Gianfranco Vestuto ci racconti di Lei, chi è Gianfranco come persona?
Credo
di essere una persona ottimista, sempre convinto che il miglioramento
dei singoli individui passi attraverso la condivisione collettiva di
problematiche e soluzioni. Se i problemi sono un onere di tutta la
collettività, anche le relative soluzioni saranno per tutti. Il vero
male della società moderna è l'individualismo che porta alla negazione
del concetto di comunità.
Come nasce la sua passione per il giornalismo?
E' una passione innata, proprio per quello che dicevo prima, ritengo
che il giornalismo sia un servizio che nasce dalla voglia di
condividere informazioni e conoscenze per metterle a disposizione di
tutti.
Nello specifico, a chi è più grato per la sua passione giornalistica?
La
passione è una vocazione innata, ma la tecnica e il sapere si
costruiscono. Sicuramente posso dire di aver avuto dei grandi maestri,
che sono stati anche dei formatori culturali. Ho ricevuto da loro gli
strumenti formativi, la tecnica e non un "indottrinamento" culturale o
politico. "Vai e raccontaci quello che hai visto", invece di "racconta
quello che ti diciamo di dire". Questo principio a distanza di tanti
anni, lo ritengo ancora oggi un principio fondamentale del giornalismo,
che cerco di trasmettere anche ai miei collaboratori e ai tirocinanti.
Quali sono I giornalisti e i politici dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
In generale politicamente sono influenzato dai politici che hanno
cercato di distaccarsi da un sistema omologato, apportando delle
innovazioni utili e giuste. In Italia negli ultimi 40 anni se devo
essere onesto, ricordo le istanze federaliste e autonomiste della Lega
Nord di Umberto Bossi e poi i propositi di innovazione del movimento 5
Stelle di Casaleggio, iniziative però poi finite per essere inglobate
dal nostro sistema centralista. Ma era successo anche anni prima con
"L'Uomo Qualunque" di Giannini. A livello internazionale, sicuramente
non ho esitazioni che il leader politico più illuminato è senz'altro
Vladimir Putin, un uomo che ha cambiato le sorti economiche del suo
Paese.
Cambierebbe qualcosa nel mondo della comunicazione in cui si è formato?
Ma sicuramente ritornerei al principio fondamentale di cui accennavo
prima: raccontare la verità che è frutto di quello che vediamo,
apprendiamo e non di quello che oggi viene imposto dal mainstream del
momento, frutto o delle esigenze politiche di chi governa al momento o
da quello che la gente vuole sentire. Oggi dire la verità sembra quasi
un atto eversivo.
Quali sono le tematiche a cui ti senti più legato? Preferisci la politica o il giornalismo?
Nel
1996, molto attirato da quelle istanze moderne, federaliste della Lega
Nord di Bossi, decisi di trasformare la passione per il racconto dei
fatti, in azione costruttiva e unitamente ad alcuni amici fondai il
movimento politico "Lega Sud Ausonia", convinto che l'amore per le
proprie radici e i nostri territori andavano riscoperti e rafforzati
proprio per ricreare quel senso di comunità che è quello che a mio
avviso oggi manca. Il tutto focalizzato nel mio amato Sud, il mio
territorio di origine che, tra l'altro vanta una storia indipendente di
oltre 700 anni che va dagli Svevi ai Borbone. Il movimento coronò il
suo piccolo sogno di entrare ufficialmente in Parlamento nel 2010 nella
XVI Legislatura. Credo che oggi questa tematica sia ancora più attuale,
ma passa attraverso una maggiore presa di coscienza delle genti del Sud
Italia. Credo quindi che politica e giornalismo abbiano bisogno
comunque di persone oneste.
Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo del giornalismo e
della politica ai giovani giornalisti in un settore particolare e in
perenne cambiamento e assorbito sempre più dalla rete? C’è spazio in
Italia per giovani giornalisti talentuosi ? E se dovessi dare un
consiglio ad un aspirante giornalista, cosa gli consiglierebbe?
Se il giornalismo, ma anche la politica, vengono visti
principalmente come servizio, dedizione verso la collettività, piuttosto
che come un lavoro qualsiasi, ci si avvicinerà a questi impegni con
entusiasmo e consapevolezza. Ci sono tanti giovani capaci e desiderosi
di intraprendere la strada del giornalismo, il problema è non deluderli.
Del resto, la rete digitale ha dato ormai vita anche a quella forma di
"giornalismo partecipativo" che è una ricchezza di fonti informative
dirette, che il giornalismo dovrebbe sfruttare convogliando nel modo
giusto tali energie e dando l'opportunità ai giovani di crescere e
apprendere la tecnica che seppur cambiata nella forma, deve mantenere
quei principi fondanti di cui ho detto in precedenza.
Il rapporto con la sua città natale.
Le mie radici sono per me un punto fermo importante e determinati
valori mi accompagnano sempre in qualsiasi parte del mondo mi trovi. Ho
avuto dei genitori ( mio padre medico e mia madre cantante lirica) che
mi hanno dato dei valori tradizionali, cristiani, che non mi hanno mai
fatto perdere la bussola della vita, pur approfondendo e rimanendo
affascinato da diverse religioni e culture che ho incontrato e
raccontato durante il mio cammino. Del resto Napoli, la città dove sono
nato e cresciuto, credo sia una delle città più multiculturali e
multireligiose del mondo, che ha però saputo mantenere le sue tradizioni
nonostante la globalizzazione.
Un suo sogno artistico e politico che vorrebbe realizzare?
Sogno artistico? Riprendere ad imparare a suonare il pianoforte.
Quello politico, in parte realizzato, è di riuscire a trovare una
sintesi e dare un ruolo nuovo al Mezzogiorno d'Italia, facendolo
ritornare artefice del proprio destino economico e politico, seguendo
non dei dettami "esterni" ma le proprie vocazioni territoriali.
I suoi impegni futuri?
Resto impegnato e concentrato sui miei giornali , "Russia News" e
"Eurasia News", perché credo la tematica eurasiatica sia quella di
stridente attualità, epperò abbisogna ancora di una corretta
informazione atta a mediare i sistemi comunicativi asiatici e quelli
europei, sostanzialmente differenti. E' un'opera importantissima, perché
ritengo che la maggior parte delle incomprensioni nasca da una errata
modalità di comunicazione che soprattutto l'attuale classe politica , ha
attuato negli ultimi anni. Le elezioni presidenziali in Russia e in
America del 2024, potrebbero rappresentare uno spartiacque tra Occidente
e Oriente di portata mondiale. Credo di poter dare ancora il mio
piccolo, ma sentito contributo. Poi magari mi piacerebbe dedicarmi ad
altro, magari focalizzando la mia azione sulla formazione di nuovi
giornalisti e sulla politica.
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