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Virginio : " Mi definiscono spesso un “ribelle gentile”, nel senso che nella mia vita ho fatto scelte sempre controcorrente.."
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13/05/2022
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09/05/2022
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sempre Italia
“ERAVAMO COTTI” - IL MESTO BILANCIO DI PRANDELLI SULL’ITALIA IN FINALE - BUFFON: “NON C’È MAI STATA PARTITA, ERANO TROPPO SUPERIORI A NOI, PER CUI IL RAMMARICO DI AVER PERSO È RELATIVO” - CHIELLINI: “SIAMO ARRIVATI SFINITI, SICURAMENTE. IL MIO INFORTUNIO E QUELLO DI THIAGO MOTTA LO DIMOSTRANO. A FINE STAGIONE FAI FATICA A RECUPERARE PARTITE DI UN´INTENSITÀ COME QUELLA CON LA GERMANIA. LA SPAGNA HA STRAMERITATO DI VINCERE”…
1- BUFFON NON CERCA SCUSE: "MAI IN PARTITA" - BALOTELLI SCAPPA NEGLI SPOGLIATOI. SQUADRA LOGORA: CHIELLINI SUBITO KO, POI SI ROMPE MOTTA
SPAGNA ITALIA
Francesco Saverio Intorcia per "la Repubblica"
Pirlo ha gli occhi rossi e trattiene le lacrime per un po´, prima di arrendersi. Bonucci è una fontana, non la smette di singhiozzare. Balotelli furioso lascia il campo per primo, senza aspettare la premiazione, spintona un dirigente che cerca di persuaderlo, poi riappare qualche minuto dopo sorseggiando qualcosa da una bottiglietta di vetro. Poi si siede sull´erba, le mani incrociate, e piange lì, beccato dalla telecamera, prima che Prandelli vada ad accovacciarsi, parlargli, dargli una carezza.
BUFFON
Nocerino ha le mani dietro la schiena, come sull´attenti, Chiellini lo sguardo di pietra e le braccia conserte, Barzagli sta più lontano, da solo, mentre Diamanti si mangia nervosamente un´unghia e Buffon, attonito, gioca con un dito sul labbro, prima di stringere a sé Prandelli nella scena più bella. Il ct che ha appena consolato tutti, anche De Rossi («Eravamo cotti», il sussurro al centrocampista), si lascia andare con la testa sul petto del gigante e capitano.
SPAGNA ITALIA
Tocca al numero uno il bilancio: «Stasera non c´è stata partita, purtroppo. Sono stati troppo superiori a noi, per cui il rammarico di aver perso è relativo. Quando ti scontri con una forza come la Spagna di adesso riesci ad accettare più serenamente la sconfitta». Aveva detto che l´Italia non avrebbe vinto l´Europeo.
SPAGNA ITALIA
Eppure dopo la vittoria sulla Germania non voleva accontentarsi: non firmo per il secondo posto, il suo diktat. Adesso, però, Buffon si guarda indietro e sorride: «Secondo me abbiamo disputato un grosso torneo, è stata una bellissima cavalcata. È chiaro, quando sei in finale vuoi vincere, questo era l´auspicio di tutti. Ma è anche vero che in finale trovi i più forti e questa Spagna ha un valore inestimabile. Ringrazio di cuore i tifosi, non ci hanno mai abbandonato. Per noi è stato un orgoglio quello che abbiamo fatto. Poi quando incontri qualcuno più forte di te, non resta che applaudirlo. Mi auguro solo che ci sia più attenzione verso la Nazionale: è un patrimonio di tutti, l´unico veicolo che riesce a portare un po´ di gioia nelle case dei tifosi».
PIRLO PIANGE
SPAGNA ITALIA
Giorgio Chiellini invece è il ritratto della delusione, la sua finale è durata venti minuti, poi si è fermato per il terzo infortunio negli ultimi cinquanta giorni. «Mi sono fatto male in un punto diverso rispetto al problema che ho accusato contro l´Irlanda, probabilmente il mio organismo è stanco. Sul gol non avevo ancora avvertito il problema, è che loro avevano una marcia in più. C´è tanta amarezza per come è andata la partita. Siamo arrivati sfiniti, sicuramente. Il mio infortunio e quello di Thiago Motta lo dimostrano. A fine stagione fai fatica a recuperare partite di un´intensità come quella con la Germania. La Spagna ha strameritato di vincere, non siamo riusciti a giocarcela come all´esordio a Danzica, ma nessuno può rimproverarci di non aver messo il massimo impegno».
