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Intervista a Francesca Garofalo 1° Premio per la Narrativa al XVII° Premio letterario internazionale Napoli Cultural Classic
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I finalisti di CineCi' - CortiCulturalClassic 2022 a Palma Campania vi aspetta la grande festa del cinema giovanea
07/06/2022
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17° Premio letterario internazionale NCC - Bando 2021/2022
23/11/2021
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Ornella Muti, la vera diva mancata del cinema italiano
08/08/2022
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L'attore Lando Buzzanca alla fine degli sessanta e settanta è stato un uomo molto desiderato nell'immaginario femminile
05/08/2022
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L'attore Guido Di Geronimo: " Mi piace ritenermi una spugna, perché sono convinto che non si smetta mai di imparare e ogni occasione può essere quella buona per apprendere uno stile, una tecnica, un movimento, un’intonazione."
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L'attore Giordano Petri: "Anche interpretare personaggi sbagliati, diversi, quelli che non sono arrivati al successo, è stato emozionante e mi hanno fatto crescere e maturare."
20/07/2022
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Giuseppe D’Angelo: "Ho cercato sempre di studiare, sperimentare, approfondire e soprattutto coltivare le mie passioni, il teatro e la musica, che sono sempre state il leitmotiv della mia vita."
19/07/2022
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NATO A CASAL DI PRINCIPE DIRETTO DA BRUNO OLIVIERO......“COSÌ RACCONTO LA RESISTENZA NELLE TERRE DI CAMORRA”
Dopo il passaggio alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia arriva in sala il film sul rapimento di Paolo Letizia, voluto dal fratello Amedeo che è produttore e autore del libro a cui si ispira.
Amedeo Letizia è un ragazzo di vent’anni che sul finire degli anni ’80 si è trasferito a Roma da Casal di Principe per inseguire la carriera di attore. Sta appena iniziando a muovere i primi passi, tra un fotoromanzo e un ruolo sul piccolo schermo in una delle fiction più famose di quegli anni "I RAGAZZI DEL MURETTO", quando il fratello minore, Paolo, viene rapito da alcuni uomini incappucciati che ne fanno perdere le tracce. Amedeo torna nel suo paese d’origine, sin da subito questo viaggio si rivela una discesa agli inferi del suo passato e nelle contraddizioni della sua terra. Poiché l’inchiesta condotta dai carabinieri si dimostra inefficace, si decide a intraprendere una sua personale ricerca, lo fa armato di un fucile e con l’aiuto del cugino Marco, un ragazzino di diciassette anni. I dettagli della scomparsa affiorano via via nel corso della vicenda che vede Amedeo aggirarsi per quel territorio che va dalle campagne al mare, passando per i laghi, all’affannosa ricerca di suo fratello. Insieme a Marco setaccia la zona senza sapere se cercare un cadavere o un luogo dove Paolo è tenuto prigioniero...
NOTE DI REGIA:
“Nato a Casal di Principe” racconta una manciata di settimane nella vita di un ragazzo di vent’anni: Amedeo Letizia. Giorni che gli segneranno a fuoco la vita. Tutto inizia da un’immagine di questo ragazzo, sul bordo di un lago, con un fucile in spalla. Un eroe solitario immerso nel mistero di una ricerca. In un territorio, Casal di Principe, in cui i rapporti sono di una fatalità ancestrale, in cui gli uomini girano armati e la camorra sembra endemica. Poi affiora, nei ricordi di Amedeo, un altro contesto, la Roma della fine degli anni 80, dove lui, attore alle prime armi, si comporta con una spavalderia e una violenza che ha appreso tra i camorristi del suo paese e che usa per giocare al duro tra i suoi amici attori. Ma tutto sta facendo cortocircuito ora in lui. Nel suo paese hanno rapito il fratello. La finzione dei suoi atteggiamenti si sta pericolosamente avvicinando alla realtà.
