Nicolas Spatarella : "Il mondo dell’arte appare abbastanza indifferente nei confronti dei giovani autori, e sembra esserci una diffusa sottovalutazione del talento" febbraio 10, 2021 \\
Nicolas ci racconti di Lei, chi è Nicolas Spatarella come persona?
Un ragazzo pigro, appassionato di calcio, cibo e divani comodi.
Come nasce la sua passione per la pittura ?
Sin da bambino, ho sempre avuto una particolare predisposizione per
l’osservazione e il disegno. Poi, sfogliando riviste monografiche su
artisti come Modigliani,Gaugin, Cezanne, ho maturato la volontà di
avvicinarmi al mondo della pittura con un maggior grado di coscienza
Invece come si è avvicinato al cinema?
Il cinema è arrivato come conseguenza naturale della passione per
l’arte , dalla curiosità di vedere le immagini statiche prodotte dalla
pittura animarsi sullo schermo, sottoforma di narrazione
cinematografica. In tal senso, è stata decisiva l’influenza di autori
eclettici che hanno spaziato con disinvoltura da un campo all’altro
dell’arte figurativa, come David Lynch, Peter Greenway, Steve McQueen.
Quali sono gli artisti dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?Gli artisti che hanno esercitato un’influenza consistente sono quelli
che hanno saputo unire la loro poetica intima e personale ai canoni
del cinema di genere. Registi come David Cronenberg Brian De Palma, John
Landis, Takashi Miike ma anche autori assolutamente originali e fuori
dagli schemi, impossibili da classificare come Ruben Ostlund,, Seijun
Suzuki, Roy Andresson.
Insieme a Raffaele Rossi ha realizzato il cortometraggio “The Rigor Mortis Show” , la loro opera prima, co-diretta e autoprodotta, con il sostegno della STEP ONE Productions. Come nasce questa opera prima.Con Raffaele Rossi ci conosciamo dai tempi del liceo, e l’idea di
collaborare fianco a fianco per un progetto del genere ci ha sempre
stuzzicato. The Rigor Mortis Show è il prodotto della volontà di
realizzare un’opera in cui poter mostrare in maniera libera ed
indipendente tutto ciò che ci diverte e che ci stimola, senza porre
freni alla fantasia, lavorando a briglie sciolte con l’entusiasmo e
l’impazienza di chi si approccia ad un’opera prima.
Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo dell’arte a un giovane regista talentuoso?Stiamo vivendo un periodo difficile, e bisogna cercare di capitalizzare
al meglio le poche opportunità che ci si presentano. Il mondo dell’arte
appare abbastanza indifferente nei confronti dei giovani autori, e
sembra esserci una diffusa sottovalutazione del talento. Per questo
motivo credo sia utile creare una comunità compatta di giovani artisti,
predisposti alla collaborazione , pronti a sostenersi l’un l’altro. La
strada è quella giusta.
Il rapporto con la sua città Natale .
Napoli è una città complessa e contraddittoria. E’ un’immenso calderone
di creatività e genio, di bellezza e decadenza., ma è anche un luogo
dove la quotidianità può essere molto complicata e faticosa. Nel bene e
nel male, e’ un posto unico. L’ideale sarebbe poterci restare, vivendo
di ciò più mi appassiona, ma chissà..
Il lavoro al tempo del “coronavirus” come stanno rispondendo gli artisti a questa emergenza virale ed umanitaria che ha colpito tutta l’Italia…
Sul piano dell’economia la situazione è drammatica. Tuttavia, credo che
dall’inizio dell’emergenza gli artisti (e non solo) stiano accumulando
tutta una serie di esperienze pratiche e psicologiche sconvolgenti ed
imprevedibili. Credo che presto tutte queste sensazioni traumatiche
saranno interiorizzate ed elaborate, e poi raccontate dall’arte nei
modi più disparati.
Preferisce più la pittura o la regia.
Sicuramente il cinema offre un’esperienza ricca e multiforme . E’ un
lavoro di squadra, ed in quanto tale concede la possibilità di
relazionarsi con le numerose figure professionali del settore, in un
gioco imponderabile e dinamico, mai monotono.
I suoi prossimi impegni?
Con Raffaele Rossi, stiamo lavorando ad un nuovo progetto per un cortometraggio. Per certi versi sarà un’operazione differente rispetto a The Rigor Mortis Show, nonostante presenti dei tratti in comune. Si tratta di un horror sul tema dell’editing genetico, interamente ambientato sull’isola di Procida.