Le
Madonne di Rosita
Una
rinnovata iconografia popolare interpretata da Rosita Caiazzo
La Mostra dal titolo “Le Madonne di Rosita” organizzata dall’Associazione NapoliEventi, si terrà dal 10 Aprile al 27 Maggio 2025, presso la Chiesa Sant’Angelo a Segno, sita in Via dei Tribunali 45, gestita dall’Associazione Partenart, Napoli.
L’esposizione ha come tema le Madonne decorate
dall’artigiana Rosita Caiazzo che, nelle opere esposte, rinnova l’iconografia
popolare e la reinterpreta. Il fine è quello di divulgare cultura ed arte e,
contemporaneamente, raccogliere fondi per Restaurare la Chiesa.
L’organizzazione è affidata alla
manager esperta di turismo e cultura Maria De Pompeis, che, con la sua
associazione culturale, cercherà innanzitutto di raccogliere fondi per il
restauro di questo tempio di Dio in pieno centro storico, e di pubblicizzare la
mostra in tutta la città e sui canali social affinché, le opere dell’artista
Rosita Caiazzo, possano essere ammirate da un pubblico sempre più ampio.
Le Madonne ornate con monili
realizzati con la tecnica di Rosita: la tecnica a Baguettes
La unicità di queste Madonne sta nel fatto che
sono ornate da manufatti realizzati con la tecnica di Rosita a Baguettes che
consiste nel montare insieme piccoli bastoncini, prima creati singolarmente,
poi legati tra loro. Insieme e agganciati gli uni agli altri, creeranno la
struttura portante dei gioielli.
Rosita Caiazzo, classe ’74,
diplomata al liceo artistico di Napoli e all’Istituto d’ Arte in oreficeria e
fusione di metalli, laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti, capisce,
quindi, fin da subito che la sua strada è quella dell’arte. Fa il suo esordio
in questo mondo come pittrice, con svariate esposizioni in importanti gallerie.
Attratta dal mondo della moda,
però, presto si trasferisce a Milano dove collabora con il fratello Massimo,
noto color consultant/designer, e affronta un interessante apprendistato
sulle tecniche di realizzazione dei gioielli.
Viaggi in Cina, Stati Uniti,
Messico, Nepal, nonché lo studio di gioielli e ornamenti dell’antichità , hanno
ulteriormente arricchito la sua ispirazione e dato nuova linfa ai suoi
manufatti, caratterizzati dalla luminosità e dalla mediterraneità di colori e
materiali.
I gioielli sono esposti, stabilmente, all’interno del
singolare ‘laboratorio-atelier-salotto’
di Rosita Caiazzo, nel centro storico di Mirabella Eclano (AV),
punto d’incontro dove non si va solo per acquistare, ma anche semplicemente per
intrattenersi e chiacchierare sorseggiando un tè o un caffè. E’ in questo luogo
Entrando nell’Atelier di Rosita Caiazzo,
napoletana di origine e trapiantata da trent’anni a Mirabella Eclano, sembra di
calarsi in un’altra epoca: oggetti antichi, vestiti d’houte couture,
gioielli semipreziosi, istallazioni artistiche, oggetti di arredo e ambienti da
favola.
Si è colpiti,
immediatamente, da Vetri di Murano, cristalli di rocca, conchiglie, Swarovski,
da pietre preziose, coralli finissimi, turchesi, da elementi e finiture d’oro e
d’argento.
Materiali, questi, che
diventano pezzi unici, perfetti per le donne che vogliono distinguersi, non
solo per l’accurata scelta dei dettagli, ma anche per la fantasia dei colori e
la varietà della scelta.
È questa la cifra stilistica di
Rosita Gioielli: collane, orecchini, anelli realizzati con la tecnica
della baguette,
dove le pietre non sono inserite in una base appositamente traforata (tranne
che per il cristallo), ma sono legate tra loro grazie a un’intelaiatura di
perline di Murano, infilate per creare dei “bastoncini”.
E’, da questo atelier, che
partono le sue Madonne, per la prima volta esposte al pubblico: una collezione
che riassume più di venti anni di lavoro e che, finalmente, potrà essere
ammirata dal pubblico che visiterà l’esposizione in via dei Tribunali.
La Chiesa Sant’Angelo a Segno
La Chiesetta sulle immagini cartografiche antiche appare inserita tra l'edificio nuovo del Seggio, realizzato nel 1419 e il portico detto de' Barbati, le cui tracce sono ancora visibili.
I napoletani guidati da un tal Giacomo della Marra, ricacciarono i "saraceni" verso il mare grazie all'intervento inaspettato, insperato, improvviso dell'Arcangelo Michele apparso nel luogo dove già esisteva la chiesetta e dove poi, sull'ingresso fu posta, la lapide che ricorda l'evento, probabilmente nei primi anni del ‘600. Un tempio, dunque, che ricorda la cacciata degli invasori dalla città a opera del suo difensore, il santo Agnello. La chiesa venne detta “a segno” per ricordare il chiodo di bronzo affisso nel marmo, posto a testimoniare il limite massimo dell’espansione dei Longobardi in città.
In questa chiesetta, chiusa per anni nel suo degrado ed oggi invece parzialmente restaurata, il 2 dicembre 1699 furono celebrate le nozze tra Giambattista Vico e Caterina Destito, matrimonio da cui nacquero otto figli. Lo scopo della mostra, dunque, è quello raccogliere fondi per continuare il restauro di questo piccolo gioiello nel cuore pulsante del centro storico.
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