Questa tensione tra realtà e finzione, tra normalità e criminalità sono la cifra del film. Amedeo è un ragazzo, con tutto il fascino dell’eroe negativo, che guardandosi attraverso lo specchio deformato di ciò che può divenire si rende conto di come fare il meglio. Per farlo dovrà passare attraverso un viaggio iniziatico di dolore, violenza, orrore. Dovrà fare una sua personale guerra votata al fallimento, dovrà mettersi contro suo padre, dovrà rischiare la vita della sua famiglia, dovrà sfidare i suoi demoni interiori e quelli concreti del suo paese, per liberarsi infine delle sue “cattive” origini. “Nato a Casal di Principe” sarà un film tutto filtrato attraverso lo sguardo del suo protagonista, e dei suoi sodali ancora più giovani di lui. Un film di ragazzi che affrontano cose più grandi di loro. Un romanzo di formazione.
Ciò che fin dal primo momento mi ha convinto della sceneggiatura di Braucci e Virgilio è la capacità di trattare la storia vera di Amedeo Letizia, piena di risvolti sociali e di denuncia, con una scrittura visionaria capace di trasfigurare l’anima sdoppiata di Amedeo tra sentimenti di vendetta, coscienza del male, voglia di apparire un figo nella Roma degli attori emergenti, in altrettanti momenti visivi, in altrettanti passaggi narrativi che assumono carattere simbolico senza mai cedere in nulla alla secchezza della cronaca e del racconto. È qui che mi sono sentito a mio agio. In questa sfida. Ed è su questo terreno che si gioca la regia del film.
Ho pensato molto a “Fronte del Porto” di Elia Kazan, al personaggio di Terry Malloy interpretato da Marlon Brando, un ragazzo, che ci fa scoprire la corruzione del porto di New York attraverso il suo tormento interiore per aver sempre accettato tutto, anche cedere ai suoi sogni di gloria nel pugilato. E poi ho pensato a “La Promesse” dei fratelli Dardenne, sempre per lo sguardo, anche qui ottuso, parziale, di un ragazzo su un mondo corrotto, quello del padre, che traffica in immigrati. Due modi di trattare un problema sociale che però si impongono per la forza dello sguardo del protagonista. Sono due sguardi non innocenti, tutti imbevuti dell’ideologia del mondo che vivono del quale prendono coscienza durante il racconto. Come accade in “Nato a Casal di Principe”, dove lo sguardo ferito, poi cattivo, alla fine dolce di Amedeo ci conduce alla scoperta del suo mondo. La scrittura fatta di flashback, incubi, pensieri che si concretizzano in immagini, e soprattutto la grande quantità di “scene madri” di questo film dovrà essere resa attraverso una regia e una fotografia il più possibile naturali, che riporti il senso del vero e del concreto dello sguardo di Amedeo. Che Amedeo guardi i camorristi o la religiosità della madre, le armi o i sentimenti di colpa della famiglia, è sempre il suo mondo che guarda. Sono tante parti di se stesso che noi decifriamo attraverso il suo processo di trasformazione in atto.
Anche il passato e il presente coesistono nello sguardo del protagonista, in piani sequenza nei quali l’azione dei personaggi non si interrompe, passa da un piano all’altro senza soluzione di continuità. Dal presente al passato come dalla realtà alla finzione. Il passaggio dal libro al film ha prodotto con precisone visionaria questi passaggi tra piani diversi, temporali, semantici, emotivi.
Amedeo Letizia scrive nel libro da cui è tratto il film: “non mi rendevo conto che esisteva un mondo, un mondo con regole diverse, diciamo normali, fuori da Casal di Principe, dove la legge del più forte, dove le armi, erano la normalità...”. La natura profonda del conflitto del film sta qui dentro. Nella presa di coscienza del mondo da parte di Amedeo. Da un lato il suo essere fiero delle sue origini che usa per essere protagonista a Roma, dall’altro rendersi conto che queste origini sono radicate in quel complesso di costruzioni sociali, economiche, familiari che sono poi una sorta di boscaglia fitta in cui nasce e cresce il male che ha condannato suo fratello, cioè un ragazzo del sud qualsiasi.
