Posillipo. Il mito, le storie
Se Napoli è terra di incantesimi e miti, Posillipo, la collina che dà tregua al dolore, è la porta d’ingresso nel mito e nell’incantesimo. A Posillipo, più che altrove, il mito non è mai lontano dal reale, ma è un respiro lontano e potente che arriva dal passato. Un luogo ricco di testimonianze archeologiche e di tesori che attendono, da centinaia di anni, di essere riportati alla luce: questo tratto di costa, a partire dal I secolo avanti Cristo, fu densamente abitato, come ci testimoniano oggi i numerosi resti di epoca romana osservabili lungo la costa sopra e sotto la superficie del mare. Qui – ecco il respiro potente e lontano del mito – il grande poeta Virgilio insegnava le arti magiche ai suoi discepoli, lasciandoli a bocca aperta. Qui, tra la terraferma e le due piccole isole della Gaiola, sorgeva in passato un tempio dedicato ad Afrodite Euplea, protettrice dei naviganti che doppiavano il Capo di Posillipo. Un angolo di paradiso che i cristiani avrebbero profanato, scatenando l’ira della stessa dea, che da allora vieterebbe agli uomini un’esistenza tranquilla.
In una delle sue leggende più belle, Matilde Serao immaginò che Posillipo fosse “un giovane festevole senza chiasso e serio senza durezza: chi lo vedeva lo amava”; mentre Nisida, la sua regina di cuori, una donna fatta di “pietra levigata, dura e glaciale”. Erano destinati a vivere uno di fronte all’altra, senza amarsi, divisi da un istmo di terra tanto sottile quanto invalicabile, come le separazioni che portano con sé la ferocia delle cose definitive.
Se Napoli è terra di incantesimi e miti, Posillipo, la collina che dà tregua al dolore, è la porta d’ingresso nel mito e nell’incantesimo. A Posillipo, più che altrove, il mito non è mai lontano dal reale, ma è un respiro lontano e potente che arriva dal passato. Un luogo ricco di testimonianze archeologiche e di tesori che attendono, da centinaia di anni, di essere riportati alla luce: questo tratto di costa, a partire dal I secolo avanti Cristo, fu densamente abitato, come ci testimoniano oggi i numerosi resti di epoca romana osservabili lungo la costa sopra e sotto la superficie del mare. Qui – ecco il respiro potente e lontano del mito – il grande poeta Virgilio insegnava le arti magiche ai suoi discepoli, lasciandoli a bocca aperta. Qui, tra la terraferma e le due piccole isole della Gaiola, sorgeva in passato un tempio dedicato ad Afrodite Euplea, protettrice dei naviganti che doppiavano il Capo di Posillipo. Un angolo di paradiso che i cristiani avrebbero profanato, scatenando l’ira della stessa dea, che da allora vieterebbe agli uomini un’esistenza tranquilla.
A Pausilypon erano di casa l’imperatore Augusto e l’autore dell’Eneide: frequentavano entrambi la splendida villa sul mare del cavaliere romano Publio Vedio Pollione, dove il padrone di casa – famoso per la sua ricchezza, ma anche per la sua ferocia – organizzava feste da mille e una notte, ricevimenti da sogno, con tanto di spettacoli musicali e teatrali. Uno sfarzo paragonabile solo a quello della Villa di Lucullo, costruita nell’area tra Pizzofalcone e Megaride. In tempi più recenti Posillipo, con i suoi ex “casini di delizia” e le sue ville affacciate sul mare, è stata teatro di altri avvenimenti, altre storie d’amore e morte, altri incantesimi e maledizioni; ma la Napoli borghese ottocentesca riuscì solo faticosamente a rievocare gli antichi fasti. Il nuovo racconto, per parole e immagini, del tandem Del Tufo-Siano (i due autori della popolarissima pagina del Mattino “L’Uovo di Virgilio”) conduce per mano i lettori alla scoperta di storie e leggende – di ieri e di oggi – ambientate in una delle zone più magiche della città .
Sergio Siano nasce a Napoli nel 1969. Fotoreporter del quotidiano Il Mattino e autore di diversi progetti editoriali, Siano vanta una carriera quarantennale nel campo della fotografia. Ha pubblicato, per Rogiosi Editore, Il mare che bagna Napoli (2013), I quartieri spagnoli (2017), L’uovo di Virgilio (2019), La fotografia della scuola napoletana (2014), Napoli pietre e lava (2021), Napoli Babilonia (2021); per Intra Moenia, ‘O Vascio (2012), Vicoli. Un viaggio napoletano (2016), Con gli occhi di Caravaggio (2017), Maradona (2017), Napoli vista dalle Sirene (2021), Procida (2022), Storia fotografica di Napoli (2003), per Mondadori, La domenica del villaggio (1987), per Langella, Gli altarini (2020), per Edizioni San Gennaro, La cantata dei pastori, (2018), e Santa Maria della Sanità (2020). Ha realizzato numerose mostre fotografiche, tra cui Minori di città , (1998), Ultima dimora. Degrado e poesia del luogo più antico di Napoli (1996), Leggenda di un bacio. Storie per immagini di un amore utopico tra Virgilio e Parthenope (2009), Maradona (2018), Maradona (2019), NAPOLI nello sguardo di un fotoreporter – Sergio Siano (2017), Maradona, il riscatto sociale dello sport (2021).
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