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Intervista esclusiva per la Napoli Cultural Classic
1. Paolo come nasce la tua passione per la recitazione..
Credo che la voglia di recitare sia nata quando stavo alle medie. Per 2 anni non mi fecero recitare, perchè suonando il pianoforte mi mettevano sempre nell'orchestra, con mio grande disappunto, poi in terza dopo lunghe battaglie mi diedero la parte da protagonista nella recita di natale, può sembrare banale ma lì sentii per la prima volta un'emozione strabordante che non riuscivo a contenere. Quando ero e sono sul palco sono felice e mia nonna in quell'occasione disse "mi sa che questo ci scappa di casa con il teatro!
2. Il tuo primo ruolo....
Il primo fu proprio quello ero di mister Sgrunge nella commedia “Mr Sgrunge e gli spiriti del Natale”
3. Da giovane attore professionista preferisci il teatro o il grande schermo
Preferisco la qualità, in ogni versione essa sia riversata.
4. Bellissima risposta...
grazie!
4. Parliamo del tuo ultimo lavoro e del personaggio che interpreti e come ti senti per il debutto
Bene allora andiamo per gradi. Il film si chiama “Penso che un sogno così” ed è l'opera prima di Marco De Luca, un film duro drammatico a tratti anche divertente. Il regista Marco De Luca esce dalla scuola di Lars Von Trier, in Danimarca, dove ha studiato parecchi anni. Il film nasce dal filone del dogma.E’ stata l'esperienza più coinvolgente della mia vita e devo dire che da li si è formata una famiglia artistica che tutt'ora mi accompagna.
5. Un filone del dogma non molto capito in Italia
Speriamo venga capito questa volta!!! Il mio personaggio è particolare si tratta di un giovane senza scrupoli che non guarda in faccia a nessuno per ottenere quello che vuole ma nonostante questo non è privo di umanità e di sentimenti. La cosa più difficile nell'interpretare Matteo( il mio personaggio) è stata proprio quella di evitare di dare alcun giudizio sulla persona, ma di ricercare le motivazioni per cui una persona è spinta a fare ciò.
6. Un personaggio per degli aspetti molto reale nel mondo dello spettacolo
Si ma una delle tante tipologie esistenti. E’ inutile fare di tutta un'erba un fascio. Ho conosciuto in questo mondo persone interessantissime, cariche di valori umani e assolutamente integerrime. Poi come in tutti i campi, a noi sta la scelta!
7. Giusto......e con il regista Marco De Luca come ti sei trovato
Benissimo. Marco è un grande comunicatore. Mi ha proposto il ruolo mentre correvo sul tapis roullant in palestra, non avevo più fiato e sono stato costretto ad accettare! ahh a parte gli scherzi grazie a lui il set è stato al contempo una grande famiglia dove scherzare e divertirsi ma anche un luogo estremamente professionale e quando si lavorava silenzio assoluto.. diventa esigente ed è giusto che sia così ! in piu essendo un colosso di due metri, sai com'è uno gli dà retta...
8. E con i tuoi compagni di viaggio...
I miei compagni di viaggio in realtà già li conoscevo. Io ed Elisa siamo stati scelti senza che lui sapesse che già ci conoscevamo. Quando l'abbiamo saputo è stata una grande festa. Conoscevo anche gli altri due protagonisti Marina e Giovanni era da tempo che volevamo tutti e quattro lavorare insieme, studiavamo da anni nella stessa scuola e con Marco il sogno si è realizzato. fra noi c'è sempre stato un forte feeling,quindi anche per scene più impegnative o intime non c'è mai stato alcun imbarazzo
9. Adesso cosa ti aspetti....
Cosa mi aspetto. Mi aspetto di continuare a fare quello che mi piace, e questo non significa per forza recitare. Mi piace buttarmi nelle nuove esperienze, non escludere nulla. Abbiamo una vita solo e non voglio canalizzarla in un unico settore anche se la recitazione rimane il mio più grande amore.
10. Un ruolo, un personaggio che sogni di interpretare, di fare tuo al cinema o al teatro
lo psicopatico e c'è già una proposta, ma non posso ancora parlarne....
11. Allora bocca cucita ed un sincero in bocca al lupo per l'anteprima . A presto
Crepi ! Grazie molte e a presto!
Mino Ardolino
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Paolo Stella, un attore spietatoNel film "Penso che un sogno così"Dalla II edizione di "Amici", Paolo Stella di strada ne ha fatta. Fiction in tv ("Un ciclone in famiglia") e cinema ("Last Minute Marocco" e "La terza madre"). E il ritorno sul grande schermo, al Cinema Politecnico Fandango di Roma, con "Penso che un sogno così" di Marco De Luca. Paolo è un attore senza scrupoli che va a letto con una potente produttrice per ottenere una parte. Un personaggio distante dall'attore: "Credo alla meritocrazia".
Il tuo è il ruolo più 'antipatico' e senza scrupoli. Ci sono molte persone così oggi nel mondo del cinema?Credo ce ne siano molte come in tutti i campi lavorativi. L'essere umano può facilmente cadere nel tranello della strada più breve, ma credo anche che sia più controproducente continuare a lamentarsi del fatto che sono tutti raccomandati o che si arriva solo attraverso questo tipo di trucchetti. Sono scuse che anteponiamo alla nostra paura di non riuscire. Non è vero, credo a una meritocrazia di fondo. Se vali prima o poi arrivi dove vuoi. Come nel caso di questo film, a volte se le cose non arrivano, si fanno in prima persona!
