Social Media Icons

Top Nav

Ultime Pubblicazioni

l'attore Renato De Simone: " Amo il cambiamento, le contaminazioni, le sfumature e camminare. Credo nell’ironia come arma salvifica."

nov 6, 2024 0 comments



Renato ci racconti di Lei, chi è Renato De Simone come persona?

Sono una persona realista. In realtà credo di esserlo diventato, forse per protezione…Penso che la realtà vada percepita, affrontata e combattuta per come è “realmente” (a volte sfioro il cinismo ma quello lo tengo a bada) non adagiandosi sulle speranze ma accettando ad esempio il fallimento. Il culto del successo mondano non mi appartiene. Avere un’identità ben definita è già un successo. Essere aderenti a se stessi è un successo come credo lo sia il dissentire. Mia mamma spesso mi ripeteva ( citando forse inconsapevolmente Thomas Bernard) :” Tu non devi fa’ quello che fanno gli altri “. Mi spronava ad andare “nella direzione opposta” (queste le parole dello scrittore austriaco) ed è quello che provo a fare nella vita, nello studio, nel lavoro. La mia “rigida” testardaggine trasforma i miei sogni in obiettivi concreti. Sarà per questo forse che cerco la solitudine per sedermi nei miei pensieri e la perenne verità e onestà di ciò e da chi mi circonda. Non mi piace perdere tempo soprattutto con le apparenze. Amo il cambiamento, le contaminazioni, le sfumature e camminare. Credo nell’ironia come arma salvifica. Cerco di prevenire il caso. Detesto l’invadenza,l’egoismo e il chiacchiericcio…però ho anche dei pregi: sono molto generoso, silenzioso e simpatico (quando lo decido).

Come nasce la sua passione per la recitazione?
Mio padre. Lui ha sempre amato il teatro. Mi portava più lì che allo stadio. Seguivamo molto Mario Scarpetta (che era anche suo amico) e di quelle serate ho dei ricordi meravigliosi. Poi iniziammo insieme dei laboratori di teatro a Pianura, il quartiere dove sono cresciuto, ed in seguito entrammo a far parte della compagnia amatoriale “Luna Nova” di Angelo Germoglio. Avevo 13-14 anni. La immaginavo come professione, ci fantasticavo ma vedevo tutto molto lontano, irraggiungibile. Forse ero distratto dalla scuola, dal nuoto ma.. era un mondo che mi faceva stare in pace. Passavo le notti a leggere tutti i testi di teatro che trovavo in casa e ne ipotizzavo la messa in scena; osservavo le persone e le immaginavo in dinamiche drammaturgiche (all’epoca definite semplicemente “spettacoli”) o provavo ad imitarle per diventare come loro. Era appunto un’emozione perseverante che negli anni ha preso ( e ho lasciato che prendesse) il sopravvento su università e quant’altro ed è diventata una professione. E per questo non posso che ritenermi fortunato. Come credo di essere stato fortunato ad aver avuto due genitori che con le ovvie e legittime preoccupazioni non mi hanno mai ostacolato. Certo…una laurea avrei potuto “regalargliela”: fortunatamente ci ha pensato mia sorella.     


 Nel 2009,  ha partecipato al 3° Festival Nazionale del teatro dialettale Città di Spoleto con “Fatto di Cronaca” di R. Viviani e Lino Procacci con Vincenzo Cerami le consegnano il premio come miglior attore protagonista, una bella responsabilità per un inizio artistico di tutto rispetto, cosa ricorda…..


Ero emozionatissimo. Mi commuoveva non il fatto di essere risultato bravo o il più bravo; questa è una cosa che davvero mi interessa pochissimo. Mi commuoveva il fatto che due personalità così importanti (che ne avevano viste tante) riconoscessero l’impegno ed il lavoro (e direi anche il sacrificio) svolto. In più, Vincenzo Cerami mi disse :”Se lo vuoi fare nella vita, ora però devi studiare tanto”. Coincideza… pochi giorni dopo, ricevetti la telefonata dal Teatro Bellini in cui mi fu detto che ero stato selezionato (dopo vari provini) per il triennio di studi presso la loro Accademia d’Arte Drammatica. E da lì, la passione di cui sopra, divenne una passione in tutti i sensi.

Lei è coo-protagonista insieme a Tommaso Ragno ed Elena Radonicich del film “L’Isola degli Idealisti” regia di Elisabetta Sgarbi presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, ci parli del suo personaggio.


