“I PECCATORI” DI RYAN COOGLER, MERITA, LA MUSICA, C’È ANCHE UNA FANTASTCA APPARIZIONE DI BUDDY GUY A 88 ANNI ALLA FINE DEL FILM. E CANTA. LA SCENEGGIATURA, ORIGINALE, DELLO STESSO COOGLER, È FOLLE MA FUNZIONALE. IN PIÙ LA CHIAVE POLITICA, LA DI SENSUALITÀ E IL SESSO – UN HORROR POLITICO TOTALMENTE ANTI-CATTOLICO, ANTI-TRUMPIANO, ANTI-MUSKIANO, CHE SI AVVIA A DIVENTARE UN CASO IN AMERICA.
Dopo lo spin-off di Rocky, Creed – Nato per combattere, e i due capitoli dedicati al supereroe Marvel Black Panther, il regista e sceneggiatore Ryan Coogler rilegge l’horror vampiresco trasportandolo nel profondo Sud americano degli anni Trenta. Due gemelli (doppio ruolo per Michael B. Jordan, interprete di tutti i film di Coogler) tornano nella città natale, nel Mississippi, per dare un nuovo inizio alle loro vite travagliate, ma scoprono che un male ancor più grande li attende. “Ricco, avvincente, tra affresco storico e fantasmagoria […], è un thriller che spinge al limite la metafora del vampiro, un horror che parla di qualcosa di serio e profondo” (Owen Gleiberman).
I Peccatori (Sinners) è un film che sembra ondivago, eppure mantiene una sua coerenza profonda. I temi non sono nuovi, ma le variazioni risultano fresche. Raccontando una favola fantastica su forze oscure nascoste in bella vista, alimentate dal potere seduttivo della musica, si inserisce con sorprendente precisione nel contesto dell’America del 2025, dove ormai non è più solo la paura a far paura.
È anche un’opera pensata per il cinema in sala. Girato in 65mm IMAX e Ultra Panavision 70, Ryan Coogler offre al suo fidato collaboratore Michael B. Jordan un palcoscenico larghissimo per quello che una volta Hollywood chiamava “un ruolo doppio impegnativo”. Vestito con eleganza in abiti anni ’30 creati dalla premio Oscar Ruth E. Carter, Jordan interpreta infatti due gemelli soprannominati Smoke e Stack, gangster di Chicago ed ex affiliati di Al Capone.
Con tasche piene di denaro e casse di birra clandestina, tornano nella segregata Clarksdale, Mississippi, per aprire un juke joint in una vecchia segheria. L’uomo bianco che vende loro il locale sembra chiaramente legato al Ku Klux Klan, nonostante assicuri sorridendo: “il Klan non esiste più.”
Commenti
Posta un commento