Giordano Petri in esclusiva per il magazine blogger online www.culturalclassic.it
Descrivi il tuo giorno lavorativo perfetto ….
Il mio giorno lavorativo perfetto? Un giorno di quiete! Considerando la frenesia del vivere quotidiano direi che un giorno perfetto dovrebbe essere un giorno senza tempo, senza scadenze nè orari e, perchè no, senza i rumori del traffico e il vociare scomposto e superficiale della gente. Una splendida giornata in cui poter esaltare i sensi, immersi nell'incanto di un paesaggio naturale, circondati dalla luce, dai profumi e dai suoni della natura ... Su questo presupposto ottimizzare il mio lavoro di attore tale da risultare preciso, minuzioso, attento e stimolante più di quanto non lo sia nel solito tran tran quotidiano.
Cosa spinge un giovane come te verso la recitazione .
Senza dubbio quello che intendo io per “Recitazione” cioè: comunicare attraverso la mente, la parola e i sensi. Ad un tratto, ci si rende conto che recitare è la cosa che non si vorrebbe mai smettere di fare. A me è successo così, dopo un pomeriggio passato al laboratorio teatrale della scuola e, anche se sono trascorsi molti anni da allora, non sono ancora riuscito a togliermi quest’idea dalla testa. Tuttavia fin da piccolo sono stato affascinato dal mondo dello spettacolo in genere. Per me la musica, il canto,la recitazione, la danza erano ogni volta una scoperta emozionante grazie alla tv e ai grandi varietà degli anni ‘80. Crescendo la passione era sempre più forte eho iniziato a muovere i primi passi attoriali informandomi di alcuni corsi teatrali regionali e conobbiil Laboratorio Teatrale Permanente “Ottobre” nella mia città diretto da Valeria Ciangottini ed Enzo Maria Aronica dove non solo recitavamo ma eravamo coinvolti in tutti gli aspetti creativi del mondo teatrale, dalla regia alla scenografia. Il gruppo di insegnanti mi ha motivato tantissimo e mi ha permesso di alimentare una passione sempre più forte e consapevole ; da li ho sostenuto le selezioni per accedere ai corsi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Su quelle basi ho sviluppato una grande consapevolezza e un metodo che mi permettono di affrontare ogni nuova avventura lavorativa con grande determinazione e impegno.
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti?
Sicuramente il mio sogno è quello di diventare abilissimo nelle attività manuali tipo bricolage e manutenzioni varie o sapermi districare nel mondo della tecnologia e dei computer in cui risulto essere una vera frana… Diciamolo!!!!!Ma anche Parlare e capire benissimo la lingua inglese.
A chi sei più grato per la tua passione artistica?
La mia più grande soddisfazione artistica è quella che arriverà domani. Ancora è troppo presto per fare bilanci sulla mia carriera. Posso dire che il percorso di un artista in genere è segnato da“step”, da passaggi che non ti permettono di rilassarti e di dire: “Ecco sono arrivato”!! Tutto è godibile, stimolante al momento per ripartire subito verso un nuovo obiettivo. Sono necessarie costanza, disciplina, rigore e studio. Un passaggio dietro l’altro, una vittoria dietro l’altra vanno a consolidare quello che sarà il percorso dell’artista. Tuttavia ci sono persone che, sicuramente, hanno condizionato positivamente l’inizio della mia carriera e quelle cui devo di più, artisticamente e personalmente, sono sicuramente i miei insegnanti del primo Laboratorio “Ottobre”. A loro devo la determinazione e la lealtà di avere saputo lavorare sulle mie qualità artistiche, sulla mia personalità, sulla mia voce, trovando i canali giusti per alimentare quel “sacro fuoco artistico” che bruciava in me e che necessitava della giusta canalizzazione. A me devo certamente la determinazione nell’averci sempre creduto e nel continuare a crederci.
Cambieresti qualcosa nel mondo del cinema in cui ti sei formato?
Probabilmente butterei via meno tempo, agirei prima. Ma soprattutto mi circonderei di persone giuste, competenti, sincere capaci di portare un valore aggiunto al mio percorso professionale. In parte ci sono riuscito ma ho raggiunto questa consapevolezza buttando via del tempo prezioso e delle occasioni importanti. Del resto al lavoro dedichiamo la maggior parte delle nostre energie, della giovinezza, delle nostre idee e del nostro tempo. Quindi fare qualcosa che consideriamo inutile, che ci lascia insoddisfatti, che non ci appassiona, è davvero uno spreco enorme.
C’è qualcosa che hai sognato di fare e non hai fatto?
Nel bene e nel male, non ho conti in sospeso con la mia vita finora, vuoi per coraggio, vuoi per incoscienza. Tuttavia quello che volevo fare l’ho fatto pur sbagliando e commettendo un sacco di errori che tuttavia mi hanno fatto maturare e crescere dandomi la visione corretta di quello che è giusto per me.Riconosco di essere molto curioso, mosso spesso alla ricerca attiva di nuovi dati e informazioni. Per cui, credo, che la curiosità mi accompagnerà in ogni campo della mia ricerca personale e forse mi porterà a fare e/o provare cose e situazioni che finora non ho mai fatto. Essa è motivante per meed è un potente motore che nel mio caso va a soddisfare un piacere mentale perché ogni volta che la metto in moto mi sorprende e mi fa emozionare.
