MARRACASH :“RUBAVO ALLE FESTE, NEI NEGOZI IN CUI LAVORAVO E MENTRE LO FACEVO MI SENTIVO IN DIRITTO DI FARLO E MI AUTOASSOLVEVO” – IL RAPPER SI RACCONTA IN UNA INTERVISTA A MALCOM PAGANI E IN UNA AUTOBIOGRAFIA – “ALLE REGOLE MI SONO SEMPRE ADATTATO CON FATICA. ALL’INIZIO NON ERO CAPITO NÉ DALLA CRITICA NÉ DAL PUBBLICO. NON CAPIVANO CHI CAZZO FOSSI: UN TAMARRO CON GLI ORECCHINI, UN POETA, UN RAGAZZO SENSIBILE O UN RAPPER EDONISTA - ORA POTREI DIVENTARE IL SOLITO STRONZO? IL RISCHIO C’È. MA È ANCHE VERO CHE ESSERE APPLAUDITI È PIÙ CONSOLANTE CHE ESSERE IGNORATI”
Da ragazzino, nella mia camera, ascoltavo musica tutto il giorno. I miei pensavano giocassi o perdessi tempo. Nessuno immaginava non solo che avrei suonato davanti a decine di migliaia di persone, ma neanche che potessi avere un qualche genere di futuro nel mio mondo”.
I 130 dischi di platino, 32 d’oro. Il pubblico, la critica, gli stadi, il premio Tenco. Avevano torto.
“Avevano ragione. Nel 99% dei casi la diffidenza nei miei confronti avrebbe avuto ragioni valide. Sono stato l’eccezione, non la regola."
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