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L'attrice Ilaria Buonaiuto: " il mondo virtuale è “smart”, è comodo, è veloce… ma la vita reale è un’altra cosa."

ago 10, 2023 0 comments



Ilaria ci racconti di Lei, chi è Ilaria Buonaiuto come persona?

Ilaria è una ragazza determinata, caparbia e ambiziosa. Mette il cuore in tutto ciò che fa, anche a costo di rimanerci male. Dietro la sua forza, nasconde un lato più fragile, perché è particolarmente sensibile… anche se non lo dà a vedere.

Come nasce la sua passione per la recitazione?

I miei genitori mi raccontano che, quando ero molto piccola, andavamo in vacanza nei villaggi turistici. Alla sera, gli animatori facevano la baby dance… ma io, anziché ballare al di sotto al palco come facevano gli altri bambini ospiti del villaggio di turno, salivo anch’io sul palcoscenico, dove c’erano i ragazzi dell’animazione, e ballavo assieme a loro. Poi, c’è una vecchia VHS del 1999 (avevo cinque anni) in cui era filmata una recita scolastica del mio ultimo anno di asilo. In quella ripresa, si vede perfettamente che io conoscevo a memoria tutte le battute dei miei compagni, perché muovevo il labiale mentre loro parlavano. E quando fu il mio turno, la mia vocina risuonò forte, chiara e precisa. Alla luce di questi due ricordi, direi quindi fin dalla prima infanzia.



 Come si passa da laureato in giurisprudenza  allo studio sulla recitazione ?

In realtà, io studiavo già recitazione, quando ero ancora una matricola alla facoltà di Giurisprudenza. I miei genitori ci tenevano al fatto che prendessi una laurea “normale” (non mi avrebbero consentito, insomma, di studiare solo recitazione, addirittura trasferendomi in un’altra città, tipo Roma), anche se credo di aver avuto già all’epoca le idee abbastanza chiare, solo che ancora non ne ero cosciente. Quindi, fin quando è stato possibile, ho portato avanti entrambi i percorsi di studio: ricordo che di giorno andavo in teatro per le prove e la notte fonda, al rientro, mi mettevo a studiare per l’Università . Ricordo anche che, mentre ripetevo a voce alta a casa o mentre interloquivo con gli assistenti e i professori durante gli esami, stavo ben attenta alla dizione. Non so come ci sono riuscita, ma riuscii anche a laurearmi per tempo. Ma da quel momento in poi, le due cose non potevano più coesistere: dovevo, inevitabilmente, fare una scelta. E il mio cuore ha scelto la recitazione.

Quali sono gli artisti dai quali si sente maggiormente influenzata o da cui trae ispirazione?

Da donna e da italiana, mi ispiro soprattutto alle nostre grandi attrici del passato: Anna Marchesini e Franca Valeri, che erano così straordinariamente versatili e che prendo ad esempio soprattutto per la comicità… Poi, adoro Monica Vitti, Sophia Loren e Mariangela Melato: altri mostri sacri del teatro e soprattutto del cinema. E come tali, inimitabili. Per quanto riguarda gli interpreti maschili, sono sempre stata follemente innamorata di Gigi Proietti (sognavo di incontrarlo, ma non ci sono mai riuscita, ahimè) e Vittorio Gassman.  Poi ci sarebbero anche gli attori e le attrici americani, ma poi la lista sarebbe veramente lunga...

Come giovane attrice quali sono i personaggi che ha portato in scena ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità.

Sono stata Pupella, di Miseria e Nobiltà, Dorotea di Pericolosamente, passando per Rosalia, una donna siciliana vittima della costante gelosia di suo marito Mimì. Sono stata anche “Don Juan”: una donna spagnola travestita da uomo nella Napoli del 1799 per inseguire il suo sogno di diventare un medico, ma continuamente molestata da una popolana e da un “femminiello”… tutte situazioni e personaggi tendenzialmente comici. Che poi, se ci riflettiamo bene, ogni situazione che a noi sembra divertente nasce in realtà da un dramma, come diceva Pirandello. Sono stata anche Elena, una donna che subisce violenza dal marito e che a sua volta esercita violenza sul figlio adolescente Martino.  Credo che ognuno di questi ruoli, a modo suo, abbia in qualche modo toccato la mia sensibilità.



Lei si è formata al Teatro Totò di Napoli sotto la guida di Annamaria Ackermann, grande attrice eduardiana. Successivamente, studia recitazione cinematografica alla Pigrecoemme e mimo corporeo nella scuola di Michele Monetta. Quanto è stato importante questo suo percorso di formazione?

Annamaria Ackermann è stata un vero faro per me: ho avuto la fortuna di averla come mia prima Maestra di teatro. Da lei ho imparato cosa sono i “lazzi”, cosa i “tempi comici”, chi è un “attore o attrice caratterista”.  Senza contare che ci teneva tantissimo alla dizione! Ho ancora in mente le sue correzioni: “Ragazziiiiiiiii, si dice uòmoooooooo, è chiaro? Aprite quella O!” La adoravo. Mi chiamava sempre “la mia piccolina”, infatti secondo lei ero perfetta per interpretare il ruolo di Pupella. Un giorno, ricordo che mi prese da parte e mi disse: “Piccolina, sei veramente brava, un’ottima caratterista. Ricordati sempre che le attrici che fanno sempre la parte delle bellissime, poi passano. Invece, l’attrice caratterista non va mai fuori moda.” E poi, alla Pigrecoemme, non solo ho studiato per recitare al cinema, ma l’incontro con la persona di Angelo Serio è stato determinante: è stato un docente straordinario, perché mi ha insegnato soprattutto ad aprire la mente, facendomi capire che se volevo realmente fare l’attrice, avrei dovuto trovare un equilibrio come persona. Sotto suo consiglio, mi sono poi iscritta alla scuola di Michele Monetta, dove ho fatto un enorme lavoro sul corpo e sul movimento scenico.

