Al Pacino: «Da piccolo rubavo per fame. Il piatto cult? Gli spaghetti con le polpette. Vorrei morire in scena»
Figlio di immigrati siciliani, cresciuto con la madre e i nonni nel South Bronx di New York, Al Pacino inizia a studiare recitazione da giovanissimo. In quegli anni si mantiene con lavoretti saltuari e conduce una vita scapigliata: «Ci arrampicavamo sulle cime dei tetti e saltavamo da un palazzo all'altro. Ci aggrappavamo ai sedili posteriori degli autobus e, se volevamo del cibo, lo rubavamo», scrive nell’autobiografia.
Il suo primo ruolo da protagonista è del 1971, «Panico a Needle Park», e da allora ha collezionato un palmares di ruoli indimenticabili — uno su tutti quello di Michael Corleone nella trilogia «Il Padrino» — e riconoscimenti prestigiosi, come l’Oscar nel 1993 per «Scent of a Woman - Profumo di donna» (senza contare le candidature), cinque Golden Globe, due Emmy Awards e due Tony Awards, un premio Bafta, il Leone d'Oro alla carriera, due David di Donatello, un Obie Award, il Kennedy Center Honor, e, ricevuti dal presidente Obama, il premio alla carriera dell'American Film Institute e il National Medal of Arts.
"AVEVO PAURA DI VOLARE. PER IL PROVINO DI 'IL PADRINO', IL MIO MANAGER MI ORDINÒ DI SALIRE SU QUEL CAZZO DI AEREO E MI FECE UBRIACARE DI WHISKY" - AL PACINO SI RACCONTA NELLA SUA NUOVA AUTOBIOGRAFIA, "SONNY BOY" - L'INFANZIA NEL BRONX CON IL SUO GRUPPO DI AMICI (TUTTI MORTI DI OVERDOSE): "CACCIARCI NEI GUAI ERA IL NOSTRO PASSATEMPO. MIA MADRE MI HA SALVATO LA VITA" - IL PRIMO INCONTRO CON MARLON BRANDO: "MANGIAVA POLLO ALLA CACCIATORA STESO SUL LETTO E SI PULIVA LE MANI DAL SUGO CON LE LENZUOLA" - I PROBLEMI CON L'ALCOL, QUELLA VOLTA CHE FU TRUFFATO DAL SUO CONTABILE E…
Nel libro, Pacino racconta dettagli intimi della sua vita, compresi i momenti difficili della sua infanzia, la separazione dei genitori, e il suo percorso verso il successo come attore. Il memoir riflette anche sui suoi ruoli iconici e sulle sfide che ha affrontato nella sua carriera e nella vita personale, inclusa la difficile relazione con il padre, che ha visto raramente dopo la separazione dei genitori.
Attualmente impegnato nelle riprese di Re Lear, Pacino si apre per la prima volta raccontando la sua vita, dall’infanzia difficile fino agli esordi nel cinema, senza tralasciare i momenti più significativi della sua carriera e le sfide legate alla salute. Nel 2020, ha contratto il Covid-19, un’esperienza che lo ha portato a rischiare la vita.
“Ci arrampicavamo sulle cime dei tetti e saltavamo da un palazzo all’altro. Ci aggrappavamo ai sedili posteriori degli autobus e se volevamo del cibo, lo rubavamo” – si legge nel libro.
A “salvarlo” dalle cattive e “pericolose” amicizie fu la madre: “Ero furioso che mi dicesse di non uscire, ma mi ha salvato la vita”.
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