Igor Maltagliati i ci racconti di Lei, chi è Igor come persona?
Non è facile rispondere a questa domanda: credo possano esprimersi meglio amici, parenti e collaboratori con cui condivido la mia vita. In linea di massima mi percepisco come una persona mite, costantemente allegra, estremamente semplice, legata alla famiglia e innamorata del proprio lavoro. Sono animato da una fede cristiana molto sentita e credo fermamente nel valore dell'amore e dell'amicizia. E amo rendermi utile, aiutare il prossimo appena la vita e i tempi me lo consentono.
Come nasce la sua passione per la regia?
È nata con me, assieme al bisogno di esprimermi e inventare e raccontare storie: lo faccio sin da bambino, creando mondi fantasiosi e dettagliati. TV e cinema sono diventati da subito una fonte inesauribile di ispirazione e capii prestissimo che si trattava della "mia" forma d'espressione ideale. Dopo 50 anni, è ancora così.
Nello specifico, a chi è più grato per la sua passione artistica?
Non saprei, in realtà non ricordo di aver avuto degli esempi o delle semplici influenze: in effetti in casa non si respirava affatto un'atmosfera bohémien o artistica, direi piuttosto che si è sempre trattato di un mio tratto distintivo, personale, nato spontaneamente. So che suonerà bizzarro, ma è l'assoluta verità .
Quali sono i registi e gli artisti dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
Ho visto migliaia di film e letto centinaia di libri e sceneggiature per cui ho sviluppato un'esperienza cinefila importante, al punto da poter dire di essere influenzato non da un singolo film o regista, quanto piuttosto dal cinema nella sua totalità . Nel senso che posso trovare straordinarie ispirazioni anche in film sconosciuti dei quali nemmeno rammento i registi ma che hanno ugualmente stimolato la mia riflessione e ispirazione. Poi se devo dire che amo Spielberg, Kubrick, Hitchcock, Lynch, Kurosawa, Fellini, Scorsese, Ridley Scott, P. T. Anderson, Tarantino, Fincher, Lucas, Zemeckis, Ford Coppola, Cameron, Cronenberg, Inarritu, Malick, Blake Edwards, Frank Capra e decine di altri... beh... okay, lo ammetto.
Come regista/artista quali sono i personaggi che ha intervistato ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità .
Dall'analisi delle biografie e interviste che ho potuto studiare, posso dire di adorare e sentirmi vicino (come animo e sensibilità , non come artista) a personaggi meravigliosi come Chaplin, Totò, Robin Williams, Peter Sellers, Gene Wilder, Keanu Reeves... ah, giusto, sono attori, non registi! Pazienza. Come regista, dovendone sceglierne uno, direi senza esitazioni Steven Spielberg.
Cambierebbe qualcosa nel mondo della comunicazione in cui si è formato?
Si, cambierei moltissimo, specie in Italia: un paese straordinario dotato di cultura e talenti d'eccezione ma incapace di produrre una classe dirigente e politica all'altezza delle sue potenzialità . E infatti viviamo in un sistema clientelare, un familismo amorale che premia i soliti noti e innesca un circolo assolutamente vizioso. A rimetterci, qualità e industria dell'intrattenimento. Servirebbe un sistema di formazione e finanziamento cinematografico alla francese... ma temo sia una speranza vana.
Quali sono le tematiche a cui ti senti più legato?
Amo tutto il cinema e non è il tema che mi interessa ma il modo in cui viene trattato: se la storia è emozionante, con una morale evolutiva e un messaggio importante, se mi intrattiene e non mi annoia, allora non mi importa che sia un thriller, un dramma o una commedia. Detto questo, ho una predilezione per i film stra-ordinari, cioè che toccano argomenti oltre il velo del reale e si trasformino in metafore. Quindi apprezzo molto la fantascienza, il western, l'horror psicologico e le grandi storie di formazione.
Preferisci il teatro o il cinema...
Amo di un amore viscerale entrambi. Forse dirigere a teatro è più emozionante perché sei a contatto con la carne e il sangue degli attori... ma il cinema è il cinema, lo sento come la mia vita.
Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo del giornalismoe della politica ai giovani scenografi in un settore particolare e in perenne cambiamento e assorbito sempre più dalla rete? C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi ? E se dovessi dare un consiglio ad un aspirante Artista , cosa gli consiglierebbe?
Difficile rispondere: non credo che sia semplice oggi per un vero artista vivere in Italia. La cultura si è ritirata e la tendenza è quella di creare piccoli e provvisori fenomeni del web o della tv a tiratura limitata... roba da consumare sbrigativamente e senza pensarci troppo su. A un VERO artista consiglierei di guardare fuori dai nostri confini: dispiace dirlo, è doloroso, ma è così.
Il rapporto con la sua città natale.
Firenze... in me porto i semi della Toscana: orgoglio, fierezza, sarcasmo, sensibilità verso il bello e un filo di presunzione. Sono parti integranti della mia personalità e mi piacciono.
Un suo sogno artistico e che vorrebbe realizzare?
Fare film e spettacoli teatrali capaci di attrarre un pubblico eterogeneo, di tutto il mondo... e magari, molto prosaicamente, vincere un Oscar. Sognare non costa nulla e in più, lo sappiamo tutti, il mondo appartiene si sognatori...
I suoi impegni futuri?
Ho in uscita un piccolo film dal titolo "Trip" girato con un budget che nemmeno voglio nominare, tanto non ci credereste. Eppure è lì e si farà notare. Un film più grosso in via di preparazione e due spettacoli teatrali che debutteranno a novembre e dicembre. Anche altre cose, ma la scaramanzia mi impedisce di dire di più.
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