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PREVENIRE.....SPRECHI E DOLORE
FELTRI ATTACCA LO “STATO CRIMINALE”: “SE SI TIENE CONTO DEI MILIARDI INVESTITI IN VARIE RICOSTRUZIONI L’INDOMANI DI OGNI CATASTROFE NATURALE, NON È DIFFICILE CAPIRE CHE SE FOSSERO STATI UTILIZZATI PER RINFORZARE IN SENSO ANTISISMICO PALAZZI E PALAZZINE, OGGI NON SAREMMO QUI A DISPERARCI”
L'ACQUA NEI POZZI, I GAS, I CANI CHE ABBAIANO, LE GALLINE IMPAZZITE: CI SONO DAVVERO DEI MODI PER PREVEDERE L'ARRIVO DI UN TERREMOTO? - MARIO TOZZI: ''LA RICERCA AVANZA, QUALCOSA SI MUOVE, MA AL MOMENTO NULLA È DAVVERO PRECISO O UTILIZZABILE. URAGANI, ERUZIONI, TSUNAMI: LÌ SI PUÒ AVVERTIRE LA POPOLAZIONE. L'UNICA VERA RISPOSTA È LA PREVENZIONE DEI DANNI''
Terremoto, Mario Tozzi: "Nessun controllo dai Comuni, semplici 'catene' salvano tante vite"
"Il nostro è un patrimonio vetusto e non c'è manutenzione. I controlli sugli edifici pubblici spettavano ai Comuni che ora si lamentano. I privati andavano incentivati con sgravi fiscali". Così il geologo del Cnr Mario Tozzi, che aggiunge: "Per mettere in sicurezza case in muratura non serve molto, basta unire muri solai e pavimenti con tiranti di ferro. A volte basta una staffa a forma di elle per evitare che una costruzione imploda come un castello di carte". E aggiunge: "Bene un fascicolo del fabbricato sulla storia dell'edificio, ma la legislazione sulle norme antisismiche ormai è buona. Il problema è rispettarla e non usare materiali scadenti. E questo si può verificare solo con controlli comunali".
Mario Tozzi per La Stampa
Riusciamo a prevedere con una certa precisione dove atterrerà il prossimo tornado o quando arriverà la piena dell' Arno o, ancora, se il Vesuvio sta per risvegliarsi: perché non riusciamo a predire il momento del prossimo terremoto?
Prima di un' eruzione vulcanica il terreno si rigonfia, avvengono terremoti locali e cambiano temperatura e composizione delle fumarole gassose. Possiamo volare dentro un uragano in movimento e po ssiamo misurare gli spostamenti del terreno prima di una frana, o il ritirarsi di un' onda marina prima di uno tsunami. Quando arriva un terremoto, invece, nessun segno. Perché? La prima risposta è che i fenomeni sismici avvengono a migliaia di metri sotto i nostri piedi e sono esclusi alla nostra osservazione diretta. E anche i segnali indiretti sono spesso deboli e qualche volta contraddittori, nonostante decenni di studi e tentativi.
Prove e analisi
I terremoti non sono ancora prevedibili, cioè non esistono prove sperimentali, ordinate in maniera scientifica e applicabili in ogni zona del mondo, a favore della previsione, certamente non di quella fatta tenendo conto di agitazione di animali e avvertimenti divini o paranormali di persone particolarmente dotate.
È poi largamente sospetto che questo tipo di osservazioni venga comunque sempre fatto dopo i sismi e mai prima. Esiste invece una serie di parametri fisici e chimici del sottosuolo che possono essere tenuti sotto controllo e che cominciano a fornire risposte convincenti in termini di previsione: non sufficienti per conoscere in anticipo l' ora e neppure il giorno del terremoto prossimo venturo, ma abbastanza per fare una soddisfacente prevenzione. Ma investire energie in previsione fa perdere di vista proprio la prevenzione, che resta il vero obbiettivo.
Il livello dell' acqua nei pozzi in aree in cui si approssima un evento sismico sembra variare significativamente, così come sembrano mutare sensibilmente le composizioni e le quantità di gas emessi da fratture in comunicazione col sottosuolo e così come si registrano deformazioni millimetriche, ma costanti, delle rocce.
