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Il giornalista Gianfranco Vestuto: "Il vero male della società moderna è l'individualismo che porta alla negazione del concetto di comunità."

set 29, 2023 0 comments

 


Gianfranco Vestuto ci racconti di Lei, chi è Gianfranco come persona?

Credo di essere una persona ottimista, sempre convinto che il miglioramento dei singoli individui passi attraverso la condivisione collettiva di problematiche e soluzioni. Se i problemi sono un onere di tutta la collettività, anche le relative soluzioni saranno per tutti. Il vero male della società moderna è l'individualismo che porta alla negazione del concetto di comunità.

 

Come nasce la sua passione per il giornalismo?
E' una passione innata, proprio per quello che dicevo prima, ritengo che il giornalismo sia un servizio che nasce dalla voglia di condividere informazioni e conoscenze per metterle a disposizione di tutti. 
 
Nello specifico, a chi è  più grato per la sua passione giornalistica?

La passione è una vocazione innata, ma la tecnica e il sapere si costruiscono. Sicuramente posso dire di aver avuto dei grandi maestri, che sono stati anche dei formatori culturali. Ho ricevuto da loro gli strumenti formativi, la tecnica e non un "indottrinamento" culturale o politico. "Vai e raccontaci quello che hai visto", invece di "racconta quello che ti diciamo di dire". Questo principio a distanza di tanti anni, lo ritengo ancora oggi un principio fondamentale del giornalismo, che cerco di trasmettere anche ai miei collaboratori e ai tirocinanti. 
 


Quali sono I giornalisti e i politici dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
 In generale politicamente sono influenzato dai politici che hanno cercato di distaccarsi da un sistema omologato, apportando delle innovazioni utili e giuste. In Italia negli ultimi 40 anni se devo essere onesto, ricordo le istanze federaliste e autonomiste della Lega Nord di Umberto Bossi e poi i propositi di innovazione del movimento 5 Stelle di Casaleggio, iniziative però poi finite per essere inglobate dal nostro sistema centralista. Ma era successo anche anni prima con "L'Uomo Qualunque" di Giannini. A livello internazionale, sicuramente non ho esitazioni che il leader politico più illuminato è senz'altro Vladimir Putin, un uomo che ha cambiato le sorti economiche del suo Paese.
 
Cambierebbe qualcosa nel mondo della comunicazione in cui si è formato?
Ma sicuramente ritornerei al principio fondamentale di cui accennavo prima: raccontare la verità che è frutto di quello che vediamo, apprendiamo e non di quello che oggi viene imposto dal mainstream del momento, frutto o delle esigenze politiche di chi governa al momento o da quello che la gente vuole sentire. Oggi dire la verità sembra quasi un atto eversivo.
 
Quali sono le tematiche a cui ti senti più legato? Preferisci la politica o il giornalismo?

Nel 1996, molto attirato da quelle istanze moderne, federaliste della Lega Nord di Bossi, decisi di trasformare la passione per il racconto dei fatti, in azione costruttiva e unitamente ad alcuni amici fondai il movimento politico "Lega Sud Ausonia", convinto che l'amore per le proprie radici e i nostri territori andavano riscoperti e rafforzati proprio per ricreare quel senso di comunità che è quello che a mio avviso oggi manca. Il tutto focalizzato nel mio amato Sud, il mio territorio di origine che, tra l'altro vanta una storia indipendente di oltre 700 anni che va dagli Svevi ai Borbone.  Il movimento coronò il suo piccolo sogno di entrare ufficialmente in Parlamento nel 2010 nella XVI Legislatura. Credo che oggi questa tematica sia ancora più attuale, ma passa attraverso una maggiore presa di coscienza delle genti del Sud Italia.  Credo quindi che politica e giornalismo abbiano bisogno comunque di persone oneste.
 

Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo del giornalismo e della politica ai giovani giornalisti in  un settore particolare e in perenne cambiamento  e assorbito sempre più dalla rete?  C’è spazio in Italia per giovani giornalisti talentuosi ? E se dovessi dare un consiglio ad un aspirante giornalista, cosa gli consiglierebbe?

Se il giornalismo, ma anche la politica, vengono visti principalmente come servizio, dedizione verso la collettività, piuttosto che come un lavoro qualsiasi, ci si avvicinerà a questi impegni con entusiasmo e consapevolezza. Ci sono tanti giovani capaci e desiderosi di intraprendere la strada del giornalismo, il problema è non deluderli. Del resto, la rete digitale ha dato ormai vita anche a quella forma di "giornalismo partecipativo" che è una ricchezza di fonti informative dirette, che il giornalismo dovrebbe sfruttare convogliando nel modo giusto tali energie e dando l'opportunità ai giovani di crescere e apprendere la tecnica che seppur cambiata nella forma, deve mantenere quei principi fondanti di cui ho detto in precedenza.
 
Il rapporto con la sua città natale.

Le mie radici sono per me un punto fermo importante e determinati valori mi accompagnano sempre in qualsiasi parte del mondo mi trovi. Ho avuto dei genitori ( mio padre medico e mia madre cantante lirica) che mi hanno dato dei valori tradizionali, cristiani, che non mi hanno mai fatto perdere la bussola della vita, pur approfondendo e rimanendo affascinato da diverse religioni e culture che ho incontrato e raccontato durante il mio cammino. Del resto Napoli, la città dove sono nato e cresciuto, credo sia una delle città più multiculturali e multireligiose del mondo, che ha però saputo mantenere le sue tradizioni nonostante la globalizzazione.

Un suo sogno artistico e politico che vorrebbe realizzare?

 Sogno artistico? Riprendere ad imparare a suonare il pianoforte. Quello politico, in parte realizzato, è di riuscire a trovare una sintesi e dare un ruolo nuovo al Mezzogiorno d'Italia, facendolo ritornare artefice del proprio destino economico e politico, seguendo non dei dettami "esterni" ma le proprie vocazioni territoriali. 

I suoi impegni futuri?

Resto impegnato e concentrato sui miei giornali , "Russia News" e "Eurasia News", perché credo la tematica eurasiatica sia quella di stridente attualità, epperò abbisogna ancora di una corretta informazione atta a mediare i sistemi comunicativi asiatici e quelli europei, sostanzialmente differenti. E' un'opera importantissima, perché ritengo che la maggior parte delle incomprensioni nasca da una errata modalità di comunicazione che soprattutto l'attuale classe politica , ha attuato negli ultimi anni. Le elezioni presidenziali in Russia e in America del 2024, potrebbero rappresentare uno spartiacque tra Occidente e Oriente di portata mondiale. Credo di poter dare ancora il mio piccolo, ma sentito contributo. Poi magari mi piacerebbe dedicarmi ad altro, magari focalizzando la mia azione sulla formazione di nuovi giornalisti e sulla politica.

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