Attraverso questo personaggio “Nato a Casal di Principe” si addentra in territori inesplorati in questo tipo di racconti. Racconta in azione, ad altezza dello sguardo di Amedeo l’esistenza di tutte le sfumature di grigio che costituiscono i contesti nei quali una mafia potente come quella dei Casalesi si può sviluppare. Per rendere questa complessità la regia di “Nato a Casal di Principe” gioca la carta dell’utilizzo di alcuni topos del western: un racconto che si dipana senza spiegare i fenomeni sociali perché tutti sappiamo che nel vecchio west le regole valgono quel che valgono. E quindi l’ambientazione nel territorio intorno a Casal di Principe, “la terra di lavoro” con i suoi sterminati campi di tabacco e broccoli, il fiume, le rovine delle vestigia di un passato prestigioso e mitico delle Regge Borboniche come Carditello, le masserie con i bufali e i paesi fantasma, i laghi dei Campi Flegrei con le rovine romane affondate, creeranno una forza immaginifica che circonda i giovani protagonisti nel mistero della loro ricerca, della loro crescita.
Anche l’ambientazione Romana, tra gli studios di Cinecittà, e i ponti, il Tevere, riportano nel film un tema da Western, lo spaesamento del ragazzo che scopre la città. Uno spaesamento che il protagonista sente a Roma come a Casal di Principe. Roma poi con la sua “svagata” leggerezza da anni ‘80 sarà il luogo nel quale il protagonista sentirà più fortemente il dover cambiare, il poterlo fare. E la regia qui accompagnerà questo movimento cambiando di tono tra la prima e la seconda parte. Prima: un luogo di eccessi, gli studi televisivi, le donne, lo spettacolo tristemente post felliniano; poi: il racconto di un anima in pena, ancora sul limite di una decisione da prendere, immerso nella bellezza della città eterna. Mano a mano che Amedeo vuole smettere di essere il folklorico “lupo” violento che viene dalla provincia, così il film aderirà al suo personaggio, gli si avvicinerà fino ad arrivare alla scena del provino per la serie nella quale, per il personaggio, ogni finzione è diventata di troppo, e Amedeo è finalmente in contatto profondo con la realtà, la sua intima realtà.
Elisabetta BartuccaL'accademia verrà realizzata con il 10% degli incassi del film e una base minima di 10mila euro garantiti dalle società produttrici; l'idea è che diventi un punto di riferimento per i giovani di queste terre "spesso risucchiati da dinamiche criminali". Le stesse che per tutto il film aleggiano silenziose attorno al protagonista, che oggi può dire: "È stata dura rivivere tutto questo, ma sono orgoglioso di come Bruno ha affrontato questa storia". Insieme a Donatella Finocchiaro, nel ruolo della madre dei fratelli Letizia, e Alessio Lapice, in quello di Amedeo, nel cast figurano anche alcuni dei protagonisti reali della vicenda e degli attori scelti tra oltre cinquecento ragazzi di Casal di Principe e dintorni.
Da dove viene la necessità di raccontare questa storia?
Bruno Oliviero:
Il film mi è stato proposto e nasce dal romanzo omonimo di Amedeo Letizia poi sceneggiato da Massimiliano Virgilio e Maurizio Braucci. La sceneggiatura però si distacca un po' dal libro, perché cerca di ricostruire molto dettagliatamente le settimane intorno al rapimento del fratello di Amedeo. Mi ha colpito subito la capacità di Massimiliano e Maurizio di tirar fuori dalla violenza la poeticità delle persone che vivono in queste terre martoriate dalle camorra subendo inconsapevolmente soprusi e storture; non sono eroi, accade semplicemente che diventino vittime e che debbano rialzarsi. È una forma particolare di resistenza ed è tutto molto politico; sentivo di poter entrare nella ricerca della verità e nella poeticità della realtà quando si presenta sotto forma di resistenza civile.
