Ramin Bahrami ritorna al Trianon Viviani, proseguendo da artista il suo impegno civile a sostegno delle manifestazioni popolari di protesta contro il regime in Iran.
Dopo la recente conversazione, nello scorso mese di febbraio, nella quale ha dialogato con Marisa Laurito, il grande pianista persiano si esibisce con il Solis string quartet e Stefano Valanzuolo in “Il Golfo magico. Ovvero Mozart e Napoli”, in uno spettacolo il cui ricavato andrà a favore del Chri (Centro per i Diritti umani in Iran).
«Il
pestaggio e la detenzione di medici che cercano di curare feriti
mettono a nudo l’inumanità e la criminalità della Repubblica islamica –
denuncia Hadi Ghaemi,
direttore esecutivo del Chri –: nel paese sono stati arrestati, spesso
senza alcun mandato, almeno 81 medici, operatori sanitari e studenti di
medicina e due mediche sono morte in circostanze molto sospette».
Per questo nuovo appuntamento il direttore artistico del teatro della Canzone napoletana
lancia un appello: «Venite al Trianon Viviani a vedere il concerto di
Ramin Bahrami, grande pianista iraniano di fama internazionale, e allo
stesso tempo, con il vostro sostegno, aiuterete, grazie al Chri, la rete
di soccorso di medici iraniani che curano i giovani, feriti nelle
manifestazioni, che non possono andare negli ospedali perché a rischio
di arresto: vi aspettiamo numerosi, conoscendo la generosità dei
napoletani».
Il Golfo magico
ci fa rivivere il viaggio che portò il musicista salisburghese, allora
quattordicenne, nella città dei quattro conservatori, insieme al padre, e
che sarebbe riaffiorato a più riprese nella sua memoria, non di rado
funzionando come stimolo creativo.
Tenuto
in bilico tra la volontà di apprendimento e quella di autopromozione,
tra la dimensione mondana e quella rigorosamente colta, il soggiorno
napoletano di Mozart fu scandito da incontri illustri, ma anche da
qualche occasione mancata, persino più roboante. A testimonianza di
tutta quell’esperienza ci restano, com’è noto, il fitto epistolario
tenuto dai Mozart padre e figlio e, insieme a esso, i molti documenti
d’epoca che attestano lo stupore provato da una capitale europea della
musica, quale fu Napoli, di fronte all’epifania del giovane genio
salisburghese. Non solo. Ci resta soprattutto la musica di Mozart,
intrisa di fantasia, in continua ebollizione, quasi come la lava di quel
vulcano inquietante che, con febbrile eccitazione, lui e suo padre
videro in azione, nella primavera del 1770.
In
un intreccio di parole e musica, lo spettacolo racconta non solo i
fatti che segnarono la vorticosa avventura napoletana di Mozart, ma
anche l’immagine di una città in pieno fermento e del suo rapporto
complicato, vitale, malinconico, stupito con il compositore, tracciando
in maniera leggera e divertita un ritratto d’epoca e un elogio della
musica il cui respiro è inevitabilmente europeo.
La
storia, scritta e narrata da Stefano Valanzuolo, si intreccia con le
musiche di Mozart riproposte dal Solis string quartet e da Ramin Bahrami
nelle trascrizioni e rielaborazioni di Antonio Di Francia e Vincenzo Di Donna.
A
completare la parte musicale, nello spettacolo, ricorrono anche pagine
di altri autori riferibili, per molti motivi accattivanti, alla storia e
all’immagine culturale di Napoli: Domenico Cimarosa, Giuseppe Martucci,
Sergej Prokof’ev, Camille Saint-Saëns, Domenico Scarlatti, Alessandro
Scarlatti e Astor Piazzolla.
Il quartetto Solis è composto da Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio al violino, Gerardo Morrone alla viola e Antonio Di Francia al violoncello..
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