Lutto nel mondo della cultura. Glauco Mauri, 94 anni, era un personaggio di spicco degli ultimi cinquant’anni del teatro italiano. L’imponente carriera teatrale come attore e regista non può far dimenticare il suo contributo al doppiaggio, al cinema, alla televisione e alla radio. Un artista totale. Nato a Pesaro il 1° ottobre 1930 il primo ruolo da protagonista lo ebbe a quindici anni, con una compagnia amatoriale della sua città . Nel 1949 entra all’Accademia di Arte Drammatica di Roma diretta da Silvio D’Amico, tra i suoi insegnanti: Orazio Costa, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano, Mario Pelosini.
Tra le tante messinscene in cui Mauri è protagonista, le più significative sono Rinoceronte di Eugène Ionesco, Edipo re di Sofocle, Re Lear, La bisbetica domata, Il mercante di Venezia, Tito Andronico, Riccardo III, La tempesta di William Shakespeare, Faust di Goethe, Don Giovanni di Molière, I demoni di Dostoevskij, Enrico IV di Pirandello, Volpone di Ben Jonson, Il bugiardo di Carlo Goldoni, Il canto del cigno di Anton Pavlovic Cechov.
Come regista d’opera allestisce per due volte Macbeth di Giuseppe Verdi. La prima ha luogo nel 1996 come inaugurazione della stagione lirica del Teatro Comunale di Treviso (direttore d’orchestra Donato Renzetti) e la seconda nel 1998, al Teatro San Carlo di Napoli (direttore d’orchestra Gustav Khunn). Seguono numerose altre regie, da Re Lear a Delitto e castigo, da La tempesta a Quello che prende gli schiaffi. Mauri è stato impegnato anche nel cinema con ruoli in La Cina è vicina di Marco Bellocchio, in Profondo rosso di Dario Argento e del padre di Nanni Moretti in Ecce bombo, opera del medesimo attore-regista romano. Una carriera all’insegna del talento e della qualità .
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