“La cosa più importante è la libertà dell’Iran”, l’appello del regista dissidente Panahi a Cannes
Ha vinto la Palma d’oro il film It Was Just an Accident del regista e autore iraniano Jafar Panahi (noto soprattutto per aver vinto la Caméra d’or a Cannes nel 1995 con il film Il palloncino bianco). È un film tra il drammatico e il noir, ma che in certi momenti risulta anche comico grazie a una trama a tratti paradossale: ruota tutto intorno a un incidente stradale che porta le persone coinvolte ad affrontare complicate questioni morali. Il premio per la miglior sceneggiatura è stato assegnato ai fratelli Dardenne (vincitori di due Palme d’oro, nel 1999 e nel 2005) per il film Jeunes Mères. La Palma d’oro per il miglior cortometraggio è stata vinta da I’m Glad You’re Dead Now di Tawfiq Barhum.
LA GIURIA PRESIEDUTA DA JULIETTE BINOCHE HA DISCUSSO MOLTO E' STATA PREVEDIBILE - Sul fronte francofono, la presidente di giuria Juliette Binoche ha evidentemente “spinto” sull’ennesima (non se ne può più, ma tant’è) vittoria dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, al cui Jeunes Mères è stato designato il riconoscimento come miglior sceneggiatura, ed anche sulla giovanissima esordiente Nadia Melliti nel film di Hafsia Herzi, La petite derniere.
VINCE DUE PREMI, REGIA E MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA LO STREPITOSO "O AGENTE SECRETO". Il premio per la miglior regia è stato vinto dal regista brasiliano Kleber Mendonça Filho per il film L’agente segreto, un thriller politico ambientato negli anni Settanta durante gli anni della dittatura militare in Brasile. Per lo stesso film ha vinto il premio per il miglior attore il protagonista Wagner Moura, conosciuto per aver interpretato tra le altre cose Pablo Escobar in Narcos. MIGLIORE ATTRICE NADIA MELLITI IN "LA PETITE DERNIERE" -
Ma il vero “scandalo” – se così possiamo definirlo – è il Prix special du Jury, ovvero un premio inventato ad hoc, per il vero capolavoro del festival, che avrebbe veramente meritato di più. Il riferimento è a Resurrection del cinese Bi Gan. Lo stesso trattamento, va ricordato, fu riservato all’ottimo lavoro di Mohamed Rasoulof lo scorso anno. Curioso notare che accanto al trionfatore iraniano (che vedremo prossimamente anche nei cinema italiani grazie a Lucky Red), la Camera d’Or, cioè il premio al miglior esordiente la cui presidente di giuria è Alice Rohrwacher, è andato a un regista iracheno, Hasan Hadi per i suo The President’s Cake, vincitore anche della Quinzaine des Cinéastes.
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