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Ciao Morosini...
MORTI (SUL LAVORO) DI SERIE A E DI SERIE B - DOPO LA MORTE DEL GIOVANE MOROSINI, IL BOMBER DELL’UDINESE, DI NATALE, E’ L’UNICO CHE DICE LA VERITA’: “SE CONTINUANO A MANDARCI IN CAMPO OGNI 3 GIORNI, ALTRO CHE MORTI!” - “HO 34 ANNI E HO PENSATO DI RITIRARMI PERCHÉ NON SI RIESCE A RIPOSARE” - ASSOCALCIATORI: “UN CALCIATORE DISPUTA FINO A 70 PARTITE A STAGIONE CONTRO LE 50 DI VENT’ANNI FA” (MA GUADAGNA IL TRIPLO E LE SOCIETÀ INCASSANO I DIRITTI TV)…
Paolo Tomaselli per il "Corriere della Sera"
Lo sfogo di sabato sera, sotto choc: «Noi non ci pensiamo proprio a giocare. E se continuano a mandarci in campo ogni tre giorni, altro che morti...». La riflessione del giorno dopo, a mente fredda: «Io lo sto dicendo da tanto tempo, ne ho parlato spesso anche con i nostri medici. Ho 34 anni e l'anno scorso ho pensato, scherzando ma non troppo, di ritirarmi perché non si riesce più a riposare. Il calcio è bello, è uno sport importante ma c'è anche la salute da salvaguardare».
Totò Di Natale, in lotta per essere il primo calciatore italiano a vincere per tre anni consecutivi la classifica dei bomber della serie A, scuote il calcio italiano che dopo la tragedia del centrocampista del Livorno Piermario Morosini si interroga sulla tutela della salute: «Se vi ricordate - sottolinea il presidente dell'Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi - se ne era parlato anche quando era saltata la prima giornata e il calendario del campionato si era compresso. Ma nel momento in cui il sindacato chiede un riposo invernale più lungo ci accusano di volerlo per andare ai Caraibi. Il messaggio collettivo però rimane: gli atleti lavorano col proprio corpo e bisogna ragionare sui tempi di recupero, sui ritmi di lavoro e più in generale sull'attenzione alla salute».
In un calcio dove l'Athletic Bilbao gioca in Germania per l'Europa League al giovedì sera e meno di 48 ore dopo sfida in campionato il Barcellona o dove l'Udinese, squadra in cui Morosini era riserva fino al trasferimento in Toscana nel mercato invernale, gioca tre partite chiave in sei giorni tra Coppa e campionato (è successo a dicembre), rischia di essere uno spettacolo scadente e pericoloso.
«Quelle di Di Natale sono riflessioni giuste, come è stato giusto fermare i campionati - spiega il presidente del Coni, Gianni Petrucci - ma le decisioni vanno prese assieme a chi conosce la fisiologia degli atleti e le loro problematiche. E non da medici che parlano per sentito dire come è accaduto in questi giorni...».
«Non solo quelle di Totò sono parole giuste - rilancia il dottor Piero Volpi, consulente dell'Assocalciatori - ma sono di stimolo a tutta la medicina sportiva, per capire ad esempio come migliorare la preparazione atletica. Bisogna chiedersi fino a dove ci si può spingere, fino a quando si può rinunciare alla preparazione o al giusto recupero delle forze. Un calciatore che gioca Coppe e nazionale, e qui andiamo oltre alla tragedia di Morosini, disputa fino a 65-70 partite in una stagione contro le 45/50 di venti anni fa...».
Il calendario è intasato, le squadre sono tante (troppe: 20 in A e 22 in B), la «dittatura» delle tv, che tengono gonfio il pallone, è obbligata. Ma da qualche parte bisogna cominciare per cambiare la situazione. «Basterebbe anticipare l'inizio della stagione - riflette Morgan De Sanctis, portiere del Napoli e della nazionale - . Modifichiamo i calendari: evitiamo la Coppa Marmellata o il Trofeo Banana in estate e iniziamo prima il campionato. Così ci sarà più tempo per recuperare. Non dimentichiamo che il rinvio della giornata di campionato che si doveva disputare ieri, è stato possibile solo perché le squadre italiane sono tutte uscite dalla Champions. Fermarsi è stato giusto, ma approfittiamone anche per riflettere, tra le altre cose, sul calendario».
