Da mercoledì 17 novembre 2010, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
BRAND e IL VELO regia di Tommaso Tuzzoli
Il regista partenopeo, in prima nazionale assoluta, porta in scena due nuove creazioni
nell’ambito del progetto Fondamentalismo a cura di Antonio Latella
Da mercoledì 17 novembre 2010 alle ore 21.00, al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, il regista Tommaso Tuzzoli porterà in scena due inedite creazioni sceniche: Brand, spettacolo corale che coinvolge l’intera compagnia stabile (17, 18 e 21 novembre; 17>19 dicembre e 8>10 marzo 2011) e Il Velo, assolo di Candida Nieri (20 novembre, 13 gennaio 2011, 5 e 8 maggio 2011). Le due messe in scena rappresentano il debutto, in prima nazionale, del regista partenopeo nell’ambito del progetto Fondamentalismo, a cura del direttore artistico Antonio Latella. Entrambi gli spettacoli, prodotti dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, si avvalgono della co-produzione del Napoli Teatro Festival Italia e della Fondazione Campania dei Festival, che sostengono l’attività della compagnia stabile nel biennio 2010-2012.
“In una società - evidenzia il regist
http://i52.tinypic.com/vnkw28.jpg
a - dove l’individualismo logora il principio di responsabilità politica, l’uomo, essere nato per coesistere, perde la propria funzione principale: la vita. Lo spirito del compromesso si sostituisce alla vita stessa facendoci dimenticare la ricerca della nostra vera, laica, vocazione. Cosa accade, quindi, ad un uomo che cerca di fondere insieme vita reale e l’ideale della vita?”.
Ecco il punto dal quale è partito Tommaso Tuzzoli per affrontare un testo, considerato epico, come Brand, prima messa in scena in Italia, dopo circa trent’anni, del testo di Henrik Ibsen, che affronta il fondamentalismo cristiano/occidentale.
La storia di questo pastore protestante, che torna nelle sue terre dopo anni di assenza e solo dopo varie vicende decide di restare lì a predicare alla sua gente nella speranza di modificare quelli che lui stesso definisce scarti di anime, nasce dalla suprema volontà di una sfida, per condurre l’uomo ad essere in possesso di un pezzetto di salvezza ultraterrena.
La natura che avvolge la vicenda è ostile, ambientata nel profondo nord d’Europa, in Norvegia, tra fiordi e ghiacciai, in una terra afflitta da carestie e dove i collegamenti con il mondo civilizzato mancano. Ed è proprio questa primordialità “di natura” che Brand cercherà di recuperare alla fine del suo Calvario, per trasformarsi definitivamente nel nuovo profeta.
Nell’adattamento realizzato da Federico Bellini, si è cercato di far esplodere il valore politico dell’opera, forse perché, nel nostro paese, dichiaratamente e vergognosamente, al bene comune si è sostituito il bene del Singolo.
I pochi elementi scenici, volutamente grezzi color legno, e i costumi semplici, che rimandano ad un’atmosfera da profondo nord, non rappresentano solo una scelta registica ma, anche, una chiara risposta ad un sistema politico. Sistema che, dietro il concetto di spreco, troppe volte vago e mai analitico, rallenta la possibilità di crescita di intere generazioni che decidono di fare teatro.
Lo spazio scenico è vissuto dagli attori integralmente, la divisione palco-platea viene annullata, per cercare di far divenire lo spettatore cittadino e testimone di quella comunità a cui si fa riferimento.
Interpreti, in scena, saranno gli attori della compagnia stabile Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Valentina Vacca. Le musiche sono a cura di Franco Visioli, le scene e i costumi di Fabio Sonnino, il disegno luci di Simone De Angelis.
Se Brand predica al mondo consegnando il suo corpo e il suo sguardo al popolo, Il Velo, testo scritto da Federico Bellini ed interpretato da Candida Nieri, racconta la storia di una donna, la cui vita è stata sottratta al mondo per divenire suora di clausura. Lo sguardo di questa donna, di cui altri hanno deciso il destino, è confinato tra le grate di un convento da cui è possibile, solo, sentire e vedere la pioggia.
Il suo racconto, come in una lunga confessione, è dolce come il rumore dell’acqua mossa da innocenti mani di bambina, l’andamento è quello di una ballata attraverso la quale si ripercorre la sua vita: bambina, fanciulla/novizia, donna/suora.
Nel 1532, nella Saint-Chapelle di Chambery, un incendio rischiò di bruciare per sempre quella che oggi riteniamo la più significativa reliquia della cristianità, la Santa Sindone. Due anni più tardi, tre suore clarisse della stessa città rammendarono il Lenzuolo con grande devozione e perizia, restituendoci l'immagine di un Cristo ferito non soltanto dalla Passione ma anche dall'incuria degli uomini che dovevano custodire l'impronta del suo corpo.
In questo monologo, l’autore ha cercato di ricostruire, avvalendosi anche di testimonianze del tempo, la vicenda di una delle sorelle, chiamate ad adempiere a questo compito. Un impegno certamente difficile e gravoso, ma che offrì a queste donne di fede la possibilità unica di confrontarsi direttamente con l'immagine sacra.
La protagonista del racconto rivive le tappe della sua biografia, dalla scelta di abbracciare la vita di clausura fino al momento in cui viene investita della responsabilità di prendersi cura dell'immagine sacra.
Ma il velo è anche metafora di molte verità non dette, contraddizioni che ancora la Chiesa sceglie di non affrontare, puntando piuttosto sulla celebrazione di un'immagine, che, autentica o no, continua a servire lo scopo di ogni sua ostensione, quella prova di verità che non serve ed è altra cosa rispetto alla purezza del credere.
Lo spettacolo, che rientra nella sezione Teatro Anatomico, sei focus ad opera di sei registi diversi su altrettanti personaggi in uno spazio teatrale circoscritto, si avvale del disegno luci a cura di Simone De Angelis, le scene e i costumi di Graziella Pepe.
BRAND e il velo, regia di Tommaso Tuzzoli
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 17 al 21 novembre 2010
Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali), ore 18.00 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it