Cosa ti ha colpito della sceneggiatura e della proposta di Marco?Mi ha colpito Marco più della sceneggiatura stessa. E' un regista carico di entusiasmo e coraggioso. La sceneggiatura, in realtà, è molto scarna e semplice proprio perchè Marco ha voluto lavorare molto anche sull'improvvisazione. Ma tutti e quattro quando siamo andati a parlare con lui, siamo entrati titubanti e siamo usciti superconvinti di voler girare questo film. E' un grande comunicatore.
Qual è stata per te la scena più difficile?Nessuna. Grazie alle lunghe prove precedenti siamo arrivati sul set con una piena padronanza dei personaggi, che hanno sviluppato una vita propria di interrelazioni e scambi. E' stato un po' assurdo il fatto che per due settimane hanno quasi preso il sopravvento su di noi, ma fiduciosi della guida di Marco li abbiamo lasciati vivere e sperimentare.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?Fra poco esce la seconda serie di "Donna detective" su Rai Uno. Poi ho un progetto all'estero, per ora la scaramanzia regna sovrana...
Andrea Conti
(La foto è di Alessandro Congiu)
De Luca: un regista con un sognoL'opera prima low budget debutta a RomaTanti studi all'estero (dall'età di 15 anni), ama il cinema (quello danese), è tornato in Italia, ha messo da parte 9mila euro (con una colletta) e girato "Penso che un sogno così". Marco De Luca ha scritto e diretto la storia di quattro amici (Elisa Alessandro, Marina Rocco, Giovanni Izzo e Paolo Stella) in vacanza che "butteranno via la maschera tragicamente". Il regista 33enne ha sceneggiato già la seconda opera: "Un thriller noir, elegante". La pellicola sarà proiettata al Cinema Politecnico Fandango di Roma (via G.Tiepolo 13/a, orari 18,30-20,30-22,30) dal 31 marzo e tutti i mercoledì delle settimane successive. Diciamo subito che il battage pubblicitario per la promozione del film si basa su due punti: il costo ossia 9 mila euro, cifra irrisoria per un lungometraggio, e il finale a sorpresa. Ma sono tanti altri i temi trattati: dal precariato alla meritocrazia, dal difficile rapporto madre e figlia al sogno che diventa incubo. "I personaggi alla fine si rivelano per quello che sono veramente - spiega il regista Marco De Luca - con un confronto serrato. Basti pensare a Fabio che è un bravo ragazzo, ma non esita a chiedere alla fidanzata Elisa di intercedere con la madre per un provino. Poi Matteo è un attore come lui, vuole arrivare ma usa altri mezzi, avendo un rapporto sessuale- sentimentale con la mamma di Elisa".Bisogna stare alla larga dagli attori?Ma no (ride, ndr) lavorare con loro è una delle cose più belle del mestiere del regista. Ne ho conosciuti parecchi anche nei casting di Sky, dove lavoro. E' un mondo omogeneo, dove c'è un po' di tutto. Ma alla fine, se ci pensiamo bene, Fabio non è così ingenuo come sembra... C'è la scena in cui Elisa parla con la madre del fidanzato "E' un buono, ti piacerebbe" e la risposta della mamma è "Allora è un pessimo attore!".Il film è stato girato nel 2008. Dopo aver vinto dei premi ed essere stato presentato anche a Hollywood sbarca in una sala romana, come mai solo ora?Abbiamo avuto un po' di visibilità nell'ultimo periodo ma capisco che è molto difficile trovare una distribuzione per un progetto così particolare e piccolo con attori emergenti. Però la Fandango ci sta dando questa opportunità. Spero il mio film venga amato non tanto grazie alle operazioni stampa e tv, ma anche tramite il passaparola e possa diventare così un 'piccolo caso'.Hai già in mente una nuova sfida?Ho scritto con Claudio Masenza la sceneggiatura di un thriller-noir, molto elegante e diverso sia per tecnica di ripresa che toni da 'Penso che un sogno così'. La storia ruota attorno a tre personaggi principali di età matura. Attualmente sto ultimando dei lavori per Sky Italia, in particolare "Camera con vista", un programma di viaggi con suggestioni cinematografiche per il canale Marcopolo.Insomma un regista sempre in movimento...A 15 anni sono andato a studiare in America, poi ho frequentato un corso di storia dell'arte in Inghilterra, in Danimarca ho seguito un corso di cinema - amo la cinematografia di quel Paese - ma sono stato anche a Parigi. Non faccio il 'turista', così cerco di stare per un lungo periodo in un posto per assimilarne, come fossi un cittadino, tutto quanto è possibile. In fondo non amo fermarmi troppo in un luogo, ma per fare questo mestiere da cinque anni sono fisso a Roma. E' stata una scelta di cui non mi pento, molti avrebbero potuto sconsigliarmelo dal momento che nel nostro Paese esistono fenomeni come il nepotismo, ma ho voluto fare di testa mia!Andrea Conti