Roma - dal 6 ottobre al 6 novembre 2011Marion Greenstone MUSEO FONDAZIONE VENANZO CROCETTI
Via Cassia 492 (00189) +39 0633711468 , +39 0633711468 (fax) fondazione.crocetti@tiscali.it www.museocrocetti.it
-------------------------------------------------------------------------------- Presso il Museo Venanzo Crocetti di Roma, la mostra antologica dedicata all’artista statunitense Marion Greenstone. Dopo il grande successo ottenuto a Venezia, l’esposizione giunge ora a Roma, portando nella capitale una selezione delle opere prodotte dall’artista orario: lunedì, giovedì e venerdì: 11 - 13 e 15 - 19sabato e domenica: 11 - 18martedì e mercoledì: chiuso
Marion Greenstone è nata nel 1925 e ha trascorso la maggior parte della sua vita a New York. Dopo aver conseguito la prima laurea in lettere al Brooklyn College nel 1946, ha preso un Master al Teachers College della Columbia University nel 1947. Benché il suo titolo di studio l'abilitasse all'insegnamento, ha sentito il richiamo dell'arte e ha ripreso gli studi alla Cooper Union Art School dal 1951 al 1954. Ha vinto quindi una borsa di studio Fulbright per l'Italia, rinnovata nel 1955. Già a metà degli anni '50, Marion Greenstone aveva sviluppato uno stile decisamente astratto, che ha esplorato in stampe, acquerelli e collage.
Più o meno a quest'epoca ha cominciato ad apparire in mostre organizzate lungo tutta la costa est degli Stati Uniti, fra cui la mostra annuale di stampe del Brooklyn Museum, la mostra annuale del Whitney Museum e la Pittsburg International. Tra il periodo trascorso in Italia e l'anno in cui si è stabilita definitivamente a Park Slope, in Brooklyn, ha vissuto in vari luoghi remoti fra cui Caracas, la California e il Canada. I suoi viaggi l'hanno messa in contatto con molte comunità artistiche.
In seguito, negli anni '60 e '70, ha avuto mostre personali alla Bridge Gallery e alla Sixth Estate Gallery a New York, alla Long Island University, alla Dorothy Cameron Gallery a Toronto, all'Università del Western Ontario e alla Albert White Gallery di Toronto. Alla fine degli anni '70 ha partecipato alla mostra Works on Paper al Brooklyn Museum e ha vinto il concorso per un murale destinato a una delle sedi della New York Public Library, a Ozone Park nel Queens, New York.
L'opera di Marion Greenstone di Bryony Roberts
Marion Greenstone, pittrice prolifica e autrice di stampe e collage, ha dedicato tutta la sua vita all'arte. Dagli anni dei suoi studi alla Cooper Union (accademia d'arte di New York) e fino alla fine degli anni '90, ha prodotto oltre cinquecento opere che rivelano il suo acuto senso del colore e della forma. Nonostante abbia fatto molte mostre a New York, il tutto il nord-est e in Canada, essa non ha mai ricevuto il pieno riconoscimento che meritava. Le sue opere, oggi raccolte in mostre postume, formano uno straordinario corpus in stile sia astratto che figurativo.
Bisogna dire che Marion non ha mai abbandonato neanche il suo iniziale interesse per l'insegnamento. Nel 1968 è diventata professore associato di pittura e disegno al Pratt Institute, dove ha lavorato fino alla fine degli anni '90. Ha continuato a dipingere in tutti questi anni e fino alla sua morte, avvenuta a New York, nel 2005. Le sue opere sono esposte nelle collezioni permanenti del Queen's College a Kingston, Ontario; all'Art Gallery di London, Ontario; alla sede di New York della Exxon Corporation; allo Zimmerli Art Museum in New Jersey; al Barclay Hotel di New York; all'Art Gallery of Ontario di Toronto; al Continental Telephone Service Corporation di Atlanta e presso la collezione permanente del New York City College.
La sua naturale inclinazione per l'arte astratta si accompagnava a notevoli capacità figurative e questi due interessi generarono fasi molto diverse della sua attività artistica. Le sue prime opere, a partire dagli anni '50, sono principalmente astratte; tuttavia, negli anni '60, cominciò ad esplorare la pop art, producendo un grande numero di dipinti e collage in stile prevalentemente figurativo. A metà degli anni '70, tornò all'astratto, che rimase una costante fino alla fine degli anni '90. Le sue opere astratte e figurative si differenziano sia per soggetto che per spirito, pur rivelando tutte una predilezione per i colori vivi, il dinamismo della composizione e gli spazi piatti.