All' Università di Tokyo i ricercatori giapponesi hanno analizzato le bottiglie di acqua minerale riempite prima del gennaio 1995, data del terremoto di Kobe, e confrontato i risultati con le analisi condotte su bottiglie riempite dopo quella data. Cloro e zolfo sembrano aumentare progressivamente con l' avvicinarsi del sisma. In molte zone del mondo cospicue liberazioni di gas radon dal sottosuolo sembrano avvenire una settimana o un mese prima di un terremoto. Ma, per ora, nulla di più preciso, nulla di utilizzabile.
Il caso cinese
In Cina fu messo in piedi un vero e proprio piano nazionale per la previsione dei terremoti a metà degli Anni 60, poi abbandonato definitivamente negli Anni 90 perché non aveva portato alcun risultato significativo, eccetto che in un caso.
Nel 1975 decine di microscosse di terremoto avevano convinto i sismologi cinesi che la provincia di Haicheng fosse minacciata da un terremoto: in quell' occasione si tenne conto anche di alcuni pretesi segni premonitori dati dagli animali domestici.
Parte della provincia fu sgombrata e il sisma di magnitudo 7,3 Richter, che effettivamente arrivò, rase al suolo la metà delle costruzioni. Diverse decine di migliaia di persone furono così salvate dal terremoto e in molti pensarono che i terremoti si sarebbero finalmente potuti prevedere. In realtà morirono comunque oltre 1.000 persone e i feriti furono quasi ventimila.
E molto della presunta previsione fu dovuto a circostanze casuali, non sistematiche, circostanze che non si verificarono l' anno successivo, quando, nella regione di Tangshan, un forte sisma di magnitudo 8,3 Richter uccise ufficialmente 230.000 persone, realisticamente forse più di 500.000, il terremoto che in assoluto ha provocato più morti al mondo.
Ma fra i non esperti prendono corpo anche altri segni: galline che volano sugli alberi, maiali che si azzannano fra loro, anatre che escono precipitosamente dall' acqua e cani che abbaiano sarebbero segni inequivocabili di un terremoto in arrivo.
Secondo il maestro cinese Tung, alcuni pesci vanno a morire soffocati all' asciutto uscendo dalle acque, mentre i topi lasciano i granai terrorizzati e i serpenti escono dalle tane, nonostante il freddo, e muoiono. Può anche darsi che qualcuno di questi comportamenti sia da tenere in considerazione, ma, al momento, non è possibile trarne un metodo scientifico e sarebbe dunque bene non tirarli in causa.
VIAGGIO A NORCIA, DOVE DOPO IL SISMA DEL ’79 LE CASE SONO STATE COSTRUITE RISPETTANDO ALLA VIRGOLA LE NORME ANTISISMICHE - CIVITA DI CASCIA È UNA FRAZIONE RIMASTA INTATTA. CINQUANTA ABITANTI, TUTTI ILLESI, COME LE LORO CASE. NON BELLE A VEDERSI MA SICURE. UN FIUME DI DENARO, UNA MONTAGNA DI MACERIE - MILIARDI SPESI PER LE RICOSTRUZIONI DOPO I TERREMOTI, SOLO 180 MILIONI PER METTERE IN SICUREZZA QUEL 60% DI EDIFICI NON A NORMA. E IN MOLTE REGIONI I FONDI SONO BLOCCATI, COME IN SICILIA, TERRA DI DEVASTANTI SCOSSE - PER GLI ESPERTI, SOLO PER GLI EDIFICI PUBBLICI SERVIREBBERO 40 MILIARDI
Emanuela Fontana per “Il Giornale”
«Fu il 19 settembre del 1979». Nessuno si ricorda più il giorno, a stento l' anno, ma solo chi vive da queste parti, dove la terra trema da sempre, secoli e millenni, la terra umbra degli oracoli, della grotta della Sibilla e del Lago di Pilato, la striscia di crosta più mobile del centro Italia, l' Italia tra Amatrice e Norcia. Ma si ricorda tutto Silvana Crespi, nata a Roma e residente a Civita di Norcia. Proprio quel giorno per molti di questi paesi iniziò un piccolo miracolo.
