La Stagione della Filarmonica della Scala riprende lunedì 26 febbraio con il concerto dell’orchestra ospite del 2024, la National Symphony Orchestra, in arrivo da Washington insieme al suo Direttore Musicale Gianandrea Noseda. Il pianista Seong-Jin Cho torna al Teatro alla Scala, dove manca dal 2018, ed è solista nel Quarto Concerto di Ludwig van Beethoven, mentre in apertura Noseda dirige la prima esecuzione italiana di Wake Up!, nuova commissione al giovane compositore statunitense Carlos Simon. Nella seconda parte è in programma la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Šostakovič.
Fondata nel 1931, la National Symphony Orchestra è tra le compagini più
conosciute in tutti gli Stati Uniti, protagonista di centinaia di
concerti e di uno dei più ampi programmi educativi del paese, inclusi i
concerti gratuiti sul Colle del Campidoglio a Washington in occasione
delle festività nazionali. Noseda è al suo settimo anno da Direttore
Musicale, carica che prima di lui hanno ricoperto musicisti del calibro
di Christoph Eschenbach, Mstislav Rostropovich e Antal Doráti. La
commissione e l’esecuzione di nuova musica sono al cuore della sua
attività.
Carlos Simon – classe 1986 – è compositore in residenza
al Kennedy Center di Washington ed è un ambasciatore culturale
ricercato per la nuova musica a livello globale, portavoce della
comunità nera e del nuovo pubblico. Nominato ai Grammy Awards nel 2023, è
impegnato nella sensibilizzazione sociale e il suo lavoro affronta temi
complessi come la migrazione, l’appartenenza e la comunità, in
particolare facendo luce sulla tratta transatlantica degli schiavi,
sull’epoca di Jim e Jane Crow e sull’ingiustizia che le persone di
origine africana devono affrontare tutt’oggi. A proposito del nuovo
brano Wake up! Concerto for Orchestra, Simon spiega: «Questo concerto è ispirato alla poesia Awake, Asleep,
scritta dal poeta nepalese Rajendra Bhandari. Bhandari avverte del
pericolo di essere inconsapevolmente addormentati in un mondo sociale, e
di come tuttavia la veglia collettiva fornisca “un abbondante raccolto
di pensieri”. Il mio obiettivo nello scrivere è di lasciare a chi
ascolta la domanda: sto dormendo?»
Scrive Luigi Di Fronzo nelle note di sala: «Visto alla rovescia,
Šostakovič fu lasciato in vita da un dittatore feroce, ma stupido:
inconsapevole di quanto la dimensione epica e celebrativa di non poche
partiture (anche per l’immane perorazione di molte sinfonie, in primo
luogo la Decima) non fosse che un modo per denunciare il falso
ottimismo di quegli anni. E in realtà non celava, nemmeno troppo in
profondità, la tragedia dello stalinismo interpretata in modo spietato,
grazie all’arma grottesca della satira e al ricorso allo humour
corrosivo». Con il suo stile unico, caustico, Šostakovič nasconde nella
Quinta Sinfonia una potente chiamata a guardare la realtà.
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