Nel suo lavoro, alcune caratteristiche sono rimaste costanti: raramente dava un titolo ai suoi quadri, ma non mancava mai di assegnargli un numero. Esistono quasi 500 dipinti numerati, oltre alle centinaia di monotype, pastelli, acquerelli e collage. Quando dipingeva, essa preferiva l'olio su tela e non nascondeva la sua profonda antipatia per l'acrilico.
Nella sua opera si comincia a notare una certa coesione a partire dalla metà degli anni '50. In quel periodo, alla Art Students League, fu allieva di Norman Lewis da cui trasse ispirazione il suo stile angolare e l'elegante fusione di astratto e figurativo. I suoi studi proseguirono alla Cooper Union in un'epoca in cui la sua attenzione era concentrata sulla stampa astratta. Le sue immagini a inchiostro ricordano Arshile Gorky o il Jackson Pollock del primo periodo. Durante il soggiorno a Caracas, la Greenstone produsse dei collage con blocchi di colori vivaci, che segnarono l'inizio di un interesse di lunga durata per quella forma artistica.
Negli anni '60, il suo stile cambiò radicalmente quando incorporò elementi di collage nei suoi quadri astratti, iniziando con l'introduzione di elementi figurativi, ricavati da ritagli di reclame. Immagini dai colori vivaci di cibi, macchine, parti anatomiche e automobili si scontravano con le forme astratte hard-edge dei suoi dipinti. A volte incollava ritagli di riviste direttamente sulla tela. Altre volte, ricreava con grande infinita precisione quelle immagini commerciali. Sentendosi intrappolata nella forma rettangolare delle tele, nel 1965 cominciò a costruire delle tele di forme diverse (shaped canvas) che animavano ulteriormente le composizioni. I quadri pop di questo periodo sono incredibilmente dinamici e stilizzati. Benché le immagini siano figurative, le forme geometriche creano delle composizioni vigorose di forme astratte. E sono anche sorprendentemente contemporanee e facilmente inseribili nel discorso attuale sulla pubblicità e le immagini mediate.
Marion Greenstone cominciò ad allontanarsi dall'arte pop negli anni '70, pur continuando a sperimentare con shaped convas. Ne restano alcune, monocromatiche, che richiamano Ellsworth Kelly e Richard Tuttle. Alla fine degli anni '70, la Greenstone tornò a composizioni complesse e astratte, creando un album pieno di piccoli e incantevoli acquerelli quadrati. Le immagini impressionistiche in questo album evocano uno stato d'animo malinconico e assai lontano dalla giocosità del periodo pop.
Tra i tardi anni '70 e fino alla fine degli anni '90, produsse un numero incredibile di quadri astratti molto grandi. Questi dipinti luminosi, spesso ispirati da conchiglie e paesaggi, hanno forme stratificate, di ampio respiro. Nel suo uso di colori caldi e vivaci e di forme naturali si vede l'influenza di Georgia O'Keefe e Mark Rothko, due fra i suoi artisti preferiti. Essa applicava il colore in strati molto sottili, con pennellate che creavano superfici delicate ma radiose.
Negli ultimi venti anni della sua vita, la Greenstone ha prodotto anche molte piccole opere su carta, monotype, collage di tela e tempere. Nel suo studio e a Pratt, creò monotype ad olio che spesso raffigurano luoghi visitati durante i suoi viaggi. Alla fine degli anni '80 e primi anni '90, impiegò una nuova tecnica con cui creò collage di pezzi di tela su cartone e lino, incollando strati di piccoli rettangoli di tela su una superficie e creando una composizione a griglia di un beige delicato. Con l'aggiunta di tocchi di azzurro e grigio pastello, tradusse i colori di Giorgio Morandi in forme astratte. Dando seguito a un interesse nato nel periodo trascorso in Italia come borsista Fulbright; verso la fine della sua vita produsse anche tempere luminose, adoperando foglia d'oro.
La varietà dell'opera di Marion Greenstone non solo offre una messe di esperienze visive diverse, ma esige anche uno sforzo per scoprire la continuità in opere apparentemente molto dissimili. In effetti, in tutti i suoi lavori traspare lo stesso amore per il colore e la forma, la delicatezza del tocco e un'insaziabile ricerca di equilibrio e armonia visiva. L'Espressionismo Astratto e la Pop Art hanno avuto un'influenza indiretta sulle sue opere. Ma assai più importante è stato per lei l'atto personale e intimo di dare forma alle sue idee. La sua dedizione alla sua arte appare evidente nella coerenza della sua vita artistica e nel suo desiderio di creare, indipendentemente dall'attenzione che le prestava il mondo esterno.