L'icona di stile contro il politicamente corretto si racconta al Festival di Torino per «La donna della domenica». Le parole dell’attrice 81enne scuotono la platea del Festival di Torino, dove è stata premiata con la Stella della Mole
“IL METOO? GLI UOMINI POSSONO ESSERE DELLE BESTIE, MA LE DONNE NON DEVONO PROVOCARLI A TUTTI I COSTI, CIASCUNO SI ASSUMA LA PROPRIA RESPONSABILITÀ” – JACQUELINE BISSET SFANCULA IL POLITICALLY CORRECT E QUELLA MACCHINA DEL FANGO CHIAMATA "METOO": “ODIO OGNI FORMA DI ABUSO E VIOLENZA, UN NO È UN NO, MA CI VUOLE CONTEGNO DA ENTRAMBE LE PARTI” –
“IL MONDO È MALATO DI NARCISISMO PATOLOGICO ED ESIBIZIONISMO, AMPLIFICATO DAI SOCIAL. TANTE RAGAZZE SI ATTEGGIANO DA STAR CON VIDEO CASALINGHI E SI CREANO FANTASIE. IO A HOLLYWOOD SONO SOPRAVVISSUTA A SITUAZIONI COMPLESSE, ME LA SONO CAVATA” – L’ESPERIENZA SUL SET CON MASTROIANNI, GLI HAMBURGER DI PAUL NEWMAN, POLANSKI E QUEL “NO” A “NOVE SETTIMANE E MEZZO”
Ero molto intimidita da Marcello Mastroianni. Ma quando vidi un film del regista, quello legato a Pinocchio, capii che aveva un cuore fresco, giocoso. Con lui potevo lavorare. Il ruolo era un puzzle da montare a pezzi”.La prima prova con Polanski e l’esperienza sul set di Cul-de-sac: “Roman poi mi invitò a fare un provino per Cul-de-sac. Grazie a Dio non presi il ruolo, lo diedero a Françoise Dorléac. Se l’avessi preso avrei rovinato il film, perché non capivo nulla di quel personaggio. Ebbi una piccola parte, e quando oggi incontro qualcuno che ha una piccola parte gli dico: è una buona parte? Si è vergini solo una volta, non rovinate il primo film. Io non avevo nulla da fare in Cul-de-sac, se non apparire ed essere torturata da Roman. Françoise Dorléac venne a salvarmi. Mi insegnò qualcosa che non sapevo di poter fare: ridere tecnicamente.



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