Che cosa hai provato a vedere sullo schermo qualcosa che ti riguarda così profondamente?
Amedeo Letizia:
È stato difficile riaffrontare un dramma sopito per venticinque anni e dopo aver messo il demone a dormire; i miei genitori hanno visto il film solo qualche giorno fa. Ho voluto scrivere questa storia perché il rapimento è sempre un'esperienza terribile, non hai un corpo, non sai se quella persona sia viva o morta benché la coscienza ti faccia sperare che sia viva, non riesci a far pace con il dolore. Paolo rimaneva in un limbo, nessuno ne parlava più, non c'erano più foto a casa e io mi chiedevo cosa potessi fare, è stato un momento di rabbia e l'occasione per fare un'analisi di me stesso. All'epoca dei fatti avrei solo voluto vendicarlo, in quegli anni facevamo rapine senza renderci conto che fossero un crimine, ciò che nel resto del mondo non era lecito a Casal di Principe lo era; mi resi conto che così non gli avrei reso giustizia, mio fratello sarebbe stato ricordato solo per una interminabile scia di sangue e probabilmente saremmo morti tutti. Mi ha mosso invece il desiderio di riscattare mio fratello e non farlo morire due volte: prima per mano dalla camorra e poi per quella della gente che non lo ricordava più.
È un film lontano dalla spettacolarizzazione e dalla speculazione sul dolore, al contrario trovano spazio i silenzi e l'asciuttezza. Come sei riuscito a rendere cinematograficamente tutto questo?
Bruno Oliviero:
Quando cerchi la verità profonda delle persone e delle cose ti ritrovi a tirar fuori uno stile che spettacolarizza non gli aspetti finti della camorra come la prossemica esagerata di alcuni atteggiamenti, ma cosa sia vivere in terra di camorra . Ho pensato molto ai vecchi western di John Ford, che trovo molto spettacolari. Il silenzio è assedio, è capacità di rialzarsi seppur con grande fatica.
Ci puoi spiegare la scelta dell'ultima scena, che riporta lo spettatore alla dimensione del set cinematografico?
Bruno Oliviero:
Ci sono due elementi molto importanti nel finale, uno dei quali non era in sceneggiatura. Mi riferisco al discorso di Alessio a bordo lago sulla camorra, che non era scritto da nessuna parte, ma è stato frutto di un'improvvisazione; la scena era bellissima e gli chiesi di improvvisare per poter cogliere meglio la realtà di quel momento, alla fine ci siamo trovati con questo semplice e ingenuo discorso su cosa sia la camorra e ci è sembrato bellissimo tenerlo. Per quanto riguarda invece il secondo elemento era importante che quando si passava ai cartelli che raccontano la vera storia di Paolo, lo spettatore avesse un piccolo shock, uscisse dalla storia romanzata e si accorgesse di una realtà più profonda, che ha a che fare ancora con l'oggi. Era quasi un invito a rendersi conto che la realtà è sempre peggiore della finzione.
Come è stato il dialogo con le persone che avete interpretato?
Alessio Lapice:
Ho affrontato i primi incontri con Bruno da attore come se dovessi prepararmi a un copione qualsiasi, quando però sono venuto a contatto con i veri personaggi della storia mi sono reso conto dell'importanza di quello che stavo per fare e ho capito che non sarebbe bastato fare semplicemente l'attore, avrei dovuto dare qualcosa di più; ho vissuto il periodo di riprese con l'ansia di deludere queste persone. Era come se mi avessero dato la chiave di uno scrigno chiuso per tantissimo tempo, il mio compito era cercare di restituirla nella maniera più intatta possibile.
