Ornella Muti è tra gli ospiti speciali della serata dedicata alla consegna dei Davide di Donatello, il prestigioso premio made in Italy assegnato agli artisti del cinema italiano. L’attrice, icona del cinema anni ’80 e ’90, riceverà la statuetta per la carriera: un riconoscimento meritato, che ha trovato il consenso degli addetti ai lavori e del pubblico. L'attrice poteva essere molto di più ma la sua bellezza ha prevalso su tutto, quella bellezza e quell'erotismo che l'hanno resa famosa in tutto il mondo ma che ha bloccato un suo sviluppo artistico professionale da imprimere nella grande storia del cinema, ha fatto grandi film, ha dato buona prova di attrice quando è stata diretta da grandi registi come Maselli, unica in "Romanzo popolare" di Mario Monicelli con Ugo Tognazzi e Michele Placido poi si è persa nei menadri oscuri della vita con uomini e scelte professionali sbagliate. Ciò non toglie che è stata un simbolo del cinema italiano.

"Sono molto felice e onorata. Ho apprezzato molto anche le parole di Piera Detassis, mi è piaciuta molto la motivazione. Sono italiana e ricevere uno dei più prestigiosi premi italiani mi riempie di gioia". È la soddisfazione di Ornella Muti, che riceverà il David Speciale alla cerimonia della 70/a edizione dei David di Donatello, mercoledì 7 maggio, condotta da Elena Sofia Ricci e Mika e in onda in diretta dagli studi di Cinecittà su Rai1, Rai Radio2 e disponibile su RaiPlay.

Ornella Muti: “Non mi faccio più schiacciare!”

L'attrice ha ripercorso alcune tappe della sua brillante carriera e ha parlato anche della sua vita privata. Si prepara a ricevere il David Speciale

“L’AMORE MASCHILE È SEMPRE STATO IL FULCRO DELLA MIA VITA, ADESSO BASTA. VOGLIO FARE QUELLO CHE VOGLIO: ANDATEVENE AL DIAVOLO” – ORNELLA MUTSI APRE AL PUBBLICO: “HO CAPITO CHE, NEI RAPPORTI, PREVALEVA LA VOGLIA DI GESTIRMI, DI SCHIACCIARMI, MI SONO PIEGATA ALLE DECISIONI ALTRI, HO CAMBIATO ME STESSA PUR DI ESSERE AMATA” – “IL FILM ’CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA’, GIRATO IN COLOMBIA, È STATO FATICOSO: TANTA GENTE PERSE LA TESTA, ERAVAMO NELLA PATRIA DELLE DROGHE E…”