Nel 2019 ha il suo primo debutto a teatro con Lucio Allocca con "Confusioni" di Ayckbourn, in cui interpreta uno dei personaggi principali. Ci racconti di questo debutto

Periodo veramente complicatissimo e strapieno di impegni! Andai in scena nello stesso periodo in cui dovevo laurearmi. Quindi, stavo letteralmente impazzendo tra le prove di Lucio (che già conoscevo perché era stato un mio insegnante alla Pigrecoemme e che è stato un regista molto esigente), la tesi da correggere e tutti quelli che erano i preparativi per la discussione finale. Nel frattempo, prendevo lezioni di canto e andavo alle lezioni di mimo da Monetta (dalle quali, uscivo completamente distrutta). Non sapevo più dove dividermi, e la paura di fare tutto male era veramente tanta. Il 4 aprile 2019 mi laureai- dopo tante tribolazioni, filò tutto liscio- e la sera dopo, il 5, ci fu lo spettacolo: andai in scena a cuore molto più leggero. Beryl (una ragazza picchiata dal suo fidanzato) non era un ruolo facile da affrontare. Fortunatamente, sebbene Allocca mi rimproverasse spesso alle prove, quando terminammo anche la seconda replica mi prese da parte e mi disse: “Sei stata bravissima, Ilaria, tu avevi il personaggio più difficile.”

Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo della cultura ai giovani artisti in  un settore  in continuo cambiamento come il teatro, cinema e la televisione ormai assorbite dalla rete?  C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi ?

Ahimè, non è mai stato facile inserirsi nel campo dello spettacolo… ma adesso, anche dopo la recente pandemia, è diventato ancora più complesso. Le nuove generazioni partono svantaggiate. La concorrenza è sempre più spietata: siamo tanti, troppi attori e attrici in Italia rispetto al lavoro che c’è, e il più delle volte ti ritrovi a battagliare per un piccolo ruolo o una figurazione speciale perché le parti di rilievo vanno sempre ai “soliti noti”... Poi, i grandi Maestri da cui imparare o da cui iniziare a fare esperienza pratica sul set oppure sul palco (come succedeva, appunto, nella compagnia di Eduardo) non ci sono più. Al loro posto, ci sono troppe scuole, laboratori, corsi e corsettini vari, più o meno validi…Tutto molto bello, tanta formazione, per carità, ma sono realtà che non aiutano ad un effettivo inserimento nello spietato mondo del lavoro: una volta che ti danno il “pezzo di carta”, te la devi piangere tu. Senza contare che nel cinema e nella tv sta tornando di moda un esasperato neorealismo, dove prendono letteralmente gente dalla strada, a discapito degli attori veri. A meno che non sei “famoso” sui social.

A proposito di rete, apro una triste parentesi su youtubers, tiktokers e influencers senza alcuna competenza (né talento) che fanno film, si improvvisano al doppiaggio e fanno sold out nei teatri, e c’è chi glielo permette solo perché portano più soldi, a discapito della qualità.

Internet e i social possono sicuramente essere un ottimo strumento per farsi conoscere e per promuovere la propria attività (c’è addirittura gente che grazie ad Instagram riesce a vendere meglio i propri prodotti o servizi: io stessa, lo uso per pubblicizzare le mie lezioni di dizione) ma gli “addetti ai lavori” nel mondo dello spettacolo dovrebbero, a mio avviso, smetterla con questi maledetti selftape (che nemmeno guardano) e iniziare a provinare gli attori DAL VIVO, perché il mondo virtuale è “smart”, è comodo, è veloce… ma la vita reale è un’altra cosa. E dovrebbero anche smetterla di spillare soldi ai poveri ragazzi che sognano di fare questo mestiere, con centomila e costosissime Masterclass di uno-due giorni col casting director di turno dove non solo non imparano certo a recitare, ma si ritrovano con delle clip girate in un modo che è al limite dell’amatoriale (e dunque, nemmeno utilizzabile) e con l’illusione di essere chiamati in futuro per un provino. Chiamata, che ovviamente, non riceveranno, perché nel frattempo chi ha tenuto la Masterclass si è già dimenticato di loro e se ne va pure in vacanza da qualche parte.

Il rapporto con la sua città Natale .

Sono follemente innamorata di Napoli, sebbene non ci abbia vissuto appieno (sono cresciuta in provincia, ma i miei genitori sono entrambi di Napoli città). Ho infatti gioito per la vittoria del terzo scudetto! Peccato che, come tutte le grandi città, sia penalizzata dal caos, dalla confusione e da alcuni suoi abitanti. Napoli non ha assolutamente nulla da invidiare ad altre realtà a livello artistico, storico e culturale, ma il problema è che andrebbe gestita meglio, sotto tanti punti di vista: da quello dei trasporti a quello della legalità.  E’ un vero peccato che siamo sempre etichettati “male”, e anche che quando viene raccontata in tv si parli solamente di camorra e ragazzi difficili… Napoli non può essere solo questo. Napoli è molto più di questo.

I suoi prossimi impegni.

Al momento nessuno (complice anche la pausa estiva), ma ho tanti progetti in cantiere che dovrebbero partire da settembre. 


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