Anche il difensore bianconero prova a guardare avanti: «Stiamo lavorando da metà maggio, abbiamo fatto tante belle cose, questo torneo dev´essere il punto di partenza per un futuro vincente. Questa per la maggior parte di noi era la partita più importante della carriera. Credevamo davvero di riuscire a vincere il trofeo, ma bisogna ammettere che la Spagna ha meritato sul campo questa vittoria».
SPAGNA ITALIA
GIORGIO CHIELLINI
Tra le istantanee, ancora le lacrime di Leonardo Bonucci, indagato nel calcioscommesse, e qui a caccia di un riscatto personale: «Perderla così fa male. La Spagna ha dimostrato di essere più forte, ma potevamo avere un approccio migliore. Contro squadre di questo livello non puoi regalare niente. Devi sempre essere attaccato all´osso e non mollarlo mai. Nella ripresa siamo entrati in campo con un´altra cattiveria. Ma la parata di Casillas su Di Natale e l´infortunio di Thiago Motta ci hanno tagliato le gambe. Forse il carattere c´è mancato e giocando ogni tre giorni siamo arrivati con le pile scariche».
Bonucci è stato graziato dall´arbitro, un suo tocco di braccio era da rigore netto. «Beh, fra quattro e cinque, meglio averne presi quattro...»
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- FACCIAMOCI SEMPRE RICONOSCERE: AL CIRCO MASSIMO DI ROMA E’ FINITA SVENTOLANDO UNA BANDIERA CON LA SVASTICA E ALTRE CON L’EFFIGE DEL DUCE. GRUPPI DI NAZISKIN HANNO TURBATO LA VISIONE DELLA PARTITA AGLI ALTRI TIFOSI CON SALUTI ROMANI, LANCI DI FUMOGENI E PROVOCAZIONI, CERCANDO LA RISSA AD OGNI COSTO. IL MAXISCHERMO È STATO SPENTO ADDIRITTURA QUALCHE MINUTO PRIMA DELLA PARTITA, SOMMERSO DA UN LANCIO DI BOTTIGLIE E PETARDI, FUMOGENI E ASTE DI BANDIERE (ARRESTATO UN 23ENNE NEOFASCIO) - 2- TENSIONE ANCHE A MILANO, DOVE ERANO IN 50MILA IN PIAZZA DUOMO A SEGUIRE LA PARTITA DAVANTI AL MAXISCHERMO. VERSO LA FINE UN IMPROVVISO FUGGI-FUGGI HA PROVOCATO QUALCHE CONTUSO NELLA CALCA. NEL DOPOPARTITA CI SONO STATI URLA E SPINTONI, CONDITI DA UN BREVE UN LANCIO DI OGGETTI, VERSO IL GRUPPO DI SPAGNOLI IN FESTA, CON LA POLIZIA COSTRETTA A FARE CORDONE INTORNO A LORO PER PROTEGGERLI -
1- BANDIERA CON SVASTICA AL CIRCO MASSIMO: ARRESTATO UN 23ENNE ROMANO NEOFASCISTA
repubblica.it
ITALIA SPAGNA PIAZZA DUOMO A MILANO JPEG
Il giovane è stato identificato dalla Digos di Roma e fermato per resistenza e apologia di reato. Nella sua casa trovati altri materiali inneggianti al Duce. In manette anche un amico videoripreso a lanciare oggetti contro il maxischermo e il pubblico. Altri due denunciati
E' stato identificato dagli uomini della Digos della Questura di Roma il ragazzo di 23 anni che ieri durante la finale degli europei di calcio Euro 2012 al Circo Massimo sventolava la bandiera con la svastica. Il 23enne è stato fermato nella notte per resistenza, e denunciato per apologia di reato.
ITALIA SPAGNA BANDIERA CHE INNEGGIA A MUSSOLINI AL CIRCO MASSIMO JPEG
Enrico Zaccardi, questo il nome, 23 anni, già noto alla Digos, è stato videoripreso dalla polizia scientifica mentre inneggiava al duce sventolando la bandiera con i simboli nazisti. Gli agenti hanno poi perquisito la sua abitazione, trovando e sequestrando una bandiera come quella sventolata durante la partita di calcio, volantini e altro materiale inneggiante al fascismo, oltre a oggetti atti a offendere.