L’isola degli idealisti è ispirato all’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco che, scritto tra il 1942 e il 1943, andò perduto durante la Seconda Guerra Mondiale. Ritrovato dai figli, fu poi pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo. Due ladri (io ed Elena Radonicich), inseguiti dalla polizia, approdano su un isolotto sperduto al centro del quale sorge “il Ginestrin”, una villa abitata dalla strana famiglia Reffi (Renato Carpentieri, Tommaso Ragno, Michela Cescon, Mimmo Borrelli). Questo incontro darà vita ad una serie di eventi che cambierà la vita di tutti. Questo è il film per “sommissimi” capi. Io interpreto, come detto, uno dei ladri, Guido Cenere, ossessionato dai soldi, dalle donne, dal gioco d’azzardo e dal disegno. Forse il suo più grande talento, ciò su cui Celestino ( Tommaso Ragno) vuole battere per farlo redimere. L’ossessione per i soldi, per la sua amata (Elena Radonicich) sarà molto più forte. Elisabetta Sgarbi, che stimo tantissimo come essere umano, come lavoratrice, scava tantissimo nella personalità degli attori (un invito a nozze per me). In questo caso la difficoltà maggiore era riuscire a rendere fluida ed organica una lingua (volutamente lasciata) artificiale e letteraria. Guido doveva essere la terra, la materia concreta che arrivava in questo mondo “ideale” ed indefinito. Doveva sporcarlo, sconvolgerlo ed usarlo. Con la sua intelligenza doveva essere in grado di scoperchiare il vaso delle miserie umane degli altri personaggi per poterle usare a suo vantaggio per poi affondare nelle sue. Tutto questo a volte anche solo con uno sguardo, con un piccolo gesto, in un sottotesto. Non finirò mai di ringraziare Elisabetta per avermi fortemente voluto; per la sua libertà, apertura, pazienza. Credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. 



Quali sono gli artisti dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
I romanzi di Thomas Bernard per me sono stati una vera e propria guida, soprattutto “La cantina”. Citerei “Candido” di Voltaire che è quasi il mio libro sacro insieme a “Poetica” di Aristotele (questa per deformazione professionale soprattutto). Raffaele Viviani “ha deciso” la condizione umana che sentivo di voler scavare; Mimmo Borrelli il mio approccio al lavoro. E poi cerco sempre di farmi ispirare da tutto ciò che ritengo necessario per cambiare, che mi possa far essere diverso e migliore, che mi stupisca. Quando, ad esempio, guardo un film, uno spettacolo, cerco sempre di capire (e quindi farmi influenzare) da ciò che ha portato quell’artista a quel risultato. Mi serve. Per quanto riguarda la musica e la pittura, ne vengo perennemente influenzato: ogni mio personaggio ha un suo brano musicale e un suo dipinto o affresco o scultura. 

Come attore quali sono i personaggi che ha portato in scena ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità.
Senza ombra di dubbio quelli di Mimmo Borrelli. Con lui scavi nelle viscere (senza fare psicodramma) formalizzando quello stato d’animo vero trovato e facendolo aderire alla parola, al suo linguaggio e alla sua scrittura che già ti aiuta tanto nella fase di lavoro sul personaggio. I versi, la lingua, i temi che affronta ti “facilitano” la strada. Non sono spettacoli facili ma avverti il lavoro. Non puoi mai mollare, non puoi distrarti. La sua ossessione per la verità, per le sfumature degli stati d’animo, per l’ascolto. Tutto provato e riprovato fino “all’automatismo” sempre vero: così “Opera pezzentella”, così “La Cupa”, così “Memorie e versi dei Campi Flegrei” fatto alle 6 del mattino sulla spiaggia di Torregaveta. Per il prossimo ho paura. Devo aggiungere, tra i personaggi, anche Alfonso Carracci, nell’ultima stagione dell’Amica Geniale diretta da Laura Bispuri: l’ho sentito molto vicino soprattutto per il suo senso di rivalsa.

Studio e collaborazioni importanti con il teatro Bellini, in piena simbiosi. Ci racconti

Il Bellini per me è casa. Dopo il triennio conclusosi nel 2013, ci sono state diverse collaborazioni ma ovviamente questo mestiere è vastissimo e spesso ti spinge lontano da casa. L’anno scorso sono ritornato in scena lì con “La Cupa” di Mimmo Borrelli. Fare uno spettacolo a cui tengo tantissimo nel teatro dove sono cresciuto è stato davvero molto emozionante. E poi Daniele, Gabriele e Roberta fanno un lavoro eccellente sotto tutti i punti di vista. Hanno riportato tantissimi ragazzi a teatro. Credono tanto nei giovani. Spero vivamente di poter tornare presto a lavorare con e per loro.

 Molti ruoli anche sul piccolo e grande schermo. Preferisce il cinema o il teatro..

Spontaneamente mi verrebbe da rispondere “il teatro”. Forse perchè sono partito da lì. A teatro mi sento “più comodo”, più libero. E’ il posto dove non penso. Nella macchina del cinema va tutto molto veloce e poi forse si è più soli. E’ innegabile quanto, pur appartenendo alla stessa materia, siano totalmente diversi. Hanno due fascini completamente diversi. Nel cinema ci vuole più pazienza. Se potessi farei sempre teatro e ogni tanto dell’ottimo cinema anche perchè è grazie agli spettacoli se sono arrivato al cinema.

 Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo della cultura ai giovani artisti in  un settore  in continuo cambiamento come il teatro, cinema e la televisione ormai assorbiti dalla rete?  C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi?

E’ innegabile che le cose siano cambiate e continueranno a cambiare: per diffidenza e quindi per distacco; mettiamoci i fondi che vengono tagliati costantemente o destinati a progetti “strani”? per non dire altro o comunque destinati a “indestinati”. Ma la cultura pura non muore. Non può morire. E’ vero che dal “letame nascono i fiori” ma credo che sia pur vero il contrario. E’ un letame che spesso siamo noi stessi a creare. Possiamo produrne meno? Forse si; possiamo usarlo? Meglio ancora. Come la rete… combatterla è inutile. Possiamo usarla. Il teatro può usarla per raggiungere più persone e portarle dentro di sè. Anche perchè penso che sia un’arte che non morirà mai. Almeno spero. Il rapporto diretto, una volta che lo hai provato, non può sostituirlo. Problema più complesso la battaglia cinema-piattaforme. C’è spazio per i giovani talentuosi? Si. E’ piu complicato di prima per via di una cosa che mi spaventa molto: c’è un facilismo disarmante (causato dalla rete, dalla velocità a cui si va, dal numero di followers;dal costante bisogno di approvazione). Un facilismo illusorio destinato al crollo. Lo spazio c’è, lo ripeto. Ma il successo, la fama non devono essere l’obiettivo. La costanza e la continuità, sì. Non è facile ma il bello sarà proprio quello. Sempre con un bel pizzico di amor proprio.

Il rapporto con la sua città Natale .
Amore e odio. A volte la odio ma mi manca infinitamente quando non la vivo. Contraddittorio come la mia città. La rinnego ma la difendo. E’ quella che però mi ha dato tutto ciò che ho oggi. Da lì è partito tutto. E’ lì che vado per passeggiare col mio zaino e le cuffiette. E’ per quelle strade che studio, ripeto, osservo. Non sono uno che esalta la propria città, non la vede come c’entro nel mondo; non sono neanche uno che pensa o dice di essere “migliore” perchè “napoletano” però è la mia città e non posso farne a meno. E, come scrive Mimmo Borrelli in Napucalisse “Napule: nun me ne fuje. Napule je schiatto ccà.”

I suoi prossimi impegni.

Allora: l’11 Novembre esce l’ultima stagione dell’Amica Geniale e non vedo l’ora. Per “L’ isola degli idealisti” c’è da aspettare il 2025. Attualmente sono impegnato sul set della serie “Portobello” diretta da Marco Bellocchio e dal 22 Novembre al 1 Dicembre sono in scena al Teatro Augusteo con “Miseria e Nobiltà”

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Recent Comments

tags

. (1) Albo d'oro del Premio letterario (6) ambiente (14) ambiente&territorio (19) arte (76) attualità (5) Audizioni (5) bando (12) calcio (3) canto (1) Casting (1) cinema (120) cinema.teatro (5) comunicato stampa (1) concorso (12) CONVEGNI (3) convegno (1) cucina (1) cultura (8) cultura giuridica (2) Danza (81) diritti civili (1) diritto (1) documentari (4) editoria (1) eventi (5) featured (1) Festival (69) festival cinema (16) festival di Venezia (1) fiction (2) film consigliati (64) Food (3) fotografia (6) giornalismo (2) imprenditoria (1) imprenditoria femminile (1) interviste (11) interviste attori (26) Libri Consigliati (149) moda (4) mondo (2) mostra (3) mostre (49) museo (1) Musica (191) Musica Classica (66) musica jazz (7) opera lirica (1) opere liriche (1) PA (1) pittura (48) premiazioni (1) premio (1) premio letterario cultural classic 2023 (7) primopiano (137) rassegne (1) rassegne cinema (1) rassegne musicali (3) Rassegne Teatrali (10) Sala Assoli (1) scrittori (6) scrittura (43) scultura (9) serie tv (1) sport (6) Teatro (286) Teatro Agusteo (9) teatro Bellini (2) teatro Bolivar (1) Teatro Bracco (1) Teatro Cilea (14) Teatro Diana (1) Teatro Elicantropo (2) teatro lirico (3) Teatro Mercadante (1) Teatro Napoli (140) Teatro Nuovo (24) Teatro Politeama (3) teatro San Carlo (1) teatro San Carluccio (1) Teatro Sannazaro (2) Teatro Teder (1) teatro Tram (2) teatro Trianon (10) TeatroElicantropo (9) teatroilpozzoeilpendolo (4) teatronapoli (5) teatroTram (9) teatroTrianon (35) teelvisione (1) Televisione (30) Territorio (3) theater musical (2) università (1)

Modulo di contatto