Rino Gattuso non ha una ricetta, ma solo dei dubbi: «In questo momento ognuno può dire quello che vuole, comunque un'anomalia c'è, perché sono un po' troppi i casi accaduti nel nostro mondo. Io non ho una mia idea, ma ho cominciato a parlare col medico del Milan: vogliamo capire, se è possibile, cosa sta succedendo».
A POCHE ORE DAL CUORE SPEZZATO DI MOROSINI, SE NE VA A 64 ANNI CARLO PETRINI -TRA I CALCIATORI ITALIANI PIÙ POPOLARI NEGLI ANNI '70, AVEVA FATTO SCANDALO NEL 2000 CON IL LIBRO AUTOBIOGRAFICO "NEL FANGO DEL DIO PALLONE", UN DURO ATTO D'ACCUSA AL MONDO DEL PALLONE: IL LIBRO DENUNCIÒ LA PRATICA DEL DOPING, GIÀ DILAGANTE NEGLI ANNI '60-'70. PETRINI RIVELÒ ANCHE ALCUNI RETROSCENA INEDITI SULLO SCANDALO CALCIOSCOMMESSE DEL 1980…
La Stampa.it
Lutto nel mondo del calcio. Questa mattina all'ospedale di Lucca è morto Carlo Petrini, ex attaccante della Roma. Aveva 64 anni. Cresciuto nelle giovanili del Genoa, vestì anche la maglia del Milan nel 1968-1969, del Torino (dal '69 al '71), con cui vinse la Coppa Italia 1970-1971. Petrini arrivò nella Roma di Nils Liedholm nella stagione 1975-1976.
Tra i calciatori italiani più popolari negli anni '70, Petrini era tornato alla ribalta nel 2000 con il libro autobiografico "Nel fango del dio pallone", un duro atto d'accusa al mondo del pallone: il libro denunciò la pratica del doping, già dilagante negli anni '60-'70. Petrini rivelò anche alcuni retroscena inediti sullo scandalo calcioscommesse del 1980, in cui fu coinvolto in prima persona e per cui subì una squalifica di tre anni e sei mesi, amnistiata dopo la vittoria dell'Italia al Mondiale del 1982.
Successivamente pubblicò altri sette libri, tra cui "Il calciatore suicidato", dove indagò in prima persona sulla misteriosa morte di Donato Bergamini, calciatore del Cosenza, ritrovato morto nel 1989 sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico, in Calabria. Petrini ha abitato fino alla fine dei suoi giorni nella natia Monticiano, affetto da una grave forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecità dell'occhio sinistro e la seria compromissione del destro.
Morte Morosini, il comandante dei Vigili
"C'erano altre due auto nella zona vietata"
Erano due mezzi delle forze di polizia, tolte subito prima dell'accaduto
Si ipotizza l'omicidio colposoPellegrinaggio tifosi a stadio LivornoIl riconoscimento in obitorioMalore in campo, morto MorosiniIl cordoglio del mondo del calcioLo sgomento dei tifosi su TwitterLa rete piange "SuPiermario"Morosini si accascia in campoLa fotosequenzaI primi soccorsiL'ambulanza bloccata da un'autoFermi tutti i campionatiLa notizia sui siti stranieriLe foto con la fidanzataIl saluto della curva nordUn malore come per Vigor BovolentaUn conto per la sorella di Piermario
13:20 - "Mi risulta che l'auto del vigile sia arrivata solo 10' prima del tragico fatto, cioè a partita iniziata, e che insieme al nostro mezzo nell'area vietata ci fossero altre due auto di forze di polizia, che poi sono state tolte subito prima dell'accaduto". Così il comandante dei Vigili urbani di Pescara Carlo Maggitti ha risposto alla domanda se fosse vero che gli steward del Pescara Calcio avessero chiesto al vigile di non parcheggiare in quell'area.
Entrando nel concreto Maggitti ha detto di sentire "da voi dell'Ansa per la prima volta la storia degli steward che avrebbero chiesto di non parcheggiare in quel luogo". Il comandante ha però voluto difendere il suo collega sottolineando che "qui si sta quasi tratteggiando un mostro, mentre c'è un giovane che è morto in modo drammatico: è necessario distinguere una leggerezza rispetto ad una morte".
Il vigile "è uno dei miei 160 collaboratori - ha aggiunto Maggitti - ed era lì per servizio come tanti altri. Mi ha garantito che ieri, per la prima volta, l'automobile è stata parcheggiata in quel punto. Probabilmente ha avuto un attimo di distrazione e leggerezza ed ora sta molto male per questo".