Arrestato, sempre per resistenza, anche un altro romano, Ivan Simoncioni 19 anni, che era in compagnia di Zaccardi, e che è stato videoripreso mentre lanciava oggetti pericolosi verso il maxischermo e il pubblico. Identificati infine le altre due persone che facevano parte dello stesso gruppo di amici, tra cui una donna, che sono stati denunciati in stato di libertà perché trovati in possesso di materiale pirotecnico.
1- EURO 2012, LA FINALE A ROMA: BANDIERE CON SVASTICA E DUCE. TIFOSI ARRESTATI - SCHERMO COLPITO DA PETARDI E FUMOGENI AL CIRCO MASSIMO
di Luca Pisapia per http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/02/euro-2012-la-finale-a-roma-bandiere-con-svastica-e-duce-tifosi-arrestati/280870/
ITALIA SPAGNA PIAZZA DUOMO A MILANO JPEG
Fratelli d'Italia, l'Italia s'è mesta. Tristezza, sconforto e frustrazione - che a Roma sfociano anche in episodi di violenza e di apologia del nazismo (video sotto) - accompagnano da subito, dall'inizio della partita, i tifosi davanti ai maxischermi nelle piazze delle città e delle località balneari, nei bar, nei ristoranti e anche nelle case.
Nelle vie sempre più silenziose e nelle luci delle case che si spengono mestamente una dopo l'altra. Più che una sconfitta, un'umiliazione. Mai una finale di un grande torneo era finita con un risultato del genere. Nessuna salvezza, nessuna redenzione. Nessuna festa.
ITALIA SPAGNA MAXICALDO PRIMA DELLA PARTITA
I
Al fischio finale, con la coda tra le gambe milioni di persone in libera uscita dai doveri e dalle preoccupazioni tornano meste a rinchiudersi nelle proprie case. Domani, oggi, è un altro giorno. Al Circo Massimo di Roma, tra le centinaia di migliaia di persone davanti ai maxischermi, gli episodi più brutti. Tra la folla, nascoste dai tricolori ma sempre visibili, sventolano una bandiera con la svastica e altre con l'effige del duce.
ITALIA SPAGNA I TIFOSI A TORINO IN PIAZZA VITTORIO VENETO
Già alla fine del primo tempo, quando molta gente cercava di uscire, i primi accenni di zuffe e risse nel deflusso. Gruppi di naziskin hanno turbato la visione della partita agli altri tifosi con saluti romani, lanci di fumogeni e provocazioni, cercando la rissa ad ogni costo. Lo schermo principale è stato spento addirittura qualche minuto prima della partita, sommerso da un lancio di bottiglie e petardi, fumogeni e aste di bandiere.
La polizia, intervenuta in tenuta antisommossa ad aiutare gli steward solo verso la fine della partita, ha contenuto un ulteriore degenero. E nella notte ha effettuato qualche arresto. Eppure tutto era cominciato bene. La spianata del Circo Massimo inizia a riempirsi fin dal primo pomeriggio di tifosi italiani e spagnoli.
ITALIA SPAGNA LA DELUSIONE DI UNA BIMBA A MILANO IN PIAZZA DUOMO
Per combattere il caldo, che arriva fino a 40 gradi, la Protezione Civile distribuisce bottigliette di acqua. La sera il prato si riempie all'inverosimile, quasi mezzo milione di persone cantano all'unisono l'inno nazionale. Tra di loro anche il sindaco Gianni Alemanno, arrivato pochi minuti prima dell'inizio della partita, che parlando - come spesso gli accade - troppo presto, si vanta della perfetta organizzazione.
ITALIA SPAGNA LA DELUSIONE DEI TIFOSI AL CIRCO MASSIMO
Ma la partita si mette male fin dall'inizio, alcune scelte incomprensibili di Prandelli non fanno altro che aumentare il malcontento, di cui approfitta il solito gruppo di fascisti facinorosi. E la situazione degenera. Tensione anche a Milano, dove erano in 50mila in Piazza Duomo a seguire la partita davanti al maxischermo.
ITALIA SPAGNA LA DELUSIONE DEI TIFOSI AL CIRCO MASSIMO JPEG
ITALIA SPAGNA I TIFOSI SEGUONO LA PARTITA
Verso la fine della partita un improvviso fuggi-fuggi ha provocato qualche contuso nella calca che si è creata. Mentre nel dopopartita ci sono stati urla e spintoni, conditi da un breve un lancio di oggetti, verso il gruppo di spagnoli in festa, con la polizia costretta a fare cordone introno a loro per proteggerli.
