PARIGI BRUCIA IL BURQA - AL NANO SARKò LA LEZIONE AMERICANA DEL CORANO FLAMBéE NON è SERVITA A RIEN - IL FALSO ATTENTATO ALLA TOUR EIFFEL è STATO IL PRIMO SEGNALE CHE METTERE AL BANDO IL VELO INTEGRALE è UNA CAZZATA PERICOLOSISSIMA: RISCHIA DI METTERE LA FRANCIA SOTTO L’INCUBO DELLE MINACCE DEGLI INTEGRALISTI - CASTIGATI ANCHE GLI UOMINI: UN ANNO DI PRIGIONE E 30 MILA € DI MULTA PER CHI OBBLIGA LE COMPAGNE A USCIRE VELATE...
Per sei mesi non succederà nulla: indossatrici, volontarie o sotto costrizione del velo integrale nelle sue mode svariatissime, potranno continuare a circolare a viso coperto, incrociando i gendarmi per le strade di Francia senza tremore. La legge di interdizione che ieri il Senato ha approvato definitivamente, incoraggiato con nerbo dal Guardasigilli Michèle Alliot-Marie («vivere la Repubblica a viso scoperto è una questione di dignità») infatti si concede un singolare periodo di riflessione.
Solo nel 2011 chi dissimula il viso «nei luoghi pubblici o aperti al pubblico» rischierà un'ammenda o un corso forzato di educazione civica. In attesa di diventare operativo è anche il complicato nuovo delitto di «dissimulazione forzata del viso» che dovrebbe castigare con un anno di prigione e 30 mila euro di ammenda gli uomini che obbligano le loro compagne a uscire velate.
Segno, questo avvio diluito, che anche il legislatore ha affrontato l'impegno laicista con qualche esitazione. Sapendo che proclamare i princìpi è gran cosa e anche agevole, ma poi inguainarci una realtà sociale ostile e sfuggente, percorsa da burrasche identitarie permanenti, è altra faccenda.
Il portavoce del ministero della Giustizia lo definisce un periodo di «sforzo pedagogico in direzione delle persone interessate», sicuro che, alla fine, le donne integraliste (per scelta e per necessità) lo useranno per «rinunciare spontaneamente» al velo integrale. Sollevando il rigore repubblicano da una caterva di guai. Al ministero hanno anime ottimiste o troppo candide. Fidano, forse, nell'azione fiancheggiatrice dell'islam ufficiale, il Consiglio musulmano, che, pur ostile alla legge, ha promesso di tentare di convincere le velate che questa moda non è una prescrizione religiosa.
O, più ipocritamente, scommettono sul fatto che le irriducibili finiranno per restare chiuse in casa sollevando lo Stato dalla necessità di far rispettare la prescrizione. Sarebbe nei fatti il peggior risultato per una legge che vanta un campionario teorico di ottime intenzioni.Intanto coloro che il divieto dovranno applicare, i poliziotti, sono già chini, la fronte corrugata, sui problemi operativi.
La Francia da svelare sarà in primo luogo quella della strada. Con la sequenza-chiave della verbalizzazione di una inadempiente. Per evitare chiasso e rischi di provocazioni di fanatici gli agenti, in caso di rifiuto a togliere il burqa, accompagneranno la donna in commissariato: dove una collega procederà al controllo in un locale chiuso. Il paradosso è che una volta steso il verbale, la colpevole potrà andarsene tranquillamente velata. Sarà infatti il giudice che entro sei mesi dovrà convocarla per la scelta tra la multa (dai 22 ai 150 euro) e un corso di educazione laica francese.
Molti, come il quotidiano La Croix e i sindacati di polizia, si sono già posti il problema estremo dell'applicazione nelle banlieues, in alcuni casi feudi di movimenti radicali. Ma dove comunque, integralisti o no, la presenza stessa della polizia è assunta come una provocazione. Perfino l'arresto di un ladro colto sul fatto può scatenare la lapidazione degli agenti. Non è difficile immaginare quali schiume solleverebbe lo svelamento forzato di mogli figlie o sorelle. Altro interrogativo, i trasporti: le guardie private che pattugliano la metropolitana e le stazioni, e i bigliettai non hanno il potere legale di ordinare di togliere il velo. Dovranno chiedere l'intervento della polizia.
Anche i negozi e grandi magazzini non sembrano affatto ansiosi di dar prova di zelo repubblicano: anzi hanno ricordato che si tratta di luoghi privati anche se aperti al pubblico. E quindi le clienti, soprattutto le ricche signore che arrivano dal Golfo per far razzia di lusso francese, sono pregate di non cambiare abitudini: nessuno le disturberà.