ed il coinvolgimento nella storia assumono solo i connotati della vita reale.
Quando poi ci troviamo di fronte ad un film, tutto deve essere naturale, approcciandosi solo nella semplice osservazione di quella vita reale.
Michael Chion parla di naturale Alchimia che si sprigiona quando il bilanciamento di tutti gli elementi del film è perfetto. I francesi parlano di “appuntamento delle arti” come quel momento nel film dove ogni arte (regia, fotografia, recitazione, musica, etc…) si incontrano e si rispettano fra loro, senza prevaricazione anzi con mutuo soccorso.
Ad esempio, la musica nel film deve rispettare i dialoghi, reali ed emotivi, fra persone e suoni presenti in quel momento, non può entrare a gamba tesa senza che sia previsto il suo discorso.
Questo è il concetto che deve seguire il compositore di musica per un film. A differenza del compositore di musica assoluta (da concerto, per capirci o comunque non applicata), il compositore di musica da film è come un pittore che trova però il disegno a matita già presente nella tela, gli viene richiesto solo di colorarlo, individuarne la prospettiva e le profondità, l’insieme dei colori. Se invece di fare questo, lui cambia il disegno per difficoltà nel relazionarsi con esso, non è più la sua missione, non è il suo lavoro.
Egli deve contribuire all’opera, fa parte dell’opera. Non è l'opera.
Lei è un'artista poliedrico :compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e sound designer, nonché docente di corsi sulla musica applicata; come concilia tutte queste attività con la Sua vita privata?
Mi piace citare questo “l’artista è metà strada fra la santità e la follia”. E’ una frase che mi scrisse anni fa Silvano Agosti. Non la capii subito, poi ho capito cosa volesse dire : "vediamo cose che solo un vocato ed un folle riescono a vedere". In tutto questo non ho mai disgiunto la vita privata da quel che faccio. Sono quel che faccio, in ogni momento, non ho mai “lavorato” in vita mia.
E’ una vocazione, o una follia.
Ci svela il Suo sogno segreto per il futuro?
Io sono convinto che un sogno sia un obiettivo, non ho mai "sognato", e quindi fissato obiettivi fantasiosi, impossibili da realizzarsi. Ho sempre desiderato cose che poi ho raggiunto. Certo, è necessario fare sempre i conti con se stessi e leggere la società che viviamo, dopo aver letto bene noi stessi. I sogni possono realizzarsi ma vanno aiutati, seguiti, sorretti, difesi e sopratutto rapportati alle proprie dimensioni reali. A volte accade che si realizzino prima del tempo, a volte non arriva mai l’occasione…, ma un detto popolare dice "quello che non si fa in una vita si fa in un giorno".
Gli obiettivi a volte sembrano allontanarsi, andarsene, per poi ritornare quando non ci pensi più. Anni fa stavo per abbandonare questo mio mestiere perché non arrivava mai l’opportunità giusta. Diciamo pure che mi allontanai un pochino (forse una anticamera dell’abbandono), ma come feci questo, per magia tutto è iniziato a venire a me, come fossi predestinato a quello, al di la di ogni mia volontà, quasi un gioco che il destino stava facendo con me : come il gomitolo con il gatto.
Li ho realizzato profondamente che siamo tutti in balia di un destino già scritto; un destino fatto di momenti giusti, tempi, persone, incastri, modalità, occasioni. Molto di questo non può essere gestito da noi. Noi gestiamo ciò che ci capita, non gestiamo ciò che non ci capita. Ecco, per realizzare i desideri, i sogni, è necessario che si incontri ciò che vogliamo con ciò che è stato deciso per noi ma che ancora non conosciamo.
Il mio sogno è assistere all’incontro di queste due entità, e poi vedremo cosa succede; spero non troppo in là.
A cura di Katiuscia Verlingierii
Biografia
Sandro Di Stefano (Ceccano, 10 settembre 1969) è un compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra italiano.
Si forma presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone ma consegue il diploma presso il Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila. Nel 1994 risulta vincitore di una borsa di studio presso la scuola di Mogol, il CET, studiando con Stelvio Cipriani. Dopo gli studi e un lungo periodo dedicato al concertismo chitarristico nel mondo, inizia la sua carriera di compositore per il cinema.
