La città di Cosenza incanta il pubblico con visionari allestimenti di tragedie che toccano l'anima. Il teatro Alfonso Rendano da vita a “Ifigenia da Aulide a Tauride” di Antonello Lombardo e Officine teatrali telesiane e con gli adattamenti dei testi di Flavio Nimpo. Un’opera così non poteva che trovare in Antonello Lombardo la sua anima. Il regista entra con la sua firma nella trama, in una forma stilistica dai toni decisi.
La vicenda di Ifigenia è la vicenda di una famiglia sconvolta, devastata da una maledizione che ha colpito la stirpe di Agamennone, il leggendario re, capo supremo degli Achei nella guerra di Troia.
La riflessione sulla famiglia come elemento di valore indispensabile per la presenza dell’uomo nel mondo è uno dei temi centrali in questo dramma e segue le linee della distruzione e della sua ricomposizione in un nuovo ordine. Agamennone pur di ottenere un’intercessione divina che favorisse il suo esercito durante la guerra di Troia ha sacrificato sua figlia, Ifigenia, sull’altare, come omaggio, per ottenere i favori della dea Artemide. Agamennone però non sa che sua figlia non è morta e che la stessa dea Artemide l’ha salvata (sostituendo il suo corpo sull’altare con quello di una cerbiatta) e portata con sé, facendone una sua sacerdotessa, nella terra dei Tauri, «terra che si trova al di là delle famose colonne gemelle che si aprono su quel mare inaccessibile, ignoto e pericoloso che segna i confini del mondo».
Una performance impressionante quella degli studenti del Telesio. L’interpretazione e la recitazione sono di alto livello, a cominciare dalla protagonista, Angela Mussari che ha incarnato prodigiosamente una Ifigenia sempre in balia di passioni e sentimenti contrastanti. Giovan Battista Lillo Odoardi che ha delineato un Oreste sempre superlativo, dalla voce imperiosa, che all’occasione si è caricata di teneri accenti. Intensa l'interpretazione di Giulia Azzinnaro (Clitemnestra) e di Giovanni Vangoni (Agamennone).
Bravo Andrea Mauro come Pilade, Corrado De Pasquale come Toante e Pietro Vencia in Achille. Infine Candida Sarcone, una Atena di convincente caratura. Le musiche e i suoni ben scelti sono riusciti a far risaltare in modo perfetto tutte le varie atmosfere presenti in questo capolavoro. Molto ben curate le scene, le luci, e i costumi.
E alla fine, teatro nel teatro, Ifigenia, Oreste e Pilade si ritrovano in abiti contemporanei. L’eccitazione del pericolo è sempre lo spettacolo più bello del mondo. Il teatro Rendano, stracolmo, ha salutato fra gli applausi il lavoro dell’intero cast. 31 persone sul palco, scenografie imponenti, per non parlare di costumi, disegno luci e suoni hanno contribuito al rivivere di un mito!
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