Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270,
3292180679
Martedì 25 marzo,
ore 20.45
Teatro La Provvidenza di Vallo della Lucania
Info 0974
717089
Mercoledì 26 marzo, ore 20.45
Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info
0823799612
Giovedì 27 marzo, ore 21.00
Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051
Da venerdì 28 a domenica 30 marzo
(venerdì ore 20.45, sabato ore 19.00, domenica
ore 18.00)
Ente Teatro Cronaca, Sgat Napoli/Teatro
Augusteo
presentano
’Na Santarella
di Eduardo Scarpetta
adattamento e regia Claudio Di Palma
con Massimo De Matteo
e con
Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo,
Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina
Nastri, Domenico Palmiero, Federico Siano
scene Luigi Ferrigno
costumi Annamaria Morelli
musiche Paolo Coletta
aiuto regia Manuel Di Martino
Due pronunciamenti testuali così contrastanti sulle virtù e i vizi di
un’unica persona ci dicono, fra le altre cose, che Scarpetta ha inteso eleggere
questa sua Santarella a simbolo di un emblematico dualismo comportamentale.
Una donna dalla doppia personalità, insomma: timida e timorata di Dio, ma
anche, intimamente, estrosa, ribelle e volitiva. Ma le pulsioni latenti di
questa femmena, che è “angelo e diavula”, per Scarpetta sono anche l’occasione
per svelare bipolarismi caratteriali assai più diffusi.
In questo senso, emblema e cardine di infingimenti e contraddizioni varie,
è, naturalmente e soprattutto, il Felice “di turno”, per l’occasione in abiti
di musicista compositore. Intorno ai due, l’autore costruisce una rete di
umanissimi, ancorché anomali, figuri tutti alle prese con dissonanze interiori
mal risolte, con vizi, ipocrisie ed ambizioni nascoste a malapena. Tutti con
indosso vesti di convenienza che mistificano le identità e tutti, allo stesso
tempo, capaci di trovare soluzioni alle proprie nevrosi negli stessi equivoci
prodotti. Per questo non nasce dramma. Mai. Neppure di fronte a spiazzanti
fratture psichiche. No, nessun dramma.
Il teatro di Scarpetta, implicitamente sensibile agli sdoppiamenti che il
Novecento insinuerà anche negli uomini semplici, si occupa piuttosto proprio
del ribaltamento categorico del dramma, ossia, la comicità. In questo senso la
costruzione è perfetta e, nella nostra lettura, trova collocazione più
opportuna proprio nel teatro.
Il teatro inteso come spazio dell’azione in cui i desideri, le vanità o
certe perniciosità umorali, possono immaginare plausibili e creative
realizzazioni o terapeutiche risolutive elaborazioni.
Nella nostra scena, dunque, c’è solo il teatro, che sia quello da
parrocchia o quello più ufficiale addirittura d’opera. Il teatro, solo: nudo e
solenne. Un teatro che, anche fra le quinte, riservi sorprese esilaranti,
sappia nascondere o rivelare trucchi ed ambiguità, possa concedere epiloghi
inattesi.
Un teatro, inoltre, che ripari le ipocrisie e i disturbi dissociativi dei
suoi protagonisti nell’irresistibile e cinica drammaturgia che Scarpetta
tipizza con impareggiabile e consapevole ironia.
Claudio Di Palma
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