Carriera[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2012 l’incontro con Francesco Calogero e da lì nascono il documentario per Rai Cinema “Nella terra del Padrino”[1] ed il lungometraggio “Seconda primavera”. Nello stesso anno realizza la colonna sonora del film “Fantasticherie di un passeggiatore solitario” che nel 2015 gli varrà il Premio Miglior Colonna Sonora al Freakemacine-Festival-de-Cine-sci-fi-y-Fantastico[2] e poi nel 2016 il Premio Chioma di Berenice 2016, miglior colonna sonora cinema[3]. Nel 2015 inizia un sodalizio con il regista Giorgio Serafini con il quale realizza tre film in brevissimo tempo “Unhinged”, “Flashburn” e “The executioners”. Questa collaborazione segna l’ingresso ufficiale di Sandro Di Stefano nel cinema americano.
Ha composto musica per Multivisioni, Documentari, Televisione e Serialità Editoriali per grandi gruppi come l’Espresso e San Paolo Multimedia. Ha composto tutte le musiche originali dell’opera per il Teatro Musicale dedicata alla Beatificazione di Giovanni Paolo II (2011) “Lolek, il giovane Wojtyla” edita e prodotta da Paoline Editoriale Audiovisivi[4]. Opera che ha avuto la première mondiale e tre repliche in Lituania eseguite dal Coro e Compagnia della Filarmonica di Kaunas.
Ha composto e arrangiato la musica originale per il progetto commemorativo ufficiale “la nave della legalità"[5], dedicato alle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per conto del Centro sperimentale di cinematografia, del Ministero dell’Istruzione e del Ministero della Giustizia. È celebre il suo arrangiamento per orchestra del brano di Fabrizio De André “La canzone dell’amore perduto”, interpretato da Mario Lavezzi. Brano inserito, insieme all'intera colonna sonora da egli composta ed arrangiata, per il film “Seconda primavera”. La versione originale del brano "È na Janara”[6], da lui scritto, arrangiato e diretto sui versi di Eugenio Bennato, è stata incisa dallo stesso Bennato con Pietra Montecorvino e inclusa nella colonna sonora del film “Janara”, interamente composta, arrangiata e diretta da Sandro Di Stefano.
È il Compositore delle musiche originali alla Multivisione (2006) per le Celebrazioni Ufficiali dello Stato per del 60°„ Anniversario della Costituente della Repubblica Italiana tenutosi presso Montecitorio (Fondazione Camera dei Deputati); È Compositore delle musiche originali alla Multivisione (2010) per le celebrazioni Ufficiali del Bicentenario su Giuseppe Garibaldi tenutosi presso il Vittoriano in Roma (Unicity s.p.a.)[7]. È l’autore di musiche originali al progetto di Multivisione e Museo Narrante : “Il Mondo di Federico II” - una produzione Multimediale di Cinecittà/Luce e Unicity SpA con Remo Girone e Lorenza Indovina fra gli attori primari[8]. È stato di conseguenza membro del Comitato Scientifico.
Ha diretto e registrato arrangiamenti e brani originali con orchestre di spessore come “l’Orchestra della Radio Nazionale Bulgara” di Sofia, e la Concertissimo Orchestra presso i MediaPro Studios di Bucarest, incidendo per artisti come Ornella Vanoni, Mario Lavezzi, Eugenio Bennato, Arturo Sandoval, Fabrizio De André e per case discografiche come Sony/Columbia, Warner Chappell, Peer Music, Berben, Paoline Audiovisivi, IGS, RaiTrade.
Attivo nella didattica, ha insegnato presso il Conservatorio di Musica G.F. Ghedini di Cuneo, presso il Cesma di Lugano e presso la scuola di cinema Sentieri Selvaggi, Roma. È stato visiting professor presso il Berklee College of Music di Boston, dipartimento di Composizione. Ha insegnato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, sedi di Milano, l’Aquila e Palermo. È stato ospite della Fondazione Milano Civica Scuola di Cinema «Luchino Visconti» per la conferenza didattica sul suo personale punto di vista musicale nel cinema, dal titolo: “La musica che parla, incontro con Sandro Di Stefano”.
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