Donatella Finocchiaro
: È stato un lavoro attoriale strano, raro e diverso dal solito, abbiamo provato tantissimo un mese prima di girare, c'è stata una full immersion incredibile in un albergo di Castel Volturno, dove eravamo isolatissimi, sembrava di stare in Shining.
Bruno ci ha messo nelle condizioni di interpretare questa storia di cui sentivamo l'importanza e la responsabilità. La mia musa ispiratrice è stata Ernestina, la mamma di Paolo, ma nello stesso tempo dovevo trovare un personaggio credibile, ed è sempre molto difficile quando interpreti dei personaggi reali.
Dell'incontro con Ernestina mi ha stupito il suo sorriso e il fatto che avesse trovato la propria consolazione nella fede; sul set eravamo circondati dai protagonisti reali della storia, come le sorelle di Amedeo e Paolo che sono presenti in alcune scene. Averli vicini ci ha aiutato a trovare una verità.
Massimiliano Gallo:
Bruno è un talento capace di leggere una storia così tragica con la sensibilità di chi non vuole entrare in una stanza ma rimane sulla soglia, e racconta il dolore con grande dignità. È un piccolo grande film che secondo le logiche ben note del cinema italiano rimarrà in sala pochissimo.
Perché hai scelto di girare su alcuni dei luoghi reali della vicenda come la casa dei genitori di Amedeo?
Bruno Oliviero:
Non l'ho fatto per raggiungere un effetto, ma per avere una coerenza tra le interpretazioni e i luoghi. Anche se all'inizio mi faceva un po' paura, mi è servito per portare gli attori dentro la storia. È successo tutto durante le prove, quando ho cercato di tirar fuori da ognuno di loro un pezzo di ciascun personaggio; li ho filmati in modo quasi documentaristico e così si è creata la necessità di andare nei luoghi veri della storia, che poi si sono rivelati perfetti.
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"Qualcosa nell'aria" Parigi anni Settanta
19/01/2013
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Scene da un matrimonio - regia di Ingmar Bergman
24/01/2013
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Noi siamo Infinito al Cinema
10/02/2013
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Zero Dark Thirty al Cinema
12/02/2013
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Anna Karenina al Cinema
20/02/2013
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Il lato positivo - Silver Linings Playbook al Cinema
25/02/2013
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Gli amanti passeggeri con la regia di Pedro Almodovar
19/03/2013
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Hitchcock - dal libro di Stephen Rebello
13/04/2013
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Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono - al cinema
13/04/2013
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Bianca come il latte rossa come il sangue
20/04/2013
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SONO UN PIRATA, SONO UN SIGNORE di Eduardo Tartaglia
25/04/2013
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Benur - Un gladiatore in affitto di Massimo Andrei
25/04/2013
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"Il futuro" film tratto da "Un romanzetto canaglia" di Roberto Bolaño,
27/05/2013
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The Butterfly Room - La stanza delle farfalle Regia di Jonathan Zarantonello.
04/06/2013
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Sugar Man
16/06/2013
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Violeta Parra - Went To Heaven . La storia di Violeta Parra al Cinema
11/07/2013
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I maghi del crimine
15/07/2013
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Viramundo - Un viaggio musicale con Gilberto Gil al cinema
17/07/2013
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Uomini di parola
21/07/2013
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Se sposti un posto a tavola - al cinema
24/07/2013
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Gli stagisti
30/07/2013
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La notte del giudizio
02/08/2013
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In Another Country
16/08/2013
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"L'arbitro" al Cinema
08/09/2013
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Che strano chiamarsi Federico - Scola racconta Fellini
22/09/2013
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Giovani Ribelli da oggi al cinema
17/10/2013
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The Butler
04/01/2014
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Dallas Buyers Club
01/02/2014
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The English Teacher al cinema
22/04/2014
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La Ricostruzione - al cinema
18/07/2014
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in cerca del vero cinema d'autore
11/09/2014
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in cerca del vero cinema d'autore 2
12/09/2014
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il buon cinema d'autore ..
