Droga, divorzi e il punto basso dei registi: Martin Scorsese svela i capitoli più oscuri della sua vita in un nuovo documentario
Da un’overdose quasi letale agli scatti d’ira con l’ex moglie Isabella Rossellini, Mr. Scorsese di Rebecca Miller affronta senza censure le lotte personali che hanno alimentato l’opera del regista
“MR. SCORSESE”, LA SERIE SU APPLE TV+, È UN RITRATTO DI UN PERSONAGGIO DI STRAORDINARIO TALENTO, MA ANCHE DI GRANDE UMANITÀ. SCORSESE PARLA CON ESTREMA LIBERTÀ E CANDORE NON SOLO DI TUTTI I SUOI FILM, MA SI METTE A NUDO PARLANDO DEL SUO PRIVATO, DEI GENITORI, DELLA GIOVENTÙ PASSATA TRA I GANGSTER ITALO-AMERICANI DI LITTLE ITALY, DEGLI AMICI FUORI DI TESTA, E DELLE MOGLI E FIDANZATE, DELLA DIPENDENZA DA COCAINA CHE LO PORTÒ A COLLASSARE QUANDO STAVA ANCORA CON ISABELLA ROSSELLINI. SCORSESE RIVELA QUANTO LA VIOLENZA CHE HA VISSUTO LO ABBIA SEGNATO”
“SOGNAVO DI DIVENTARE SACERDOTE, POI QUALCOSA È ANDATO STORTO” – MARTIN SCORSESE RACCONTA CHE DA RAGAZZO ENTRÒ IN SEMINARIO: “I PRIMI MESI ANDAVA TUTTO BENE. MA POI HO SCOPERTO IL SENTIMENTO DELL'ATTRAZIONE, LA POSSIBILITÀ DI INNAMORARSI” – IL FUTURO REGISTA FU CACCIATO DAL SEMINARIO PERCHÉ TROPPO IRREQUIETO: “CHIAMARONO MIO PADRE E GLI DISSERO: ‘PORTATELO VIA. SI È COMPORTATO MALE’” – UN AMICO D'INFANZIA, JOE MORALES, RICORDA: “MARTIN AVEVA GIÀ UN GRANDE OCCHIO PER LE DONNE…”
ISABELLA ROSSELLINI, CHE È STATA SPOSATA COL REGISTA DAL 1979 AL 1982, PARLA DEI PROBLEMI DI RABBIA DELL’EX MARITO: “A VOLTE BASTAVA UNA RAGIONE SCIOCCA PER FARLO ESPLODERE, NON MI HA MAI PICCHIATO O ALTRO DEL GENERE MA POTEVA DEMOLIRE UNA STANZA. ERA COME UN VULCANO” – “POI HO CAPITO CHE IN PARTE ANCHE QUELLA RABBIA ERA IL CARBURANTE CHE SERVIVA PER DARGLI CORAGGIO. ERA UN RAGAZZINO DI LITTLE ITALY DIVENUTO UN GRANDE REGISTA” -
Dopo aver diretto il film d’exploitation America 1929 – Sterminateli senza pietà (1972), prodotto da Roger Corman, la sua prima epopea criminale con De Niro, Mean Streets (1973), e l’interpretazione premiata con l’Oscar di Ellen Burstyn in Alice non abita più qui (1974), Scorsese ebbe la sua grande svolta nel settore con Taxi Driver nel 1976, che però arrivò sullo schermo con non poche difficoltà.
La casa di produzione aveva problemi con la violenza, il linguaggio volgare e il soggetto «squallido» che riguardava un tassista sempre più isolato e la prostituta bambina (Foster, allora dodicenne) con cui fa amicizia. Quando l’MPAA assegnò a Taxi Driver la classificazione X, dalla Columbia Pictures dissero a Scorsese di tagliare il film per ottenere una classificazione R (minori accompagnati), altrimenti l’avrebbero fatto loro. «È stato allora che ho perso la testa», racconta Scorsese nel documentario. I colleghi di Scorsese, Spielberg (chiamato all’epoca da Scorsese per avere consigli) e Brian De Palma (che ricorda come Scorsese fosse «impazzito»), confermano la dichiarazione di Scorsese secondo cui, pur non avendo mai comprato una pistola, ne avrebbe «presa una» per affrontare i dirigenti. Nella sua fantasia, «entravo, scoprivo dove si trovava la prima versione, rompevo le finestre e la portavo via», dice. «Distruggeranno il film in ogni caso, capito? Quindi tanto vale che lo distrugga io» (una storia simile si svolge con una produzione fittizia di Olivia Wilde in The Studio di Seth Rogen, dove anche Scorsese ha fatto un cameo). Alla fine, Scorsese ha desaturato parte del sangue nelle scene più cruente per accontentare i dirigenti e ottenere quella fantomatica classificazione R.





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