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07/06/2022
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Il danzatore Christian Fagetti: "La danza é una delle arti più belle, é la poesia del movimento e dell'espressione.."
Christian ci racconti di Lei, chi è Christian Fagetti come persona?
Che bella domanda. Esatto prima di essere danzatore e artista sono una persona. Sono sensibile, generoso e dal carattere a volte difficile. Mi metto sempre in discussione e cerco di plasmare gli aspetti del mio carattere che non vanno, anche se poi chi lo decide cos'è giusto e cos'è sbagliato?
Perdono ma non dimentico.
Sono da sempre un sognatore, spontaneo, solare, un po permaloso e fino a pochi anni fa spesso mi accompagnava un' energia a volte negativa, ma con il passare degli anni la sto spazzando via e adesso mi piace sorridere alla vita, ma quando ho la luna storta...si salvi chi può!
Descriva il suo giorno lavorativo perfetto….
La mia giornata lavorativa perfetta va benissimo com'è nella realtà. Lezione alle 10 e prove dalle 11:25 alle 17:30 con una pausa pranzo di 45 minuti.
Ecco la pausa pranzo mi piacerebbe che fosse di un'ora, per avere il tempo necessario di pranzare con calma senza corse. Quando abbiamo spettacolo invece lavoriamo dalle 10 alle 13:40, nel pomeriggio siamo a riposo e poi si torna in teatro alle 18:45 per prepararsi. Lezione, trucco, parrucco, costume e via in scena. Gli spettacoli iniziano alle 20 spaccate.
Come nasce il suo amore per la danza ?
Credo di aver sempre amato la danza. Dai racconti di mia madre ho sempre ballato fin da piccolissimo. Ricordo che mi mettevo in salotto e ballavo e cantavo ascoltando le sigle dei cartoni animati e poi amavo Lorella Cuccarini e sognavo un giorno di poter danzare con lei. A 10 anni con la mia migliore amica d'infanzia Manuela, andammo in un scuola di danza privata del mio quartiere. Iniziai con danza moderna e salsa e merengue, da lì a qualche mese capii che da grande avrei voluto fare questo nella vita. Volevo danzare.
Della danza classica non se ne parlava all'inizio, non mi piaceva. Mi affacciavo nelle sale ballo a guardare le lezioni di classico ma le trovavo troppo rigide, e all'epoca pensavo, "ma io faccio danza per divertirmi, non per soffrire!" Da lì a pochi anni avrei assaporato quella "sofferenza" alla quale poi avrei dato il giusto nome, il Rigore, che mi ha accompagnato fino ad oggi e che mi accompagnerà per sempre. Ormai fa parte di me.
Nello specifico a chi è più grato per la sua passione artistica?
Diciamo che i miei studi e la mia carriera mi hanno portato ad incontrare moltissime persone che hanno contribuito a far crescere la mia passione artistica. Partendo dalla mia scuola di danza privata, ringrazio Marina Giannetti e Sonia Bonomi che sono state le mie primissime insegnanti e le prime a credere in me. Passando alla Scuola di ballo della Scala, oltre alla carissima Anna Maria Prina, allora mia direttrice, ho studiato con bravissimi insegnati, ma un ringraziamento particolare va a Paolo Podini e Leonid Nikonov che sono stati i miei Maestri.
Per quanto riguarda la mia carriera da professionista, ho incontrato molteplici danzatori e Maitre straordinari che hanno arricchito sempre di più il mio bagaglio, in particolare Massimo Murru, Etoile del Teatro alla Scala ed oggi Maitre della compagnia. È un artista incredibile con una generosità nel tramandare il suo bagaglio culturale che non é da tutti.
Lei si è diplomato nel 2006 alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Anna Maria Prina (grandissima artista insignita del Premio Napoli Cultural Classic per la danza nel 2012) e nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo della compagnia scaligera . Cosa ricorda di quel periodo.
Quello del mio diploma é uno dei ricordi più belli che porterò sempre con me.
Sono già passati 14 anni ma ho ricordi nitidi di tutta quella giornata, di tutte le mille emozioni che ho provato quel giorno. Ero felice, sereno, era andato tutto come desideravo ed erano presenti tutte le persone che amo , in primis i miei genitori ai quali sarò sempre grato di avermi sostenuto anche nei momenti più difficili.
Quel giorno come presidente della commissione c'era Frédéric Olivieri, direttore del Corpo di ballo del Teatro alla Scala di ieri e di oggi, e venne a propormi un contratto per entrare in compagnia. Un momento indimenticabile.