Qual è la più grande soddisfazione artistica della tua vita?
Io credo che il vero artista è colui che non può vivere senza esprimersi attraverso l’arte, che sicuramente lotta per avere la sua dignità professionale e sociale ma che, anche se ignorato dall’ambiente “ufficiale”, non se ne cura minimamente e, a dispetto di chiunque, continua ad esprimersi proprio perché in questo trova la propria ragione di vita. Nessuno può in qualche modo portar via la vita ad un vero artista. In questo credo stia la mia più grande soddisfazione artistica cioè di portare avanti da venti anni questa “difficile” ma per me necessaria professione. E continuerò a farlo fin quando ne sarò capace e avrò la giusta forza e il giusto spirito per assecondarla. Con profondo rispetto devozione ed entusiasmo come il primo giorno.
Preferisci il cinema o il teatro?
Sono due cose completamente diverse. E’ come chiedere ad un genitore a quale dei due figli vuole più bene. L’amore è lo stesso: è l’atteggiamento, l’approccio che cambia. Certo, indubbiamente il teatro è la base della mia carriera. Per fare il muratore bisogna saper fare la calce, altrimenti i mattoni non stanno insieme. Ecco il teatro è il fondamento della recitazione. Che attore sei se non riesci ad affrontare il pubblico dal vivo. E’ come un calciatore che fa solo allenamento e non gioca mai le partite. Infatti, a teatro, si sprigiona una potente energia dallo scambio con il pubblico… sul palcoscenico la senti e ti ricarica. Tu puoi anche riprendere la scena, non potrai però mai percepire questo scambio e non potrai mai immortalare l’emozione che vive l’attore in quel momento. Poi a teatro c’è un livello di attenzione che sicuramente è superiore. Riesco ad entrare maggiormente in ascolto con me stesso, c’è un silenzio emozionante. Tuttavia anche il cinema mi piace molto e la macchina da presa ha il suo fascino e lo preferisco proprio per la sua stravaganza, per le sue approssimazioni e improvvisazioni, per la confusione, per le cose ‘prese per i capelli’, per questa specie di microcosmo in cui tutto si mescola… C’è di tutto nel cinema perché il cinema non chiede referenze. E’ come andare al campeggio. Si arriva in un posto, c’è chi monta la tenda, chi accende il fuoco, chi va a cercare da mangiare. E poi… Pronti! Si gira!
In passato hai vinto il premio Nino Manfredi d’Oro al Cinema come miglior attore Emergente e una Menzione speciale come Migliore Attore Protagonista agli Awards 2010 SicilianFilm Festival di Miami, cosa si prova a vincere un premio importante?
È stato emozionate e sorprendente vincere due premi così importanti. Una sorta di gratificazione di un percorso ben fatto , di una strada giusta perseguita. Non posso che esserne felice . Tuttavia se da un lato ho esultato festeggiato e brindato con amici, familiari e colleghi, dall'altro sono rimasto con i piedi per terra continuando a lavorare con la solita perseveranza e rigore che mi contraddistinguono… Magari in cerca di qualche altro premio?
In passato ha presentato una straordinaria edizione del Premio Festival Napoli Cultural Classic …. Cosa ricordi di questa esperienza..
E’ stata un’esperienza emozionante, intensa. Conservo ricordi bellissimi e piacevoli non solo professionali ma soprattutto umani.Qui ho avuto la possibilità di legarmi amichevolmente a tanti bravissimi professionisti, competenti e attenti, che nel corso degli anni mi hanno dimostrato una profonda stima e bene, in modo particolare il presidente Mino Carmine Ardolino, che ha dedicato tutto se stesso all'Associazione e mi ha sempre fatto sentire parte della “famiglia”. E poi tutti gli altri membri, tra cui Anna Bruno, una persona speciale, di grande cultura e dal grande cuore, che sento sempre con immenso piacere. Spero davvero di poter tornare presto a collaborare con voi e poter prendere parte a una delle vostre magnifiche iniziative! Il mio sostegno e la mia disponibilità saranno sempre incondizionati!!!!
Che cosa è troppo serio per scherzarci su?
Io credo che Si debba scherzare su tutto perché tutto ha un suo rovescio.Non esiste qualcosa di tanto serio al punto da non poterci scherzare su. Per questocredo spesso sia meglio scherzare, soprattutto su se stessi; una sana autocritica e autoironia secondo me sono d’obbligo, oltre che fonte delle migliori idee , proprio come insegna l’arte napoletana, dal teatro alla pittura, al cinema. Se tu sei il primo a “prenderti in giro”, sarai anche il primo capace di ridere alle battute degli altri e a saper scherzare. Quindi non dobbiamo essere troppo permalosi, o prendere troppo sul serio gli scherzi delle altre persone perché peggioreremmo la situazione e ci renderemmo ridicoli!
I tuoi progetti futuri
Sto studiando il copione di un film per il cinema che si chiama “Senza far rumore” che ha come missione “No alla violenza sulle donne”. La pellicola sarà diretta da Luca Guardabascio esarà girato nei territori di Campagna, Eboli e Buccino. Il film è tratto dall'omonimo libro dell’autore Michele Ferruccio Tuozzo ed è ispirato da una storia di violenza realmente accaduta. A firmare la colonna sonora è il cantautore Francesco Baccini che ha composto un brano che fa riflettere sui valori umani spesso persi di vista.