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Alberto Luca Recchi: "Il mare è ferito, ma non è morto. Dobbiamo vederlo non più come un terreno di caccia ma come un campo da coltivare e con cura."

set 16, 2024 0 comments

          Chi è Alberto Luca Recchi: un fotografo subacqueo, un documentarista o uno scrittore?

Forse, avendo ideato e guidato nel 1998 la prima spedizione al mondo per incontrare in acqua le balene del Mediterraneo e poi l’anno dopo la prima per cercare gli squali nel Mediterraneo, sono un esploratore del mare. Le foto e i filmati sono stati uno strumento per condividere emozioni e racconti. Oggi mi dedico di piu’ alla penna per i miei libri e alla voce per i miei podcast.





Quale è avvenuto il suo vero incontro con il mare?
Ero bambino, avevo 6 anni e nel mare di Ostia vedo con la maschera i primi pesciolini. Allora c’erano. Non dimenticherò lo stupore che mi suscitavano quando cercavano di girare intorno alle mie gambette. Poi è successo tutto così in fretta. A 19 anni già mi immergevo con le bombole. Vede, erano appena diventati popolari  erogatori, maschere e pinne. Nelle prime passeggiate subacquee ho scoperto un mondo in cui si volava invece di camminare. Senza peso mi sentivo un angelo e vedevo animali ovunque. Io mi aggiravo incantato tra le scogliere, ed era inaspettato e meraviglioso.  

 

Ma quando ha incontrato il primo squalo?
Ero uno studente universitario e l’ultima cosa che desideravo era incontrare uno squalo, anche perche’ era appena uscito il film di Spielberg. Insomma, avevo paura. Poi il destino ha voluto che incontrassi il primo squalo senza cercarlo e da ferito. Ero certo mi avrebbe divorato. Invece mi ha guardato perplesso e se ne è andato. Quel giorno è nata la mia passione per gli squali. Avevo visto un pesce bellissimo che mi aveva risparmiato mentre perdevo sangue. Ho pensato: forse lo squalo non è quel mostro che film e romanzi raccontano. Da allora ho cominciato a cercarli in tutto il mondo. Se vuole dettagli sull’incontro, ascolti https://podcasts.apple.com/it/podcast/un-mare-di-storie-di-alberto-luca-recchi/id1569083207?i=1000661990592


 


 Ma è vero che gli squali sono pericolosi?
Ah, ma insiste? Allora le consiglio un altro podcast. Gli squali sono preziosi per la salute del mare perché, eliminando i pesci deboli o malati mantengono in salute le popolazioni dei pesci. Su circa 500 specie, quelle pericolose per le loro prede sono tutti, per noi si contano sulle dita di una mano. Il tigre per esempio è una specie pericolosa. Ascolti questo  https://podcasts.apple.com/it/podcast/un-mare-di-storie-di-alberto-luca-recchi/id1569083207?i=1000663392517
Anche lo squalo Longimano e il Leuca sono aggressivi con noi, ma non vivono nel Mediterraneo. Lo squalo bianco non scherza, ma da noi è molto raro.


Perché tutti ne hanno paura?
“La cattiva reputazione degli squali nasce con la strage seguita all’affondamento della corazzata Indianapolis nel ’45 quando l’intero equipaggio morì a causa della disidratazione e degli attacchi degli squali. Poi il romanzo di Benchley “Lo Squalo” e il film del 1975 di Spielberg hanno fatto il resto, trasformando lo squalo in un mostro e anche io ho le mie responsabilità: ho filmato e fotografato con artifizi, bocche spalancate, denti e sangue e non ho reso loro un buon servizio. E oggi mi pento di averli trasformati n caricature paurose. In realtà da quando sono nato non c’è mai stato un attacco letale provato nel Mediterraneo e per me è arrivato il momento del mea culpa: scusate squali”



Tutti dicono che il mare è inquinato e senza speranza. Lei cosa ne pensa?

 

Il mare è ferito, ma non è morto. Dobbiamo vederlo non più come un terreno di caccia ma come un campo da coltivare e con cura. In mare dobbiamo diventare agricoltori. Oggi lo usiamo come un supermercato inesauribile e come una pattumiera. Trattiamolo con intelligenza e rispetto e il mare guarirà. Cominciamo con chiudere la pesca a strascico che distrugge tutto quello che vive nei fondali. Sarebbe un bel passo avanti.

 

Lei ha preso il Premio Leonardo  come divulgatore scientifico,premio preso prima di lei da Rita Levi Montalcini e Margherita Hack. Oltre ai numerosi libri scritti con Piero e Alberto Angela, le mostre, gli spettacoli teatrali oggi cosa sta preparando?

 

“Un Mare di Storie”, una vera e propria Enciclopedia del Mare in 60 podcast in cui rivivo le mie avventure e disavventure negli Oceani, raccontando gli incontri ravvicinati più emozionanti della mia vita con gli animali del mare. Ogni incontro è una fiaba per tutte le età, è un pezzo di scienza che ci fa imparare qualcosa di importante, è una risata. Ma soprattutto il racconto di un’avventura reale vissuta sott’acqua incontrando una tartaruga marina, uno squalo bianco, un pesce pagliaccio, una balenottera azzurra. Sono gratuiti e si trovano sulle principali piattaforme: Spotify, Apple, Sony e sul mio sito www.recchi.it 
A breve uscirà il mio ultimo calendario, il trentacinquesimo.

 

Quali sono i prossimi podcast in uscita?
Una serie molto divertente sul sesso degli animali del mare. Vi piacerà.

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