03/02/2014
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sosteniamo il buon cinema..
13/10/2014
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il buon cinema
14/11/2014
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il buon cinema d'autore ..
24/11/2014
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il buon cinema d'autore ..
22/12/2014
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Il trio cinema..
09/10/2015
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l'ultima Virna Lisi
18/03/2015
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fino a qui tutto bene..
18/03/2015
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Nanni Moretti..
30/03/2015
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film scandalo
30/03/2015
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il buon cinema
26/04/2015
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lo straordinario viaggio di un bambino..
27/05/2015
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Life ... il vero sguardo di James Dean
10/10/2015
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''THE PILLS''.... il buon presunto cinema
21/01/2016
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Isabelle Huppert e la filosofia dell'ordinario...le cose che verranno .... da non perdere
19/04/2017
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Al Tribeca, in gara Sambà, film dalla sensibilità italiana....
24/04/2017
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“I FIGLI DELLA NOTTE” DI ANDREA DE SICA
02/06/2017
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La famiglia post-comunista di Puiu In sala dall'8 giugno il film romeno Sieranevada
06/06/2017
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Metro Manila ... da non perdere...per la rubrica la distribuzione uccide il buon cinema d'estate...
17/06/2017
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Quando la regina dialogava con l'Islam...film giusto ed umano contro ogni forma di razzismo...
04/09/2017
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Marina, Una donna straordinaria anche da trans
21/09/2017
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L'intrusa, un film con e senza la camorra
22/09/2017
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Il primo documentario inglese dedicato al celebre pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai.
22/09/2017
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Ritorno in Borgogna
18/10/2017
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Paradise - Tre persone di provenienza e mentalità diversa si incrociano durante la guerra.
23/01/2018
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"L'AMANTE DOPPIO"
13/02/2018
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“PUOI BACIARE LO SPOSO” DI ALESSANDRO GENOVESI -
01/03/2018
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Charley Thompson, una storia senza cattivi
31/03/2018
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NATO A CASAL DI PRINCIPE DIRETTO DA BRUNO OLIVIERO......“COSÌ RACCONTO LA RESISTENZA NELLE TERRE DI CAMORRA”
30/04/2018
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NATO A CASAL DI PRINCIPE DIRETTO DA BRUNO OLIVIERO......“COSÌ RACCONTO LA RESISTENZA NELLE TERRE DI CAMORRA”
30/04/2018
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Un'inossidabile Cher in 'Mamma mia! 2'
29/07/2018
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'Guarda in alto', primo lungometraggio di Fulvio .. I tetti di Roma tra favola e sogno. In sala dal 18 ottobre 'Guarda in alto' di Fulvio Risuleo
09/10/2018
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Chesil Beach, amore 'casto' pre-Beatles In sala il film tratto dal best seller omonimo di Ian McEwan
04/11/2018
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Red Land, foibe e martirio Film su Norma Cossetto, istriana violentata e uccisa nel 1943
07/11/2018
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Una notte di 12 anni .... da non perdere
26/12/2018
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Io sono Mia.....
04/01/2019
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Due ragazzi condividono un segreto che li farà avvicinare sempre di più...
18/01/2019
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Vittoria Puccini torna in tv come protagonista del crime psicologico: "Mentre ero via"
25/03/2019
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Avengers: Endgame, una scena dopo i titoli di coda nella nuova versione!
21/06/2019
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“VIVERE” DI FRANCESCA ARCHIBUGI
01/09/2019
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Joker: Il film, che all'ultima Mostra del Cinema di Venezia ha conquistato il Leone d'oro arriva nelle sale italiane dal 3/10/2019
04/10/2019
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Elio Germano è L'uomo senza gravità In sala dal 21-23 ottobre e dal 1 novembre su Netflix
15/10/2019
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