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INTERVISTE ESCLUSIVE NAPOLI CULTURAL CLASSIC: il musicista Emanuele D'Onofrio
DI CHI PARLIAMO
EMANUELE D'ONOFRIO
Quanto ha inciso la famiglia sulla tua scelta artistica ?
Non vengo da una famiglia di musicisti. O meglio, vengo da una famiglia di musicisti “mancati”. Molti dei miei familiari hanno abbracciato interessi artistici nella giovane età poi abbandonati a causa delle differenti scelte universitarie. Per me non è stata la stessa cosa: la mia passione per la musica era ed è così grande che ho deciso di farla diventare la mia scelta di vita. Non è stato molto facile all’inizio. In ogni caso la mia famiglia mi ha sempre supportato, fin da bambino, quando ho iniziato a studiare musica, e devo ringraziarla, perché mi ha dato sempre l’opportunità di esprimere e proseguire questa mia passione.
Quanto conta per te la musica come passione al di là del lavoro?
La musica è la mia vita, in tutti i sensi. E’ il modo in cui esprimo me stesso, la mia personalità, i miei sogni, le mie emozioni. E’ come l’aria che respiro; non ne potrei fare a meno. Ogni istante diventa musica e la musica riempie ogni mio istante, in qualunque forma essa si trovi. Il poter scrivere musica implica il conoscere il nucleo essenziale di quest’arte, che è sostanzialmente aria scossa da vibrazioni. La musica mi ha aiutato molte volte nella mia vita, e sono sicuro che mi sarà sempre accanto nella costruzione di me stesso e dei miei grandi sogni.
Tante composizioni come autore, nonostante la giovane età. Le tue musiche sono di grande valore artistico: quale composizione preferisci per le emozioni che suscita e le opportunità che ti ha offerto?
E’ come chiedere a una madre di scegliere tra i suoi figli il preferito. Ogni composizione parla di una parte di me e della mia vita. In ogni caso una delle composizioni a cui sono maggiormente legato è “Petali di ciliegio”, che ha segnato il mio debutto televisivo e quindi è legata a quei momenti meravigliosi, pieni di gioia, di sogni e di speranze.
A cosa ti stai dedicando ora e quali gli impegni futuri?
Al momento sto dedicando la maggior parte del mio tempo allo studio. Credo che sia fondamentale per un musicista formarsi e diventare pienamente competente nella propria disciplina. Studio Composizione al conservatorio e a questo affianco Lettere all’università: infatti la letteratura è un’altra delle mie grandi passioni e si sposa benissimo con quella per la musica. Preferisco portare a termine entrambi i percorsi e poi dedicarmi completamente all’attività concertistica.
C’è spazio per il tuo lavoro in Italia?
Purtroppo in Italia il mio genere musicale non è ancora molto diffuso e adeguatamente apprezzato come in altri Paesi europei e non. Pesa molto il fatto che non c’è un’educazione musicale adeguata nelle scuole e i conservatori non prevedono piani di studio ad hoc. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nei Paesi asiatici, ad esempio, la situazione è già molto diversa: un compositore di musica per immagini ha molte più opportunità di competere sul mercato. A mio parere sussiste ancora una profonda frattura tra la musica classica contemporanea colta e il genere della musica leggera e “popolare”, del jazz-swing e tutti i generi collegati. La mia musica, dal punto di vista stilistico, cerca di porsi in mezzo ai due poli, da quello contenutistico di arrivare al cuore di tutti.
Napoli ama la musica …
Napoli è la mia città e la amo davvero tanto. E’ una città piena di arte, patria di grandissimi artisti, poeti e musicisti. Ha delle bellezze naturali e artistiche che non ci sono in nessun’altra parte del mondo, ogni suo angolo ispira poesia. La scuola pianistica napoletana era una delle più affermate a livello europeo. Basti pensare anche alla canzone classica napoletana, famosa in tutto il mondo. Personalmente è una città che mi ispira tantissimo. I suoi colori, i suoi paesaggi, perfino il suo caos ha un qualcosa di poetico e musicale insieme.
Quale musicista vorresti conoscere per organizzare un concerto a livello internazionale …
Ammiro molto Yiruma, un compositore coreano divenuto famoso a livello internazionale. Mi piacerebbe poter collaborare e scrivere insieme un manifesto di questo genere musicale, un po’ come si faceva per le correnti letterarie e artistiche dei secoli scorsi.
Come compositore ti ispiri a qualcuno in particolare ?
L’unica cosa a cui mi ispiro quando compongo sono le mie emozioni. C’è un legame miracoloso tra l’anima, che detta l’emozione, il cervello, che la razionalizza e la trascrive in musica, e le dita, che la eseguono. In ogni caso dal punto di vista stilistico la mia musica possiede una duplice matrice che risente molto dei miei interessi musicali e dei miei studi precedenti. Da una parte quella classica (i miei preferiti sono Chopin, Debussy, Ravel, Saint-Saens, Mozart, Vivaldi, Puccini, Rachmaninov…), dall’altra la musica jazz e new age. Ma ascolto anche tanta musica leggera, con una preferenza per il pop e il soul.
Con tanta musica che ti assorbe e ti prende tempo, riesci a trovare spazio anche per altro? per lo studio? per famiglia? gli amici?
Studiare musica richiede grandi sacrifici. Lo studio in generale mi prende gran parte della giornata, ma per fortuna posseggo una forte volontà e passione. Anche se a volte ho dei fisiologici momenti di sconforto e di stanchezza, l’amore per tutto ciò che faccio mi aiuta a superarli e a recuperare forza, energie e determinazione. Se fai ciò che ami e ami ciò che fai tutto ti sembra meno pesante. Ma comunque mi dedico a tante altre attività: accompagno un coro polifonico, dirigo un coro scolastico, faccio nuoto da quand’ero piccolissimo. Insomma non riesco a stare senza far niente per troppo tempo.
A cosa aspiri e quale sogno vorresti che si realizzasse?
In realtà ho tanti sogni, e non li metto neanche nel cassetto perché forse non ci andrebbero tutti. Il mio sogno più grande è di riuscire a portare la mia musica nei posti più disparati e di farla ascoltare a quanta più gente possibile. Come dissi in un’altra occasione, “una musica chiusa in quattro mura non ha senso di esistere”.
Il tuo prossimo impegno con la Napoli Cultural Classic?
Napoli Cultural Classic è un’associazione che ormai mi segue da diversi anni, crede molto in me e nella mia musica e non posso che essere grato per tutto quello che fa. E’ davvero bello vedere che ci sono persone che credono così tanto nei giovani e nella cultura. Collaboriamo spesso e ne sono molto contento e riconoscente.
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