Da lì a poco iniziai a lavorare in Teatro. Ricordo ancora i primi giorni, mi sentivo piccolo piccolo a confronto con i miei colleghi, avevo vergogna anche a muovere un passo, mi sentivo gli occhi puntati addosso e poi non potevo credere di studiare nella stessa sala ballo con Roberto Bolle e Massimo Murru.
Ne avrei altri mille di ricordi, ma mi fermo qui altrimenti vi scrivo un poema.
Quali sono i danzatori o i coreografi dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
Come ho accennato prima sicuramente Massimo Murru é tra i danzatori che più mi hanno ispirato, anche la tecnica perfetta di Roberto Bolle mi ha fatto rimanere a bocca aperta più volte nell'arco della mia carriera.
Come coreografi sicuramente Rudolf Nureyev ha segnato dei ruoli importanti per me, ma ve ne parlerò dopo. Parlando di coreografi contemporanei, mi sento vicino allo stile di William Forsythe, Wayne McGregor e un altro coreografo speciale é stato per me Alexei Ratmansky, Artista di grande sensibilità, musicalità e con un linguaggio coreografico contemporaneo con cui mi sentivo molto affine. È da un po' di anni che non viene alla Scala, ma spero un giorno di poter lavorare ancora con lui.
Invece gli spettacoli e i personaggi che ha portato in scena a cui si sente più legato.
Posso dire di aver avuto la fortuna di interpretare molti ruoli da primo ballerino, ma quelli a cui mi sento più legato si contano su quattro dita di una mano. Il primo in assoluto é l' Oscurantismo nel balletto "Excelsior" di Luigi Manzotti, é stato il primo ruolo che mi hanno assegnato quando avevo ventisei anni, però Rothbart ne "Il lago dei cigni" di Rudolf Nureyev é quello a cui sono più affezionato. Oltre ad essere un ruolo molto difficile da interpretare, in tutto il balletto ha un solo vero momento clou, la variazione del terzo atto e sono certo che tutti i danzatori che l'hanno eseguita, non possono dimenticarsela. Difficile tecnicamente e molto pesante a livello di resistenza. Quindi chiunque la porti a termine ha vinto in ogni caso!
Un altro Ruolo al quale sono molto legato é Espada, il Matador del balletto "Don Chisciotte" sempre con la coreografia di Nureyev. Credo sia il personaggio che ho interpretato più volte, ne conosco ogni minima sfaccettatura.
E ultimo ma non per meno importanza é Mercuzio in "Romeo e Giulietta" di Kenneth McMillan. Mi ha arricchito molto questo personaggio, ho incontrato un po' di difficoltà nell'interpretare il momento della morte. Chiesi al nostro Maitre Massimo Murru di aiutarmi perché non riuscivo ad entrare nel ruolo. Ricordo che per farmi immedesimare nella lunga agonia che avrebbe portato alla morte, mi fece recitare. Dovevo dare voce ad ogni gesto e azione che andavo a fare. Ed ha funzionato.
Cambierebbe qualcosa nel mondo della danza in cui si è formato?
Guardi il mondo della danza é in continuo cambiamento ed evoluzione, le future leve sono dotate di grandi fisici e capacità. Quello che secondo me dovremmo fare ogni tanto , é tornare un po' indietro. Mi spiego. Ormai la danza é diventata una challenge, si fa gara a chi ha il fisico più bello, chi ha le gambe più belle, chi salta di più, chi fa più pirouettes.
Ma qual'é la vera essenza della danza?
La danza é una delle arti più belle, é la poesia del movimento e dell'espressione.
Dovremmo andare a rivedere i video di Nureyev, Barisnikov, Fracci. Li guardavi e ti trasmettevano il perché di quel gesto e movimento che andavano a fare.
Ecco io darei uno sguardo al passato, ogni tanto mi piacerebbe vedere meno "effetti speciali" e più verità.
Che messaggio dà oggi il mondo della danza?
Il messaggio che sta trasmettendo il mondo della danza oggi é quello che non si deve mollare mai , che si può e si deve andare avanti nonostante le difficoltà e che se si sta tutti uniti anche nella distanza, si é più forti.
C’è spazio in Italia per giovani danzatori talentuosi e se dovesse dare un consiglio appassionato a un aspirante danzatore, cosa gli direbbe?
