TELE-DOLORE E FAZIO-SAVIANO FANNO RECORD: OLTRE 9 MLN DI SPETTATORI E 30,21% - GRASSO: "IL LUOGOCOMUNISMO DI FINI E BERSANI: ormai «destra» e «sinistra» sono vecchie e agonizzanti categorie storiche, da tempo inutilizzabili come categorie del pensiero - Saviano ha messo in scena la leggenda delle tre organizzazioni criminali (mafia, ’ndrangheta, camorra) E sembrava Alberto Angela che spiega le catacombe"... Fazio e Fini 1 - FAZIO-SAVIANO RECORD, OLTRE 9 MLN SPETTATORI E 30%... (ANSA) - Nove milioni e 31 mila telespettatori per la puntata di ieri sera di Vieni via con me, pari al 30.21% di share: è l'ascolto record assoluto per Raitre della seconda puntata del programma con Fabio Fazio e Roberto Saviano. La trasmissione ha registrato quasi 20 milioni di contatti.
fini e bersani 2 - TANTI VALORI MA DUE ATTORI UN PO' IMPROVVISATI...Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Non succede spesso di vedere il presidente della Camera e il segretario del Pd nell'insolita veste di portavalori. Eppure, nella vertigine della lista in cui li ha precipitati il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, i due hanno accettato di andare in tv proprio nel giorno in cui i futuristi finiani hanno preso congedo dal governo. Ma prima dei valori c'è il disprezzo dei valori.
Saviano ha messo in scena, con l'aiuto di Antonio Albanese, la leggenda delle tre organizzazioni criminali (mafia, 'ndrangheta, camorra), ha parlato dei loro irremovibili codici d'onore. Per descrivere l'oggi è risalito al racconto di Osso, Mastrosso e Carcagnosso i «padri fondatori» della mafia che ordinavano vendette sanguinose salutandosi nel nome dei santi.
Fazio e Saviano Ieri sera era molto didascalico, quasi da powerpoint, sembrava Alberto Angela che spiega le catacombe. Gli è sfuggita persino l'espressione «il mio pubblico». Ha radiografato la mafia del Nord (immaginiamo con quanta gioia Roberto Formigoni e il ministro leghista Maroni abbiano ascoltato l'orazione), l'ha descritta come un centro internazionale del narcotraffico, ha citato un po' a sproposito Gianfranco Miglio, ha fatto un appello alla «parte sana» dei calabresi. Saviano meglio dell'esordio, ma l'inchiesta che Roberto Iacona aveva fatto a settembre sullo stesso argomento era parsa più efficace. Questione di codici. Linguistici.
Paolo Rossi Ma il clou della serata sono stati gli elenchi di Pier Luigi Bersani e di Gianfranco Fini, definiti rispettivamente «valori della sinistra» e «valori della destra». Senza un briciolo di espressività, Bersani ha fatto la lista dei classici luogocomunismi: lavoro, giustizia sociale, energia pulita.
Un po' più vivace Fini: la destra è aver fiducia negli italiani, essere solidali e generosi, la destra è avere istituzioni politiche autorevoli, rispettate. La cosa che lascia perplessi è che ormai «destra» e «sinistra» sono vecchie e agonizzanti categorie storiche, da tempo inutilizzabili come categorie del pensiero.
Parlare ancora di «valori di destra» o di «valori di sinistra» è una sorta di coazione karmica o, come direbbe Daria Bignardi, di pesantezza karmica. Ha ancora senso andare avanti con queste etichette? Siamo ancora al chi è lento e chi è rock?
Il gusto della lista non deriva solo dal libro di Umberto Eco. Già ai tempi di Anima mia, Fazio lo ricercava con ardore. Solo che allora si trattava di cianfrusaglie nostalgiche, di oggettistica del cuore, di arredo sentimentale. Qui, signore e signori, si parla di valori. Nell'era rischiosa della convergenza.
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3 - FINI E BERSANI NON SI FANNO MALE...Mattia Feltri per "La Stampa"
Forse Nick Hornby, il re delle classifiche, il catalogatore delle memorie, il romanziere deliziosamente furbino che ha trasformato i moti dell'anima in hit parade, non avrebbe esultato. E lo stesso chaperon, Fabio Fazio, hornbiano esistenziale, un po' di stucco ci deve essere rimasto perché Pierluigi Bersani e Gianfranco Fini (in ordine di apparizione) avevano l'incarico di stilare l'elenco dei valori della sinistra e della destra.
Ma, tutti presi da quello che sta per succedere, dai mesi di propaganda che li attende, invece di mettere giù una lista della spesa icastica e tambureggiante, hanno squadernato un bignami di buone intenzioni, il meglio del pensierino da diario, il garbato pistolotto su misura di prima serata.
ALDO GRASSO Era nata nelle polemiche, questa apparizione a Raitre, a "Vieni via con me", perché l'accoppiata Bersani-Fini, come campioni della dottrina progressista e di quella conservatrice, sembrava una provocazione al governo accerchiato da opposizioni esterne e domestiche. E le immediate reazioni di maggioranza (Fabrizio Cicchitto, Daniele Capezzone, Maurizio Gasparri) sui «mediocri comizi senza contraddittorio», sui «temini da quarta elementare», non sono state molto più spiazzanti. Polemicucce da par condicio. Bersani e Fini si sono leccati i baffi. Hanno scambiato qualche parola prima di entrare in scena.