Solamente amarezza nelle altre piazze italiane, dal profondo sud all'estremo nord. Sconforto anche dove il solo fatto di aver potuto assistere alla partita davanti ai maxischermi equivale, per una sera, alla più grande delle vittorie. Dalla Piazza Duomo de L'Aquila alle tendopoli di Finale Emilia, Mirandola, Medolla e San Felice, nell'Emilia terremotata, la delusione e l'amarezza sono solo sportive.
ITALIA SPAGNA LA DELUSIONE DEI TIFOSI AL CIRCO MASSIMO JPEG
Esausti ma orgogliosi, gli sfollati a fine partita rientrano nelle loro tende, chiedendo che le telecamere che si spengono su questo Euro 2012 non si allontanino anche da loro. Domani, oggi, è un altro giorno. E c'è ancora tanto da fare.
2- LA RABBIA DOPO L'INNO A ROMA BOTTIGLIE CONTRO IL MAXISCHERMO
Roberto Giovannini per "la Stampa"
ITALIA SPAGNA LA DELUSIONE DEI TIFOSI AL CIRCO MASSIMO
Sotto il tiro di bottigliette d'acqua, lattine, bottiglie di vetro e fumogeni il maxischermo si spegne un quadro dopo l'altro. La gente scappa, in tre minuti il Circo Massimo si svuota, la sicurezza si butta avanti e si porta via un ragazzo con il codino che forse ora si è reso conto di aver fatto una grossa sciocchezza. Finisce male, peggio di com'è finita a Kiev sul campo la serata di mezzo milione di persone al Circo Massimo. Qualcuno sventola il tricolore in un ultimo gesto di sfida contro i fortissimi spagnoli. O di patriottismo deluso. O di dolore per una festa che ci poteva essere, e non c'è stata neanche stavolta.
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Patriottismo, orgoglio nazionale? C'è e si sente, anche se la Spagna non rappresenta un «nemico tradizionale» dell'Italia da almeno quattrocento anni. Molti cartelli con lo slogan «più pizza meno paella» testimoniano che tra i due paesi più grandi tra i disastrati «PIIGS» la contesa ha un sapore non bellico. Molto diverso sarebbe stato, ahimé, se la finale si fosse giocata contro Francia, Germania o Inghilterra.
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Ciò che sembra unire le migliaia e migliaia di persone sudate arrossate ululanti riunite nel catino del Circo Massimo è soprattutto uno sconfinato, irresistibile desiderio di fare festa. Di scacciare, con trombe e petardi e fumogeni e sventolar di bandiere gli umori neri, le paure, le mille sfortune di questi tempi amari. All'insegna della parola d'ordine (o luogo comune?) che «gli italiani danno il massimo quando sono spalle al muro». A volte succede, a volte no, lo sappiamo.
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Tra l'altro, come fa notare uno dei pochi, e coraggiosi tifosi spagnoli presenti in piazza, se è per questo la Spagna è messa peggio di noi. Non è una novità: il calcio da sempre ha rappresentato un modo per mettere da parte (o far mettere da parte) una realtà inquietante o angosciosa o incomprensibile. Come incomprensibile ai più è questa crisi fatta di spread turbofinanza e niente soldi in giro.
E così la voglia di festa ha sconfitto Caronte, l'anticiclone che ha arroventato la domenica della Capitale. Già alle quattro di pomeriggio si è riempita di un popolo giovane e allegro quella che può essere definita la piazza più grande d'Italia, teatro di celebrazioni calcistiche (lo scudetto della Roma nel 2011, la vittoria dei Mondiali del 2006) ma anche di grandi manifestazioni politiche (i tre milioni portati dalla Cgil nel 2002). Ad essere onesti, di gente ce n'è tanta, sicuro: ma molta meno che nelle altre occasioni.
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Proprio all'ultimo minuto anche gli spazi vuoti si riempiono, e la gente continua ad arrivare anche durante la partita. Secondo la Questura, all'inizio del match ci sono 300mila persone, il Comune dice che alla fine del primo tempo sono diventate 500mila. Quattro sono gli schermi giganti realizzati dal Comune di Roma. Uno, da 50 metri quadri al capo del Circo Massimo verso il Tevere; a metà del catino, altri due schermi da 30 metri quadri. E poi un ultimo, da 24 metri quadrati, dal lato della Fao.