Purtroppo in Italia la danza non é messa benissimo. Siamo in pochissime compagnie di balletto e purtroppo molte hanno chiuso. È normale che le nuove leve "scappino" all'estero. Qui non ci sono abbastanza posti per loro. Io credo che l'Italia si debba organizzare per dare un futuro a questi ragazzi e delle certezze a tanti altri danzatori precari che sono qui in Italia. Sono troppi.Io mi considero davvero privilegiato a lavorare in uno degli enti lirici più importanti al mondo e ad avere un contratto a tempo indeterminato. Ma ci sono tanti altri danzatori talentuosi in Italia che meritano di avere un contratto come il mio.Credo che la danza debba essere più sovvenzionata per permettere più contratti e di conseguenza dovrebbero aprire le Compagnie e non chiuderle. Invece il consiglio che do ai nostri futuri danzatori é quello di lavorare sempre a fondo. Il lavoro "finto" non paga mai. Per diventare dei bravi danzatori ci vogliono delle radici solide e profonde che si ottengono solo con il duro lavoro.Un giorno un Artista per il quale provo molta stima mi disse "Fai la differenza sempre!" Con quella frase mi aprì un mondo.
Se potessi svegliarsi domani con una nuova dote, quale sceglierebbe?
Mi piacerebbe avere una bella voce per cantare. Purtroppo non é una dote che mi appartiene.
Uno dei miei sogni nel cassetto era quello di fare Musical ma senza una bella voce non si va da nessuna parte.
Comunque si, quando la voce di un cantante mi arriva dritta al cuore mi viene in mente questo: Come mi piacerebbe cantare così!
Che cosa è troppo serio per scherzarci su?
La maleducazione é una cosa che proprio non tollero ed é ancora troppo presente. Troppe volte le persone si comportano in una maniera irrispettosa. Vedo ragazzini che si rivolgono a persone adulte e anziane con dei modi e delle parole impronunciabili sentendosi i padroni del mondo.
Ovviamente non faccio di tutta l'erba un fascio e non dico che tutti sono maleducati, ma questi sono atteggiamenti che non possono e non devono esistere.
Il lavoro al tempo del “coronavirus” come stanno rispondendo gli artisti a questa emergenza virale ed umanitaria che ha colpito l’Italia e il mondo intero e il mondo della danza è tutelato in questo periodo di quarantena
Questo é un periodo che mai nessuno si sarebbe immaginato di vivere. Sembra di essere in un film, un brutto film, ma nonostante il mondo sia stato colpito da questa pandemia che ci ha rinchiusi in casa, noi artisti non ci siamo fermati!
Motore importante in questo momento é il social network con il quale ogni artista ha potuto mandare il proprio messaggio. Danzatori, performer, cantanti, attori, musicisti hanno continuato a lavorare trasformando le proprie case nel proprio ambiente lavorativo, io ad esempio uso la cucina o il mobile del salotto come sbarra per fare i miei esercizi, e come me tanti altri.
Poi sono partiti messaggi video di solidarietà, di unione e di richieste di aiuto per far sì che non si dimentichino di noi, i lavoratori dello spettacolo, che saremo praticamente gli ultimi a ripartire con la speranza che qualcosa si sblocchi. Io sono tra i più fortunati che ho un contratto fisso, ma chi non ce l'ha come fa ad andare avanti?
Io come aiuto per le persone che me l'hanno chiesto, sto facendo delle dirette Instagram dove mostro la mia lezione di danza in compagnia di qualche mio collega. Il riscontro da parte delle persone che mi seguono é molto positivo e questo vuol dire che il mio aiuto fa bene a qualcuno e di questo ne sono molto contento.
I suoi prossimi impegni?
Come potrà ben intuire non posso rispondere a questa domanda come realmente vorrei, perché ad oggi ancora non sappiamo quando potremo rimettere piede in Teatro. Si spera a settembre, incrocio le dita.
In realtà il mio prossimo impegno certo é una importante operazione ai denti che dovrò affrontare nel prossimo autunno e che sto attendendo di fare da diciassette anni. Risolverà in parte dei problemi di schiena che ho da sempre e che ultimamente stavano diventando insostenibili impedendomi a volte di poter lavorare al 100%.
È una operazione maxillo - facciale per sistemare un problema di morso inverso che mi porterà ad avere meno tensioni alla schiena e che cambierà anche la fisionomia del mio viso. A quel punto la convalescenza mi costringerà a fermarmi per un altro mese e mezzo, quindi spero di poterla anticipare di qualche mese, così da essere pronto per dicembre, quando avverrà ipoteticamente l'apertura della stagione 2020/2021 del Teatro alla Scala.
Anno nuovo... Christian nuovo!
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