Ci furono crolli e distruzioni, ma dal '79 si pensò alle case in modo diverso, si pensò a proteggersi, a non affidarsi alla provvidenza, ma a intervenire sui muri per non farli sbriciolare. Civita di Cascia è una frazione intatta. Cinquanta abitanti, tutti illesi, come le loro case. Non belle a vedersi ma sicure. Costruite dopo quell' anno '79, quando da queste parti non si ragionava sul brigatismo e sulle ideologie, ma, per la prima volta, su un tetto e un pavimento solidi.
Tre file di villette a schiera senza la traccia di un' estetica, ma resistite senza colpo ferire al terremoto del '97 di Assisi, a quello del 2009 dell' Aquila e all' ultimo di Amatrice.
Come Norcia. I turisti sono scappati praticamente tutti. La chiesa di San Benedetto ha subito danni gravi agli altari e alla cupola. In frantumi anche i recenti restauri alla Casa di San Benedetto. Ma il paese ha retto.
«Dopo il terremoto del '79 a Norcia i lavori iniziarono molto velocemente, nei primi anni 80», racconta Giovanni Perla, ingegnere Edile di Castelluccio di Norcia che lavora a Foligno proprio perché i tempi della ricostruzione sono sempre lentissimi, e in quella zona ci sono ancora cantieri aperti per il terremoto del '97. Norcia trattenne molti dei fondi per sé e solo dopo arrivarono le frazioni.
«A Castelluccio entra nel dettaglio Perla la ristrutturazione del campanile non è mai partita e ora rischia di crollare, distruggendo da una parte l' interno, dall' altra una casa intatta». Norcia invece no. Regge perché le regole antisismiche furono applicate qui per la prima volta nel centro Italia dopo le esperienze del terremoto del Friuli e dell' Irpinia. È la Norcia storica che sta soffrendo, non quella che era stata colpita dalla violenza della natura.
A Civita il borgo storico è un paese di fantasmi. «È un luogo romantico», ci racconta Silvana. Una cartolina, un nido dove salire da fidanzati. Ma non ci vive nessuno. Dagli anni novanta, e quindi oltre undici anni dopo il fatidico '79, tutti gli abitanti si sono trasferiti nelle tre file di palazzine anonime a due e tre piani. «La scossa dell' altra notte trema ancora Ivana - è stata una catapulta, di una violenza, di una ferocia! E poi il rumore».
Ma in casa e fuori non è caduto nemmeno un pezzetto di intonaco. Si sono aperte tutte le ante delle credenze, sono caduti i libri. Per questo tra le villette di Civita ringraziano sempre e comunque «il geometra Ercoli, che pensò a questa soluzione bruttina ma comoda e sicura». Case perfette dal punto di vista tecnico, «e completamente sbagliate dal punto di vista sociale». Non una piazza, non un bar, «la chiesa costruita verso il tramonto». Questo è un paese «dove non ci si incontra mai». Ma qualcosa di buono è stato fatto. E allora da queste parti ci si domanda se possa esistere una mano che sappia mettere insieme sicurezza e socialità. Magari anche con gusto. Sarebbe una sfida mai provata.
IL SINDACO DI AMATRICE: ''LA CITTÀ VA RASA AL SUOLO E RICOSTRUITA DA CAPO. DOBBIAMO FARE COME LA VAL NERINA E IL FRIULI, RICOSTRUENDO PERÒ IL PATRIMONIO STORICO ORIGINARIO DEL QUATTROCENTO'' - ''ALLA SCUOLA ANDAVA ANCHE MIA FIGLIA. LE AUTORIZZAZIONI ERANO IN ORDINE''
LA STORIA DI GIORGIA, BIMBA ESTRATTA VIVA DALLE MACERIE DOPO 16 ORE DAL TERREMOTO. È STATA PROTETTA DA UNA TRAVE E DAL CORPO DELLA SORELLINA, CHE NON CE L'HA FATTA -
ORA È IN OSPEDALE E NON PARLA PIÙ - QUASI TUTTI I BAMBINI RICOVERATI SONO ORFANI, O HANNO PERSO UNA ZIA, UN NONNO - GIULIA CE L'HA FATTA, E IL SUO ABBRACCIO AL POMPIERE CHE LA ESTRAE DAI DETRITI DELLA SUA CASA RIMARRÀ COME IMMAGINE DI SPERANZA IN MEZZO ALLA DISTRUZIONE TOTALE
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