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Tanti ragazzi, tante ragazze: ma dal punto di vista antropologico e sociale non sembra il pubblico che frequenta lo stadio la domenica, che - si sa - tiene molto di più alla squadra di club del cuore che alla Nazionale. È la gioventù della periferia romana che si impadronisce del centro storico.
L'attesa viene ingannata in vari modi: alle otto i maxischermi mandano il Tg1, e quando arriva il servizio sul congresso della Lega Nord giù bordate di fischi. Sotto il palco rivolto alla Bocca della Verità a un certo punto due energumeni si prendono a schiaffoni in faccia, spaventando e molto i ragazzini che si sono piazzati in prima fila dal primo pomeriggio. La robusta security del Comune di Roma guarda, smoccola, ma non interviene. Polizia? Non se ne vede.
ITALIA SPAGNA LA DELUSIONE DEI TIFOSI JPEG
Poi comincia il collegamento con Kiev. L'inno nazionale, cantato coralmente da tutti quanti fa veramente impressione. Qualche buu per il premier Monti, inquadrato dalla regia tv. E poi il fischio d'inizio, e si capisce subito che non è serata: l'Italia del pallone non c'è, la Spagna domina. Arriva il gol di Silva, festeggiato in solitaria da un gruppo di ragazzi spagnoli studenti dell'Erasmus. L'abbozzo di reazione della squadra di Prandelli non produce granché, Balotelli si aggira per il campo di gioco come un'anima persa e si perde in iniziative velleitarie. E arriva il raddoppio di Jordi Alba.
ITALIA SPAGNA BANDIERA NAZISTA AL CIRCO MASSIMO
Le facce sono cupe, tante imprecazioni, e nella pausa tra primo e secondo tempo solo al centro del Circo Massimo un gruppo di irriducibili continua a sventolare bandiere e accendere fumogeni, che poi vengono lanciati ancora in fiamme verso il palco. Anche i meno pratici hanno già capito la piega che ha preso la faccenda, l'Italia non si regge in piedi, ma nessuno si muove, la speranza c'è sempre.
Un grido di sofferenza accoglie Totò Di Natale che si mangia il gol che potrebbe riaprire la partita. Un «ohhhhhh» di sgomento accompagna la smorfia di dolore del brasiliano Thiago Motta che si strappa, e ci lascia in dieci. La Spagna si mette a fare il «torello», i nostri non ne hanno più, il niño Torres ci dà la terza stilettata, Mata la quarta. Finisce la festa, comincia la rabbia.
UNA SERATA DI PURA SOFFERENZA E IMPOTENZA PER L'ITALIA: DAVANTI ALLA TV, IN TRIBUNA ALLO STADIO DI KIEV, MA SOPRATTUTTO IN CAMPO - PRANDELLI: "SI È VISTO SUBITO CHE LORO AVEVANO PIÙ FRESCHEZZA FISICA. NOI NON ABBIAMO AVUTO TEMPO PER RECUPERARE, SOPRATTUTTO CONTRO QUESTI GIOCATORI" - BUFFON: "STASERA NON C'É STATA PARTITA, LORO SONO STATI TROPPO SUPERIORI E COSÌ IL RAMMARICO DI AVER PERSO QUESTA FINALE È RELATIVO ABBIAMO DATO QUELLO CHE AVEVAMO, POI NELLA VITA CI STA INCONTRARE I PIÙ FORTI ED È ANDATA COME È ANDATA"…
Ansa.it
La Spagna è diventata campione d'Europa battendo l'Italia 4-0 (2-0) nella finale di Kiev. Per gli iberici è 'tripletta' dopo il titolo europeo 2008 e il titolo mondiale 2010.
BALOTELLI
PRANDELLI, LORO PIU' FRESCHI - "Si è visto subito che loro avevano più freschezza fisica. Noi non abbiamo avuto tempo per recuperare, soprattutto contro questi giocatori". Sono state le prime parole di Cesare Prandelli a Rai Sport, subito dopo il 4-0 incassato dalla Spagna nella finale di Euro 2012.
SPAGNA ITALIA
Anche Mario Balotelli è scoppiato in lacrime nel dopo Italia-Spagna. Seduto sul prato dello stadio di Kiev, mentre era in corso la premiazione della Spagna, l'attaccante ha cominciato a piangere con il viso fra le mani, e ad un certo punto il ct Prandelli è andato a consolarlo. In lacrime anche Pirlo.