Probabilmente si sono girati i lavoretti prima di ufficializzarli, e infatti non erano alternativi e nemmeno sovrapponibili, semmai complementari, in un tentativo sempre più evidente di proporre un centrodestra e un centrosinistra che si legittimano, che si cercano, che propongono idee sostenibili dall'avversario, in grado persino collaborare in casi di emergenza, tutti insieme contro il solito alieno di Arcore e i soliti ostrogoti padani.
val59 oliviero diliberto Così il sinistro dice agli immigrati che sono italiani e il destro dice ai figli degli immigrati che saranno gli italiani di domani. Così il sinistro dice che l'illegalità è causa di sopraffazione fisica e morale e il destro dice che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono eroi. Così il sinistro dice che se cento euro di un operaio pagano più tasse dei cento euro dello speculatore il mondo va sottosopra e il destro dice che il merito e la capacità devono essere l'unico criterio di selezione, per il figlio dell'imprenditore come per il figlio dell'impiegato.
Questo è il sugo. Niente che scuoterà la politica per meno di mezz'ora (sebbene i comunisti di Oliviero Diliberto già propongano il decalogo di Bersani come testo sacro della rinascente coalizione di sinistra), perché in tv si sono visti soprattutto due leader con il brivido dell'impaccio, dell'emozione del debuttante, ben pettinati, il lavoro disperato del visagista delle dive.
Non poteva venire fuori un riforma luterana della politica. Non ieri sera. L'obiettivo era venirne fuori senza inciampi, fare gli avvocati delle cause vinte: le energie rinnovabili, il pianeta pulito, l'equilibrio fra i poteri, il senso delle istituzioni, la dignità dei moribondi, la sicurezza e la salute sottratte al mercato, la guerra agli abusi e al malcostume, e si sfida a distinguere se questo è di destra e quell'altro di sinistra.
PRIME TIME – La seconda puntata di Vieni via con me, nonostante l’assenza di un grande ospite di richiamo come Benigni, cresce negli ascolti e raggiunge il record di 9.032.000 spettatori. Per Fazio e Saviano lo share è stato del 30.21%. Cresce leggermente il Grande Fratello, seguito ieri sera da 5.205.000 spettatori e il 20.39% di share. La replica del Commissario Montalbano su Rai1 non è andata oltre il 12.56% di share con 3.999.000 spettatori. Molto bene il film di Italia1 Un’impresa da Dio, visto da 3.432.000 spettatori e il 10.90% di share. Per la serata Rai2 Rewind il telefilm Senza traccia è stato seguito da 2.380.000 spettatori (7.32%) nel primo episodio, 2.218.000 (6.91%) nel secondo e 1.826.000 (6.72%) nel terzo. Su Rete4 il film Nico ha raccolto 2.156.000 spettatori e il 7.03% mentre su La7 L’infedele solo 606.000 con uno share pari al 2.14%.
ACCESS PRIME TIME – Soliti Ignoti su Rai1 ha raccolto 6.346.000 spettatori pari al 21.15% di share. Su Canale5 Striscia la notizia è stata vista da 6.320.000 spettatori (20.91%). Su Italia1 il game Trasformat ha raccolto 2.510.000 spettatori e l’8.49 %. Su La7 Otto e mezzo ha totalizzato 1.864.000 spettatori e il 6.29% di share.
PRESERALE – Su Rai1 l’Eredità è stata vista da 5.307.000 spettatori e il 27.02% di share, saliti a 6.845.000 (28.49%) per il gioco finale. Chi vuol essere milionario? è stato seguito da 3.936.000 spettatori con il 18.34% di share. Su Rai2 Extra Factor ha totalizzato 937.000 spettatori e il 4.76%.
Dopo il salto le griglie al completo. Maroni: accuse infamanti da Saviano"Ho chiesto alla Rai di replicare"Dopo le critiche alla Lega nel monologo di Roberto Saviano durante la trasmissione di Raitre "Vieni via con me", il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è intervenuto contro lo scrittore. "Mi sento offeso e indignato dalle parole infamanti di Saviano - ha detto Maroni - animate da un evidente pregiudizio contro la Lega". Il ministro poi ha confermato di aver chiesto al Cda della Rai il diritto di replica.
''Chiedo risposta - ha spiegato il ministro - anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse cosi' infamanti che devono essere smentite''.
''Non c'e' neanche bisogno - ha proseguito Maroni - di replicare ora nel merito, ma chi ha sentito ieri sera Saviano parlare senza contraddittorio potrebbe essere indotto a pensare che in quelle parole c'e' qualcosa di vero e siccome non e' cosi' voglio poter replicare a quelle stupidaggini''.
