Teatro puro, follia vera e scienza giusta e solitudine e ancora solitudine, amore, amore, morte, giustizia e finzione. Tutto si incastra perfettamente e prende forma in una serie di eventi e sentimenti in un clima narrativo e avvincente che tiene attenti il pubblico.
Accade a Cosenza, nella cornice dell’Officina delle Arti, dove con lo spettacolo dal titolo ‘E=mc²’, il laboratorio di ricerca “Plauto” del Teatro dei Fliaci regala un’interpretazione intensa e straordinariamente penetrante della commedia di Friedrich Dürrenmatt “I fisici”.
Luogo della rappresentazione è la casa di cura Les Cerisièrs, ciò che più comunemente è detto ‘manicomio’. Il luogo dei “folli”, ma anche dei “teatranti”. Il luogo in cui si dipanano i sentimenti ambigui della vita, le verità non dette, le menzogne più nascoste. Un luogo che diventa esso stesso teatro, in cui ognuno recita una parte nella propria, fingendosi pazzo e raccontando finzione e verità, come le due facce di una stessa medaglia.
Protagonista è Mӧbius, fisico nucleare che si finge pazzo per evitare che i suoi studi e le sue scoperte finiscano in mani sbagliate, e interpretato da Francesco Scornaienghi. Insieme a lui, inscenano la stessa malattia Ernesty, una spia comunista che dice di credersi Einstein, interpretato da Felice Via, e un agente segreto americano che fa finta di credersi Newton, interpretato da Giovan Battista Lillo Odoardi. I tre, che si presentano al pubblico in momenti differenti, si ritrovano insieme nella scena finale a scoprire l’ennesima verità non detta: l’unica persona che riuscirà a impadronirsi della formula segreta di Mӧbius sarà la più folle di tutto il gruppo, la proprietaria della clinica, Mathilde Von Zahnd.
Bravissimi i tre fisici, personaggi folli ma umani, ricchi di luce e ombre che i loro interpreti riescono decisamente a restituire: la pazzia, ma anche l’ingenuità. L’ambizione, ma anche la generosità. L’inquietudine, la solitudine, ma anche il bisogno di amore e di amare.
Il regista Luca Di Pierno e Teresa Nardi aiuto regista, insieme alla loro compagnia, insegnano, è il coraggio di compiere le proprie scelte, ma anche di affrontarne le conseguenze, di non temere la verità, e neanche la menzogna, ma accogliere la finzione come parte integrante della vita, del teatro, dell’essere umano.
Spettacolo meritevole anche dal punto di vista tecnico, con luci e audio curati da Giacomo Greco, che ha saputo dar vita ad un’atmosferain sintonia con la rappresentazione. Mathilde Von Zahnd tesse le fila da burattinaia illuminata dall’alto di un palchetto, per poi scendere tra i suoi folli e ignari automi, e manifestarsi già come vera unica artefice di ogni malefica azione.
Una scelta folle, quella di mettere in scena “I fisici” di Dürrenmatt. Ma, come recita Mӧbius, “Non c’è niente di meglio che fingersi pazzi, d’altronde siamo in un manicomio”. Quello della vita, quello del teatro, quello della meravigliosa arte del laboratorio “Plauto”.
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