BUFFON, LORO TROPPO SUPERIORI - "Stasera non c'é stata partita, loro sono stati troppo superiori e così il rammarico di aver perso questa finale è relativo" Gigi Buffon, ai microfoni di Rai Sport, commenta così il 4-0 incassato contro la Spagna. "La Spagna sembra invulnerabile e questo ci dà un po' più di serenità d'animo".
SPAGNA ITALIA
Siamo noi che ringraziamo di cuore i tifosi italiani, per noi è stato un orgoglio regalare soddisfazioni. Abbiamo dato quello che avevamo, poi nella vita ci sta incontrare i più forti ed è andata come è andata". Al termine partita persa 4-0 con la Spagna il portiere dell'Italia ringrazia i tifosi italiani per l'appoggio dato alla nazionale ad Euro 2012. "La nazionale - aggiunge Buffon ai microfoni della Rai - è l'unico veicolo che riesce a portare un po' di gioia nelle case degli italiani".
ITALIA SENZA STORIA, E' SEMPRE FIESTA SPAGNA
Piercarlo Presutti per Ansa.it
SPAGNA ITALIA
Più forte ma anche più brava dell'Italia, per usare la distinzione cara a Buffon, la Spagna vince il secondo titolo europeo consecutivo, con un mondiale in mezzo, ed entra di prepotenza nella storia del calcio. Mai a nessuno era riuscito un "triplete" del genere, e al di là del 4-0 finale firmato Silva-Jordi Alba-Torres-Mata raramente si era vista a questo livello una finale con una tale differenza di valori in campo: uno spread pesantissimo, per usare l'immagine simbolo di questo europeo.
SPAGNA ITALIA
E' stata dunque una serata di pura sofferenza e impotenza per l'Italia: davanti alla tv, in tribuna allo stadio di Kiev, ma soprattutto in campo. La squadra di Cesare Prandelli, a capo di un'avventura splendida, è crollata davanti all'ostacolo più alto, quasi rifiutando la sfida. Mai davvero in partita, è stata stordita dal tique-toque degli spagnoli e dal loro pressing, figlio di una condizione atletica nettamente migliore.
Sistematicamente pronti a raddoppiare o addirittura a triplicare la marcatura, gli spagnoli mai hanno concesso agli azzurri di cominciare la manovra e verticalizzare il gioco, il loro vero valore aggiunto in questa manifestazione. Ci sono stati momenti in cui lo stadio di Kiev è sembrato trasformarsi in un'arena, con i giocatori di Del Bosque a giocare con le loro banderillas con un avversario destinato a soccombere e quasi rassegnato.
SPAGNA ITALIA
SPAGNA ITALIA
Perché gli azzurri ci hanno anche provato, a raddrizzare la partita che s'era messa subito male con il gol del vantaggio di David Silva: ma più per forza d'inerzia che per convinzione. Un paio di guizzi di Cassano, qualche corpo a corpo di De Rossi: non molto di più, essendo scariche le batterie di tutti.
Puntuale è arrivato il raddoppio iberico già sul finire del primo tempo, e la ripresa non ha avuto storia anche perché con le sostituzioni azzurre esaurite, si è infortunato Thiago Motta che ha lasciato i compagni in dieci per mezz'ora abbondante di gioco. In avvio di gara, finito il balletto a smarcarsi in tribuna presidenziale (dove l'assenza della convitata di pietra di questi europei , Iulia Timoshenko, e la contemporanea presenza del controverso presidente bielorusso Lukashenko consigliavano a vari leader presenti, tra i quali Monti e Rajoy, di evitare vicinanze imbarazzanti), era cominciato quello in campo.
SPAGNA ITALIA
Prandelli aveva confermato modulo e squadra scelti per la sfida alla Germania, con l'eccezione di Abate a destra al posto di balzaretti. Quanto alla Spagna, Del Bosque insisteva nella formazione con Fabregas finto centravanti a fare da appoggio per le incursioni di Iniesta e David Silva.
SPAGNA ITALIA
E infatti dopo quasi un quarto d'ora in cui il possesso di palla spagnolo aveva stordito gli azzurri, la formula Del Bosque veniva premiata da un movimento laterale di Fabregas che sulla destra saltava Chiellini per poi mettere al centro una splendida palla alta sulla quale David Silva anticipava Barzagli e metteva in rete di testa.