Sul fronte dell'indagine interna per accertare eventuali responsabilità, il comandante afferma che "si stanno completando le ultime verifiche e poi valuteremo. E' fondamentale accertare i fatti, prima di dar vita ad una caccia all'uomo. Altrimenti, così - ha concluso Maggitti - si fa male a due persone: una che purtroppo non c'è più e un'altra a cui stiamo dando addosso".
Aperto un conto per la sorella di Morosini
L'Udinese Calcio: "Non lasciamo sola Maria Carla". L'obiettivo è creare un vitalizio per l'unica parente del giocatore scomparso
Si ipotizza l'omicidio colposoPellegrinaggio tifosi a stadio LivornoIl riconoscimento in obitorioMalore in campo, morto MorosiniIl cordoglio del mondo del calcioLo sgomento dei tifosi su TwitterLa rete piange "SuPiermario"Morosini si accascia in campoLa fotosequenzaI primi soccorsiL'ambulanza bloccata da un'autoFermi tutti i campionatiLa notizia sui siti stranieriLe foto con la fidanzataIl saluto della curva nordUn malore come per Vigor BovolentaUn conto per la sorella di Piermario
13:20 - L'Udinese ha aperto un conto corrente bancario dedicato alla raccolta fondi in favore della sorella di Piermario Morosini, allo scopo di creare una sorta di "vitalizio" che verrà amministrato dal tutore legale nominato dalle autorità competenti. Le coordinate bancarie sono: "Piermario Morosini" - Udinese per la Vita onlus Banca di Credito Cooperativo di Manzano, filiale di Udine - Codice Iban: IT 12 B 08631 12300 000100852888.
"Non lasciamo sola Maria Carla". E' l'invito che l'Udinese Calcio rivolge in sostegno della sorella di Piermario Morosini, lo sfortunato giocatore scomparso a Pescara. "Come ormai tutti saprete - si legge in una nota pubblicata sul sito del club friulano - Piermario per tutta la sua esistenza si è preoccupato di accudire la sorella Maria Carla, affetta da una grave disabilità psichica, ricoverata da anni in un'apposita residenza sanitaria in provincia di Bergamo e a cui, adesso, non è rimasta che un'anziana zia. Il dovere di tutti noi, adesso, è quello di non lasciare sola Maria Carla, non abbandonarla dopo che il destino si è portato via, negli anni, tutti gli affetti a lei più cari".
Choc in serie B: malore in campo, muore Morosini, giocatore di 26 anni
Il centrocampista del Livorno, 26 anni, si è accasciato a terra durante la partita contro il Pescara. Portato in ospedale in arresto cardiaco, non c'è stato nulla da fare. I compagni in lacrime
di Redazione · 14 aprile 2012Share on facebook Share on twitter Share on email
Piermario Morosini (LaPresse)
Dramma a Pescara durante la sfida del campionato di serie B tra la squadra di casa e il Livorno. Intorno alla mezz'ora del primo tempo il centrocampista del Livorno Piermario Morosini, 26 anni, si è accasciato al suolo colpito da un malore. Poco dopo, la notizia della morte.
L'ex azzurro under 21 è caduto in avanti, faccia a terra, apparentemente in preda a convulsioni. Le due panchine e il guardalinee hanno attirato l'attenzione dell'arbitro Baratta, che ha subito fermato il gioco.
Le condizioni del giocatore, arrivato a Livorno a gennaio in prestito dall'Udinese, sono apparse subito gravi. Lo staff medico ha praticato un massaggio cardiaco e usato il defibrillatore. Durante il trasporto in ambulanza verso l'ospedale era in arresto cardiaco. «Morosini non ha mai ripreso un battito» ha spiegato il primario di cardiologia dell'Ospedale Santo Spirito di Pescara Leonardo Paloscia.
La gara è stata sospesa con il Livorno in vantaggio 2 a 0. Giocatori e dirigenti hanno lasciato il campo in lacrime.
Il club bianconero rende noto che "Udinese per la vita", assieme alla Banca di Credito Cooperativo di Manzano, "ha immediatamente deciso di aprire un conto corrente dedicato alla raccolta fondi, e di effettuare un primo, significativo, intervento economico in materia, per riuscire a creare una sorta di 'vitalizio' a favore di Maria Carla che verrà, poi, amministrato dal tutore legale che verrà nominato dalle autorità competenti".
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