Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch è l'unico vero film familiare di questo Natale. Vincitore del Leone d'oro alla Mostra di Venezia, in parte commedia, pieno di attori molto grandi e capace di schiudere un cuore tenerissimo nell'ultimo tratto
È curioso che Father Mother Sister Brother, l’ultimo film di Jim Jarmusch, composto da tre storie separate con attori diversi, giochi e scherzi per due dei tre segmenti, e poi vada più a fondo nel terzo. E che piacere nello scoprire che proprio la commedia e le macchiette di quei primi due segmenti sono importanti nel creare le basi e l’atmosfera per la terza parte, per nulla scherzosa e anzi molto tenera.
Nessuno dei personaggi di questo universo dice la verità fino in fondo - i silenzi fanno parte del copione tanto quanto i dialoghi - e tutti sono impegnati a ricoprire il ruolo loro assegnato in famiglia, probabilmente da sempre, come capita ad ognuno di noi. E la Desolandia è il mondo in cui si ritrovano, che come sempre in Jarmusch è "più strano del paradiso" senza però essere davvero un inferno: un mondo di "broken flowers" che nonostante tutto continuano a fiorire, sopravvivendo come ultimi reciproci vampiri, più ostinatamente vivi che "morti che non muoiono".



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