Oltre al possesso palla iberico, a mandare fuori giri gli azzurri era la netta superiorità atletica avversaria: Chiellini finiva fuori per infortunio, sostituito da Balzaretti, e gli altri italiani arrivavano sempre dopo gli spagnoli sul pallone. Così la reazione al gol iberico era fiacca e prevedibile: un paio di tiri di Cassano respinti da Casillas, una botta di Balotelli alta.
SPAGNA ITALIA
Arrivava invece, meritato e quasi ineluttabile, il raddoppio delle furie rosse: al 41' Xavi innescava Jordi Alba che allungava, entrava in area e infilava di sinistro Buffon. Nella ripresa Prandelli tentava la carta Di Natale al posto di Cassano e l'attaccante sfiorava subito il gol di testa su cross di Abate. Era ancora Fabragas però a impensierire Buffon al 2' e un minuto dopo la premiata ditta Fabregas-Silva metteva in subbuglio la difesa azzurra, quasi a ribadire la gerarchia di valori in campo.
SPAGNA ITALIA
Venivano anche graziati al 4' gli azzurri, perché su un colpo di testa di Sergio Ramos una mano di Bonucci meritava il rigore. Su assist di Montolivo, Di Natale falliva un'occasione unica al 6' (solo davanti a Casillas si faceva ribattere il tiro).
Prandelli inseriva allora Thiago Motta, per l'esausto Montolivo. Al 13' un destro di Balotelli provocava più brividi ai tifosi che a Casillas. Così Del Bosque concedeva la passerella ai suoi: fuori David Silva, dentro Pedro Rodriguez, mentre al 16' Thiago Motta si stirava lasciando i compagni in 10.
BALOTELLI
Alla mezz'ora toccava a Torres per Fabregas, e il biondo centravanti si prendeva anche la soddisfazione di andare a realizzare al 39' piazzando di destro sull'uscita di Buffon. E poi di appoggiare a un giocatore dal cognome evocativo, Mata, subentrato a Iniesta, la palla del 4-0. Non ce n'era bisogno, di questi colpi finali: ma dopo le polemiche sul 'biscotto', forse servivano a ribadire che la Spagna gioca sempre al massimo.
BALOTELLI STORY - PRIMO ANNO DI VITA IN OSPEDALE, OPERAZIONI, CURE, SOFFERENZA PER UNA MALFORMAZIONE ALL’INTESTINO - POVERISSIMI, ROSE E THOMAS BARBWUAH AFFIDANO MARIO ALLA FAMIGLIA BALOTELLI - I GENITORI SPARISCONO DEFINITIVAMENTE (“PER 16 ANNI NON HO NEMMENO RICEVUTO UNA LORO TELEFONATA NEL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO. CON LORO, DAI 2 ANNI IN POI, NON HO MAI VISSUTO”). A 15 ANNI, MARIO GIOCA IN SERIE C, ARRIVA L’INTER…
Alessandro Dell'Orto per Libero
BALOTTELLI DA PICCOLO VANITY FAIR
Lo vedi così, mezzo nudo che festeggia i due gol alla Germania - pugni chiusi e posa da culturista, fisico scolpito che sembra esplodere - e fai fatica a credere che vent'anni fa il piccolo Balotelli non era Super per niente. Che Mario Barwuahy soffriva. Piccino, mingherlino e debole. Malato. Solo. Che ha trascorso il primo anno di vita in ospedale, operazioni, cure, sofferenza.
BALOTELLI
Già, questo è il destino di Mario, da sempre: non è come lo vedi, c'è sempre qualcosa che ti inganna, un passato che non conosci, un pensiero troppo intimo per capirlo, un vissuto difficile che non ha niente a che vedere con i luccichii di adesso, riflettori, auto di lusso, belle donne. Per conoscere - o almeno provarci - e capire veramente Mario, questo buffo ragazzone di colore che parla con accento bresciano, bisogna conoscere e capire la sua storia, le sue debolezze, le sue difficoltà. E ripartire da lontano.
UN ANNO DI OSPEDALE
Dal 1988, quando Rose e Thomas Barbwuah lasciano il Ghana e vengono a cercare fortuna in Italia. Palermo, quartiere di Borgo Nuovo. È qui che, il 12 agosto 1990, la coppia di immigrati dà alla luce il primo figlio. Mario è un bambino vispo che però non sorride, si lamenta. Non sta bene. E il responso dei medici è devastante: malformazione all'intestino, bisogna intervenire chirurgicamente e poi c'è bisogno di cure delicate, controlli. E dodici mesi di ricovero in ospedale.
