Le corrispondenze tra cose e foto-realtà immaginarie negli scatti di Rossella Tramet
Sabato 6 maggio alle 18.00 inaugura all’Imagina cafè di Venezia la
mostra di fotografie ‘Fils Rouges’. Si tratta della prima personale di
Rossella Tramet, avvocato atipico per sua stessa definizione, giunta
alla fotografia in seguito allo studio della pittura all'Università Ca’
Foscari, che ha scelto per l’esposizione questo Cafè Wine Bar & Art
Gallery giovane e informale ubicato ai piedi del Ponte dei Pugni, fra
Campo S. Margherita e Campo S. Barnaba, nella vivacissima Zona
universitaria cittadina.
Traslando il motto Ut pictura poesis che informava nel Rinascimento il
paragone tra arte e letteratura, l’autrice vuol far apparire le sue foto
come se fossero quadri di poesia muta.
Il titolo dell’esposizione rinvia alle due anime ed interpretazioni che
ne sono all’origine: il filo conduttore dell’artista concepito come zona
rossa emozionale resa in immagini con prevalente colore rosso, quello
del curatore Nicolas Fiedler che ha valorizzato le opere di messa a
fuoco di particolari del paesaggio che sembrano quasi pittura astratta.
Il denominatore comune e sullo sfondo resta Venezia, Città visibile nel
primo caso, invisibile nel secondo, amata e generatrice di
immaginazione. “In un’atmosfera in cui la bellezza impone le regole
della percezione, l’autrice mette in scena i diversi scenari proiettati
come strumento di annotazione mentale, con un occhio in connessione tra
esistenzialismo e surrealismo. Fils Rouges è una manifestazione di
sinergia visiva tra una donna e una città in cui elementi della stessa e
dei siti esterni vengono trasformati in riflessi astratti di quanto la
città ha sottilmente indotto. È una dichiarazione d’amore per Venezia ma
al contempo un modo razionale e ludico di contemplare il mondo. “I Fils
rouges, sono la connessione che ci guida da un’opera all’altra
stimolando una riflessione sul nostro io interiore e sulla sua
rappresentazione nel mondo esterno”.
Le immagini sono connotate da uno stile pittorico che conferisce
importanza alla luce e ai colori, e dalla ricorrente presenza di linee
ed elementi geometrici.
Si tratta di un virtuoso connubio tra foto e dipinto che suscita
meraviglia, passando da un folto banco di pesci in canale a Venezia
durante la pandemia come fossero gameti, a rosse tubazioni di una
cantina del Valdobbiadene come si trattasse di arterie che irrorano di
sangue il corpus urbis, da fili della luce paralleli con la luna al
centro come in un pentagramma lunare, all'Emisferico di Calatrava che
riflettendosi sull'acqua pare l'occhio della mente o l'origine del
mondo, alla Courbet.
C’è nelle opere della Tramet la compresenza di rigore formale e mistero
metafisico: le linee parallele, come i 4 elementi, simboleggiano la
vita, il tempo, l’altrove, i fili del destino cui siamo tutti legati e
sospesi, come nell’immagine di locandina della mostra.
“È anche una storia che riflette l'importanza di prendersi cura di ciò
che è sacro, dentro e fuori – continua il curatore Nicolas Fiedler
-rispettare sé stessi e il luogo a cui si appartiene”.
INFORMAZIONI:
L'esposizione è visitabile dal 6 maggio al 2 giugno gratuitamente,
all’indirizzo di Dorsoduro, Rio Tera’ Canal, 3126: dal lunedì alla
domenica dalle 7 alle 21, il sabato dalle 7 alle 23.
Dove si trova: arrivando da Piazzale Roma seguite le indicazioni per
Accademia. Quando arrivate in Campo Santa Margherita attraversate in
diagonale tutto il campo tenendo la sinistra. Vi troverete in Rio Terá
Canal e sulla sinistra, prima del ponte, vedrete Imagina café.
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