Lui, ha detto ancora il titolare del Viminale, ''mi ha definito uno tra i migliori ministri nella lotta alla mafia e ora vorrei che ripetesse le accuse di ieri guardandomi negli occhi: e' facile lanciare il sasso senza il contraddittorio''. Se l'invito della Rai non arrivera', ha sottolineato, ''sara' dimostrata a tutti che quella e' una trasmissione contro la Lega e che la democrazia e' un optional. Chiunque ha diritto di replicare, altrimenti vuol dire che siamo tornati al tribunale della Santa Inquisizione. Non credo - ha aggiunto - che alla Rai si sia arrivati a questo punto, ma non mi stupirei di nulla. Attendo risposta''.
E' polemica: Idv: "Da Maroni censura"''Nessuno tocchi Saviano. Dal ministro Maroni arriva un'intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia coraggiosa di tutte le mafie. Il ministro dell'Interno, invece di reagire in maniera scomposta, faccia pulizia all'interno del suo partito e cacci i disonesti'', afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
Capezzone: "Ci sia replica"''Il ministro Maroni ha totalmente ragione. Se la Rai e', come spero, un'azienda con qualche speranza di essere o almeno di apparire seria, deve garantire a Roberto Maroni e alla Lega la possibilita' di replicare nelle stesse condizioni, nella prossima puntata di 'Vieni via con me''': lo afferma il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone.
Ultimo aggiornamento ore 12:051- MARONI, DA SAVIANO ACCUSE INFAMANTI...(ANSA) - ''Come ministro e ancora di più come leghista mi sento offeso e indignato dalle parole infamanti di Roberto Saviano, animate da un evidente pregiudizio contro la Lega". Lo ha detto all'ANSA il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, commentando le critiche alla Lega nel monologo dello scrittore ieri sera nel programma 'Vieni via con me'.
MARONI, RAI MI FACCIA REPLICARE A SAVIANO... (ANSA) - "Ho chiesto al Cda della Rai il diritto di replica alle incredibili accuse lanciate da Roberto Saviano ieri sera nella trasmissione 'Vieni via con me'". Lo ha detto all'ANSA il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, commentando le critiche alla Lega nel monologo di ieri sera nell'ambito del programma di Raitre. "Vorrei - ha aggiunto il ministro - un faccia a faccia con lui per vedere se ha il coraggio di dire quelle cose guardandomi negli occhi".
Fazio e Saviano ''Chiedo risposta - ha spiegato il ministro - anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite".
"Non c'é neanche bisogno - ha proseguito Maroni - di replicare ora nel merito, ma chi ha sentito ieri sera Saviano parlare senza contraddittorio potrebbe essere indotto a pensare che in quelle parole c'é qualcosa di vero e siccome non è così voglio poter replicare a quelle stupidaggini".
MAURO MASI BUCOLICO CON GNOCCA Lui, ha detto ancora il titolare del Viminale, "mi ha definito uno tra i migliori ministri nella lotta alla mafia e ora vorrei che ripetesse le accuse di ieri guardandomi negli occhi: è facile lanciare il sasso senza il contraddittorio". Se l'invito della Rai non arriverà, ha sottolineato, "sarà dimostrata a tutti che quella è una trasmissione contro la Lega e che la democrazia è un optional. Chiunque ha diritto di replicare, altrimenti vuol dire che siamo tornati al tribunale della Santa Inquisizione. Non credo - ha aggiunto - che alla Rai si sia arrivati a questo punto, ma non mi stupirei di nulla. Attendo risposta".
RIZZO NERVO SAVIANO, LA 'NDRANGHETA AL NORD SI APPOGGIA SULLA LEGA...(ANSA) - 'La 'ndrangheta al Nord, come al Sud, cerca il potere della politica e al Nord interloquisce con la Lega'. Alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto politico, economico e sociale nelle regioni settentrionali, in particolare in Lombardia, e' dedicata questa sera l'orazione civile di Roberto Saviano a Vieni via con me.
'La Lega da sempre ha detto che non vuole qui le manette o la repressione - ha sottolineato l'autore di Gomorra - ma non basta, perche' sono i soldi legali che irrorano questo territorio, e' li' che il fenomeno deve essere contrastato'. Lo scrittore ha citato poi un brano di un'intervista a Miglio in cui l'ideologo della Lega si definiva a favore del 'mantenimento anche della mafia e della 'ndrangheta' e sottolineava che 'bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate'. 'Insomma - ha commentato - Miglio diceva che le mafie devono essere costituzionalizzate'.
Masi e il cavallo di viale Mazzini Contrastare le organizzazioni criminali 'e' fondamentale - ha aggiunto Saviano - ma ci sono leggi che possono favorirle: con lo scudo fiscale, per esempio, il rischio e' che siano i loro capitali a tornare in Italia'.
Lo scrittore ha concluso il suo monologo con un messaggio di ottimismo e di speranza. 'In realta' non e' tutto scuro, il fatto che stasera ne stiamo parlando e' gia' un miracolo. Una delle cose che le organizzazioni temono di piu' e' l'agire da uomini, il non piegarsi. Nel momento in cui ognuno di noi non fa il male, sta facendo arretrare loro e sta forse sognando un'Italia diversa'.