MARIO BALOTELLI ALL'USCITA DALL'ESAME DI MATURITÀ
BALOTELLI MARIO
Rose e Thomas non sanno che fare. Soldi non ce ne sono, lavoro nemmeno, difficile andare avanti. Decidono di trasferirsi al Nord, a Bagnolo Mella (provincia di Brescia), dove però non è facile trovare un'abitazione e l'unica soluzione è vivere in un alloggio fatiscente da condividere con un'altra famiglia. Si rivolgono agli assistenti sociali per chiedere aiuto.
«Case per noi non ce ne erano - ha raccontato qualche tempo fa la madre di Mario - in compenso, avendo saputo che avevo un bimbo malato, mi dissero che sarebbe stato meglio affidare mio figlio a qualche famiglia della zona. Furono gli assistenti stessi a indicarci i signori Balotelli». Versione che però, nel 2008, il giocatore ha smentito con un comunicato: «Il mio affido l'ha deciso il Tribunale dei Minori di Brescia, con decreto firmato anche dai miei genitori biologici (che ora sostengono di essere stati ingannati)».
BALOTELLI GOL- ITALIA-IRLANDA
La famiglia Balotelli vive a Concesio, pochi km di distanza da Bagnolo Mella. Franco e Silvia hanno tre figli - Corrado, Giovanni e Cristina - e accolgono il piccolo Mario, che ormai ha due anni, con amore, chiedendone subito l'affido (che verrà rinnovato ogni due anni fino alla maggiore età perché la famiglia originaria non ha mai dato l'assenso all'adozione). Mario cresce con i nuovi genitori e li fa suoi.
Diventa Balotelli. Si sente Balotelli. Anche perché Rose e Thomas Barbwuah - che poi avranno altri due figli, Enoch e Abigail - spariscono definitivamente («Per 16 anni non ho nemmeno ricevuto una loro telefonata nel giorno del mio compleanno - li ha accusati SuperMario - Con loro, dai 2 anni in poi, non ho mai vissuto»).
BALOTTELLI DA PICCOLO VANITY FAIR
FUORI ROSA A 7 ANNI
Mario Balotelli cresce e si appassiona al calcio, anche se mamma Silvia preferirebbe vederlo giocare a basket. Con il pallone tra i piedi ha talento e la sua prima squadra, a 7 anni, è quella del San Bartolomeo. Ma dopo poche settimane lo lasciano a casa perché fa fatica a rispettare le regole, si ribella e le mamme degli altri ragazzini si lamentano. Mario così va a giocare all'oratorio di Mompiano.
Dribbling, gol, assist, diventa immarcabile e lo notano le società di mezza Lombardia che poi, però, ripetono lo stesso ritornello: «Bravo, ma il carattere...». Solo il Lumezzane ci crede. E quando, a 15 anni, Mario gioca una partita di allenamento contro la prima squadra, l'allenatore Sandro Salvioni resta incantato. Fa chiedere una deroga alla Figc e lo fa esordire in Padova-Lumezzane, serie C. Prima esperienza da calciatore vero, ma anche l'impatto con il lato ignorante del football italiano: dalle tribune arrivano fischi e buuuu. Mario, dopo aver conosciuto la malattia e l'abbandono, conosce il razzismo.
BALOTTELLI DA PICCOLO VANITY FAIR
L'INTER
Il calcio, invece, inizia a conoscere un talento puro, cristallino, pur imprigionato in un carattere difficile. Balotelli si presenta all'Atalanta per un provino. A metà partitella, quando l'arbitro fischia un fallo, Mario gli gli sputa addosso. Scartato. Va meglio con l'Inter e Moratti mette il giovane Balo sotto contratto, lo cresce, lo lancia in serie A e poi lo vende al Manchester City.
BALOTELLI CON I GENITORI FRANCO E SILVIA
Mario diventa SuperMario in campo, pur dovendo dribblare polemiche e ingenuità fuori dal campo. Perché Balotelli di cazzate ne ha fatte, ne fa e ne farà ancora - anche se spesso vengono ingigantite -, ma non certo perché è uno sbruffone, un arrogante o un furbetto.
No, è semplicemente un bambinone alle prese con una realtà troppo grande. E ogni volta che ci viene da pensare male di lui, ricordiamoci la sua storia e riguardiamoci le immagini in cui bacia mamma Silvia dopo la vittoria con la Germania. Il vero SuperMario è questo, senza barriere e senza paure.
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