Giuseppe ci racconti di Lei, chi è Giuseppe Brandi come persona?
Sono una persona riservata, che ama comunque vivere i propri amici, ma che tiene molto al suo privato. Cerco di vivere con la giusta leggerezza il quotidiano.
Nasce dai miei giochi da bambino. Interpretavo, con mio cugino, personaggi dei cartoni animati, dei fumetti, dei film. Ho sempre amato farlo, non ho trovato motivi per smettere, insomma.
La dedizione, la professionalità , e l’infinito amore che Maurizio ha per questo mestiere. Ancora oggi, facendo parte della compagnia, continuo ad imparare da lui.
Da piccolo mi folgoraron i film di Tim Burton e i film gangster, strano connubio ammetto. Ho sempre ammirato molto l’abnegazione l’immedesimazione De Niro e il trasformismo di Johnny Depp: ma nel corso del tempo ho capito che ogni artista degno di questo nome, ha una propria unicità . Quindi cerco di lasciarmi attraversa di volta in volta da vari artisti.
Penso a Paul Marie Verlaine. Che, per quanto i contesti storico/sociali siano differenti: mi rivedo in lui per la voglia che ha avuto di mettere l’amore (nel suo caso per Rimbaud) sopra ogni cosa. Ed è un po' quello che mi ritrovo a fare col teatro. Cerco di metterlo sopra ogni cosa, nonostante il percorso impervio.
Per “Ero Verlaine”, volevo provare cosa significasse essere attore e regista allo stesso tempo. L’ho vista come una sfida.E lavorare con Emanuele ne “Ho scritto il Silenzio” e con Francesco in “Mal d’aurora”, è stato il naturale proseguimento del trittico di monologhi. Ammetto che la loro bravura come attori, mi ha facilitato di molto le cose. Inoltre, pensavo fosse limitante essere “solo” un attore. Spaziare con la regia, le luci, l’audio: mi dà di certo una prospettiva più ampia.
Con Antonio, lavoriamo da un po' ormai. Oltre all'affetto reciproco, c'è una grande stima professionale. Lavorare con lui è stato illuminante e traumatico allo stesso tempo. Ho capito molte cose di me stesso, ma per farlo, ho dovuto imparare ad accettare alcuni limiti che avevo come individuo. Mi ha fatto di certo crescere, sia come persona, che come artista.
L'Italia è il paese col patrimonio culturale più ricco del mondo, ma purtroppo, sistematicamente, vengono sottratti fondi alla cultura. Generando un effetto a cascata che affligge in modo maggiore le piccole realtà . Fortuna che ci sono professionisti che giorno per giorno si scorciano le maniche affinché venga data la possibilità anche a chi è a digiuno, di poter praticare una qualche disciplina artistica.
Napoli mentre ti dà una accarezza, può improvvisamente darti uno schiaffo. E col tempo, ho imparato ad accettare questa caratteristica. Cerco di viverla come un cittadino che può vivere in qualsiasi altra città .
I prossimi mesi sono piuttosto concitati. Il 21-22-23, con la compagnia del teatro Ztn, siamo al Piccolo Bellini con “Inshalom o l’assurda partita” testo e regia di Maurizio D. Capuano. Commedia nera che parla del conflitto Israelo/Palestinese. Il 14-15-16 Marzo, al Tram andrà in scena “La Cerimonia dell’assenzio”, testo di Antonio Mocciola e la mia regia. Testo che vedrà la chiusura del cerchio dei tre poeti maledetti. Subito dopo, il 17-18-19 Marzo andremo in scena al Sannazzaro con “Verso la libertà ”, testo e regia di Stefano Ariota. Testo che prende ispirazione dal film “Train de vie”. Infine ad Aprile, volermo a Parigi per portare la “Cerimonia dell’Assenzio” a Parigi, al Theatre Lepic.
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