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Il regista Gianpiero Pumo: "Ogni film rappresentava una vita che avrei voluto vivere."

set 5, 2025 0 comments

 Gianpiero ci racconti di Lei, chi è  Gianpiero Pumo come persona?

 Sono una persona irrequieta e affamata di vita, pieno di contraddizioni e fragilità, questo mi porta ad appassionarmi alle storie e agli esseri umani con tutte le loro sfumature. Mi sento in un continuo cambiamento (mi auguro sia un’evoluzione) difficile da poter definire con alcuni aggettivi. Direi che sono la somma di tutto quello che mi è accaduto, di quello che immagino mi accadrà e di quello che sogno che accada.



 Come nasce la sua passione per il cinema?

 Sono cresciuto con i film, i cinema e le arene estive all’aperto. Ogni film rappresentava una vita che avrei voluto vivere. Penso che questo sia stato l’inizio di tutto, la possibilità di vivere altre vite. La recitazione rappresentava quella porticina che mi dava l’accesso ad altri mondi, ad altre vite, dove potevi essere tutto senza chiedere il permesso.

  Come si passa da  sceneggiatore a regista?

 Non so se esiste un percorso prestabilito, di certo non avevo mai pensato di fare il regista. Ho iniziato a scrivere per “regalarmi” dei bei ruoli intensi da interpretare. Quello di cui non mi rendevo conto è che i miei testi e le mie sceneggiature fossero già figlie di un’accurata visione registica. Il mio passaggio da sceneggiatore a regista è stato frutto della proposta del direttore della fotografia di Ciurè (Andrea Orlando) che mi propose proprio per la visione completa che avevo della sceneggiatura. Ed è stato tutto molto naturale, come se avessi da sempre ricoperto quel ruolo. Ora posso dire che la mia priorità è senza dubbio stare dietro la macchina da presa.



 Ci parli  del suo cortometraggio “Samsa”,  in concorso al festival CineCi’ CortiCulturalClassic 2025 .

Una sera stavo guardando una puntata di Masterchef USA, c’era un concorrente molto più grande di età rispetto agli altri. Nonostante venisse sempre sottovalutato, lui sorprendeva ad ogni piatto, non solo per la ricetta ma, soprattutto, per la storia che c’era dietro a quel piatto. Quella sera nacquero nella mia testa Nasìr e il suo viaggio. Da molto tempo volevo raccontare una storia sul tema della migrazione e integrazione ma dovevo trovare un mezzo originale e accessibile a tutti per poterlo fare: la cucina era quel mezzo.

 Lei ha debuttato  giovanissimo e come attore. Collaborazioni importanti, cosa ricorda di quel periodo..

 Quello che ricordo con maggiore affetto è il periodo della formazione. Mi ero trasferito a Roma per studiare recitazione, avevo pochi soldi, nessun amico e tanto entusiasmo. È stato un periodo di scoperta, il mio primo spettacolo è stato in un teatrino sotterraneo a Campo De Fiori con 30 posti ed è stato il più emozionante di sempre. Poi ho studiato a New York dove ogni cosa è amplificata e ha una magia unica. Da lì mi sono ritrovato a recitare al fianco di grandi artisti, come Mariano Rigillo, Paila Pavese, sono stato sul set con Kevin Costner, Adam Driver. Posso dire che ogni esperienza mi ha arricchito a modo suo.

 Quali sono i registi dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?

 Più che i registi sono alcuni dei loro film che mi hanno profondamente influenzato, come “Mommy” di Xavier Dolan, “Una sapore di ruggine e ossa” di Jacques Audiard, “The Wrestler” di Robert Siegel. Mi piace il cinema scandinavo come quello di Susanne Bier o quello iraniano, in generale amo i registi che trattano l’essere umano andando in profondità, anche nei luoghi più scomodi.



 Da regista quali sono i personaggi che ha portato sul grande schermo  ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità.

 Finora ho diretto due film: Ciurè e Samsa. Di certo il personaggio a cui mi sento più legato è Salvo, il protagonista di Ciurè che io stesso ho interpretato. Un personaggio lontanissimo da me, quasi all’opposto, ma che nella sua parte più intima condivide paure e fragilità simile alle mie ma declinate in modo diverso.

 Ci parli di Ciurè, la sua opera prima

 Ciurè è un film sincero, nato da un’urgenza, che parla di amore e libertà di amare. È un film indipendente che dopo quasi tre anni dalla sua uscita al cinema continua il suo percorso nei festival di tutto il mondo, e da poco è stato nelle sale in Spagna, Francia e Germania. È come se avesse una sua vita propria e non voglia smettere di raccontarsi. È un film che, ovunque  sia stato proiettato, ha acceso dibattiti e infiammato il pubblico. Mi domando sempre se riuscirò a fare un secondo lungometraggio della stessa forza di Ciurè?

 Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo della cinema e del teatro ai giovani artisti in  un settore particolare e in perenne cambiamento  e ormai assorbito dalla rete? 

 Penso che in un momento come questo, dove tutto viene consumato e gettato, dove contano di più le storie di Instagram che svaniscono dopo 24 ore, ci sia un grande bisogno di storie importanti che raccontino temi importanti. Credo che gli artisti abbiano una responsabilità che vada oltre “l’apparire” e il cinema e teatro debbano essere le culle di queste storie. Sono un docente di recitazione, ai miei allievi dico sempre che se hanno scelto questo mestiere per la fama o il denaro, dureranno poco; se invece sentono un fuoco divampare dentro di loro, allora sono nel posto giusto.

 I suoi impegni futuri

 Sto lavorando a due film brevi che comporranno una trilogia di cui Samsa è il primo capitolo. Anche questi saranno due film che affrontano il tema dell’integrazione e inclusione ma con punti di vista e linguaggi completamente differenti. Parallelamente sto lavorando alla scrittura del mio prossimo lungometraggio.



 GIANPIERO PUMO (regista)

 Regista, attore e sceneggiatore palermitano formatosi artisticamente tra Roma e New York e docente alla Scuola di Cinema di Palermo Piano Focale. Nel 2013 scrive il suo primo testo teatrale Il Pretesto, patrocinato da Amnesty International e pubblicato da Di Mauro Editore. Scrive La Belva Giudea con il patrocinio del CONI, che gli vale il “Premio Giuliano Gemma". Firma la sceneggiatura Gli Attassati distribuita da Visionfilm e Amazon Prime. Scrive e dirige la sua opera prima Ciurè, che ottiene il patrocinio di Amnesty International, vincendo in numerosi Festival nazionali e internazionali tra cui RIFF, Aesthetica Film Festival e Ortigia Film Festival. Samsa è il suo nuovo film, nonché il suo primo cortometraggio. Presentato a Palermo in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2025, Samsa ha già ricevuto una menzione speciale al Mario Puzo Film Festival e al Premio Atena Nike dove ha ricevuto anche il Premio come Miglior Attore per l'interpretazione di Filippo Luna.

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